Divieto di caccia al lupo: rinviata la decisione

19 marzo 2020 - 12:32

Aggiornamento del 23 Febbraio

Nulla di fatto per il Piano di conservazione del lupo. L’esame della bozza che era prevista per oggi da parte della Conferenza Stato Regioni è stata rinviata a data da destinarsi.

Non cessano le polemiche tra il ministro Galletti e le associazioni di ambientalisti. Il ministro lamenta che la discussione sulla bozza sarebbe ormai diventata la “sagra della bufala” e rivendica il fatto che il piano prevede innumerevoli azioni a tutela del lupo. Dall’altra parte l‘ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) rispedisce le accuse di mistificazione al ministro e lo invita a leggere più attentamente il testo del piano.

Aggiornamento del 21 Febbraio

Il ministro Galletti tira dritto. Il cosiddetto Piano Lupo verrà sottoposto nuovamente alla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 23 febbraio.

Nella precedente seduta all’inizio del mese, si era deciso di rinviare l’approvazione del piano a seguito della pressione delle associazioni di ambientalisti che contestano il punto che prevede l’abbattimento di una certa percentuale di esemplari secondo una procedura che coinvolge i parchi e le Regioni.

WWF e ambientalisti sono già mobilitati per una nuova manifestazione proprio nella giornata del 23.

Il piano prevede altre misure che sono state bloccate dall’impasse sul punto della deroga al divieto di abbattimento.

Una delle ipotesi che si fa strada è quella di uno stralcio almeno temporaneo della parte relativa all’abbattimento, con approvazione del resto del piano.

Vedremo cosa accadrà alla Conferenza il 23 Febbraio.

 

Aggiornamento del 2 Febbraio

Mobilitandosi a colpi di hashtag #soslupo il WWF e le maggiori associazioni ambientaliste sono riuscite a far slittare l’attuazione del Piano di conservazione e gestione del lupo.

“Deroghe al divieto della rimozione lupi”.

Con questa espressione burocratica e un po’ asettica il cosiddetto “Piano Lupo” sottoposto alla Conferenza Stato – Regioni apre per la prima volta alla caccia al lupo.

Protetto a partire dal 1970 quando era in pericolo di estinzione, il predatore delle foreste ha negli anni visto crescere il numero di esemplari sul territorio, fino ad entrare in contatto in alcuni casi con le comunità umane.

Proprio le associazioni di allevatori e coltivatori, prima fra tutte la Coldiretti, hanno promosso una modifica al piano di conservazione e gestione del lupo, lamentando i sempre più numerosi attacchi  e i danni conseguenti.

Le deroghe al piano di conservazione del lupo erano in realtà già previste da diversi anni ma mai come in questo caso si è vicini alla loro applicazione. La commissione tecnica della Conferenza Stato – Regioni si è infatti riunita e aveva dato parere favorevole alla bozza del piano contenente le deroghe che per la prima volta aprirebbero la strada agli abbattimenti di lupi.

Ma cosa prevede il piano?

Nella bozza si indicano due condizioni per gli abbattimenti.

La prima è che non si superi il 5 per cento per anno degli individui esistenti. Se si calcola che attualmente vi sono circa 1100 individui sugli appennini e circa 100 sulle alpi questo significherebbe consentire l’abbattimento di circa 60 capi l’anno.

La seconda condizione è che l’abbattimento sia autorizzato sulla base di uno specifico piano regionale approvato dal ministro dell’ambiente.

Ma qual’è la posizione dell’attuale ministro dell’Ambiente?

Il ministro Galletti ha difeso il piano sottolineando come “Il problema del lupo è ormai evidente. In certe zone la sua presenza è diventata un rischio per le attività agricole, ci sono attività che chiudono per la presenza di questi animali. Per questo ho messo intorno ad un tavolo 70 esperti, per affrontare la questione in modo scientifico L’abbattimento solo del 5 per cento non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non facciamo questo, il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio». Coldiretti parla di «primo passo importante per affrontare un’emergenza senza precedenti”.

I componenti dello schieramento a difesa del lupo evidentemente la pensano diversamente.

Trasversale e battagliero, il movimento si è organizzato fino ad includere le maggiori associazioni ambientaliste e animaliste e il WWF.

La mobilitazione a colpi di hashtag #soslupo ha per ora avuto successo.

Il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, ha dichiarato che “sentite le ragioni degli ambientalisti a nome della Conferenza delle Regioni, in Conferenza Stato-Regioni, di rinviare l’approvazione del piano lupo e delle misure che ne conseguono. Vogliamo approfondire la discussione, credo che il ministro Galletti lo consentirà. Ci sarà così il tempo per approfondire meglio visto che ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti”.

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