Cuba: un viaggio nel cuore naturale dell’Isla Grande

18 marzo 2020 - 11:52

Cuba è un’isola dove bastano poche ore per passare dalle spiagge alla montagna, da fondali ricchi di vita alle foreste tropicali.

Qui regnano vaste aree naturali incontaminate, con una straordinaria biodiversità e grandi siti storici-architettonici che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Adagiata sul Tropico del Cancro, all’entrata del Golfo del Messico, Cuba è l’isola maggiore delle Grandi Antille e per questo motivo è chiamata anche la “Isla Grande”. Secondo la definizione del poeta Nicolàs Guill è un “lungo coccodrillo verde, con occhi d’acqua e di pietra”.

Una lunghezza di 1250 chilometri , 191 di larghezza nel punto più ampio, 5746 chilometri di costa: questi sono i numeri di Cuba.

È invitabile che il turismo balneare rappresenti la principale fonte di reddito dell’isola; le maggiori attrazioni sono rappresentate dalle splendide spiagge di Varadero, Cayo Coco e Cayo Largo, e dalle città di Santiago de Cuba, Holgui e la capitale Habana. Il tesoro di Cuba si estende anche alle acque circostanti e a tutte le isolette che formano l’arcipelago.

Oltre al mare cristallino e alle lunghe spiagge di sabbia bianca, Cuba ha lati nascosti ugualmente imperdibili. È sufficiente allontanarsi dalla costa per scoprire percorsi alternativi, dove la natura incontaminata è la vera protagonista, salvaguardata dall’intervento attivo dell’uomo, tanto


La natura incontaminata che ricopre gran parte della superficie dell’isola che sono stati istituiti parchi naturali, riserve nazionali e ben sei biosfere UNESCO.

Uno di questi parchi, che si estende tra le province di Guantanamo ed Holguin, è stato dedicato al naturalista tedesco Alexander von Humboldt che nel suo viaggio in Sudamerica descrisse Cuba come un continente in miniatura.

Preservare la biodiversità diventa quindi la parola d’ordine del governo attuale. Basti ricordare che alla fine degli anni ’50 del Novecento le foreste ricoprivano solo il 14% del territorio cubano, oggi la percentuale è salita al 25%.

Un grosso patrimonio verde che è stato però colpito dal perdurare della crisi economica e che solo ora sta facendo conoscenza del cosiddetto “ecoturismo”.

In realtà c’è ancora molta confusione, alcune zone segnalate come naturalistiche dalle guide turistiche locali sono pure aree di divertimento. Sono pochi i territori che vantano caratteristiche simili ai parchi come li intendiamo noi, così anche i servizi di sostegno, come bivacchi e centri di visita.

I sentieri segnati sono rari, non esistono cartine e le guide professioniste non sono sufficienti per accompagnare i turisti attraverso catene montuose, ambienti semidesertici, foreste umide e zone paludose, solo alcuni dei tanti e variegati scenari naturalistici che Cuba sa offrire.

Un vero e proprio paradiso terrestre che deve essere ad ogni costo rispettato e preservato dalle minacce ambientali.


Le specie animali presenti sull’isola devono essere protette dall’interferenza dell’uomo. Ora che è stato revocato l’Embargo, tutto l’ecosistema dell’isola è fortemente a rischio.

In viaggio

Il viaggio può iniziare da sud-est, dalla storica provincia orientale dove sorge Santiago de Cuba, considerata la città ribelle perchè protagonista di molti avvenimenti rivoluzionari dell’isola. Il suo centro storico, con edifici bassi decorati da balaustre in ferro, presenta vie strette e intricate su vertiginosi saliscendi.

Ad est della città c’è la Baconao, una delle sei riserve della biosfera targate UNESCO. All’interno della riserva si trova uno dei “veri” parchi nazionali di Cuba: il Parco Nazionale Sierra Maestra, a cavallo fra la Sierra de la Gran Pietra (Grama) e Sierra Tarquinio (Santiago).

È il maggior sistema montuoso dell’isola, e la fitta foresta pluviale che la ricopre fu il rifugio di Fidel Castro e dei suoi guerriglieri.

In due giorni si può salire al Pico Real del Tarquinio (m 1974), la cima più alta di Cuba, in un ambiente selvaggio e avvolgente, per vivere una delle escursioni più emozionanti per i camminatori esperti.

E’ sufficiente lasciarsi le coste alle spalle per pochi chilometri per immergersi in una natura selvaggiaDa qui è possibile fare anche un trekking di tre giorni che si snoda dall’Alto del Naranjo fino al villaggio Las Cuevas sul mare, che va effettuato di preferenza nella stagione secca (da novembre ad aprile). Nell’area centrale della costa ovest, per respirare l’atmosfera coloniale si può fare un giro nelle strette vie ciottolate del centro storico di Trinidad, in un complesso urbano fra i più interessanti dell’isola e gioiello caro all’UNESCO.

Dalla città, con una locomotiva a vapore è possibile visitare la Valle de Los Ingenios e vedere le rovine degli zuccherifici del XIX secolo che hanno reso ricca la città, grazie allo sfruttamento schiavista delle piantagioni di canna da zucchero.

Fuori dal centro abitato ci sono alcuni ranch per turisti che organizzano escursioni a piedi e a cavallo lungo la suggestiva cascata del Salto del Caburnì e sulla catena montuosa della Sierra del Escambray.

Più a nord, sulla costa caraibica, c’è il Parco Nazionale Cienaga de Zapata, anche questo incluso in una riserva della biosfera, un vasto territorio le cui paludi di macrovie sono il regno incontrastato del coccodrillo cubano, specie endemica.

A dieci minuti d’auto dalla celebre Baia dei Porci è possibile vedere questo grande rettile nei vasconi del vivaio La Boca de Guama.

Anche se molte parti del parco restano off limits per i visitatori, le escursioni nella foresta, o lungo i canali e lagune, permettono di osservare tantissime specie di volatili migratori, come aironi, fenicotteri e gru, oppure endemici, come il colibrì di Elena, con il suo centimetro e mezzo di lunghezza considerato l’uccello più piccolo al mondo.

Da vedere anche l’odierna capitale, L’Avana, una metropoli popolata e vivace, che, nonostante la diffusa povertà e lo scalcinato aspetto dei suoi edifici, seduce il visitatore come il canto di una sirena.

Il centro storico è il più vasto nucleo coloniale dell’America Latina, opera di un lento restauro nonostante sia stato dichiarato Patrimonio Culturale dell’Umanità.

Al suo interno sono concentrati quasi tutti i musei, le botteghe d’epoca, i punti caratteristici del mito hemingwayano e i circuiti di vista sono ben segnalati.

Da non mancare come meta la cattedrale di San Cristobal e il Malecòn, il mitico lungomare che spesso è investito dalle mareggiate e che di sera diventa il “salotto” degli habaneros.

Sicuramente un luogo da vedere è anche il nord-ovest, questa e la zona dello sviluppo più antico, dove sono prosperate le piantagioni di tabacco tuttora operanti e le prime piantagioni di canna da zucchero, poi estese nel resto dell’isola.

La provincia di Pinar del Rio è una lingua di terra attraversata dalla Cordigliera Guaniguanico, dove si trovano alcuni degli scenari più affascinanti dell’isola. Il primo contrafforte naturale che s’incontra è la Sierra del Rosario, una serie di collinette dominate dalle due gobbe di cima El Pan de Guajaibón (m 699), ricoperte da foreste di pino e quercia.

Per visitare la zona è necessario raggiungere il villaggio di Soroa, dove ci si può recare all’orchidario, che ha oltre 600 specie, tra cui 250 cubane, e tanti altri esemplari di flora tropicale. Interessante è anche la visita alla comunità ecologica Las Terraz, che basa la sua economia su turismo e lavorazione del legno.

Questo parco è il paradiso dei cicloturisti organizzati, che vengono fin qui dal Nord Europa perché trovano percorsi molto differenziati su piste, sentieri forestali e strade, senza il pericolo del traffico delle auto, in molti casi precluso o scarso.

A ciò vanno uniti il clima, la bellezza dei posti e la solitudine dei luoghi. Percorsi segnati e percorribili anche a piedi, circondati da piccoli laghetti, con alcuni itinerari di un paio d’ore, permettono di addentrarsi dentro la foresta tropicale e raggiungere una vecchia piantagione di caffé francese.


Le automobili sono uno degli elementi rappresentativi dell’isolamento che ha vissuto quest’isola

Più a ovest, alla base della Sierra de Los Órganos, un’eccezionale veduta è offerta dalla valle di Viñales, che ha caratteristiche geo-morfologiche uniche in tutta Cuba. Un paese a due piani: sopra foreste e colline rocciose modellate dalla natura, coltivazioni del leggendario tabacco e fattorie costruite dall’uomo, sotto grotte e gallerie, fiumi e laghetti.

Base ideale per la visita alla depressione carsica è la cittadina di Viñales, caratterizzata da basse case di legno con veranda, diventata Monumento Nazionale. La valle, protetta da un Parco Nazionale, offre un eccezionale paesaggio: i campi coltivati negli avvallamenti, detti hoyos, sono circondati da isolate e tondeggianti colline rocciose, disseminate di grotte, chiamate mogotes, in mezzo alle quali spiccano le sagome delle palme reali.

Questo albero, inserito nell’emblema di Cuba, è onnipresente e caratterizza con milioni di esemplari l’aspetto di tutta la nazione. Inoltre ha anche un ruolo religioso nella Santeria, la religione di origine africana trapiantata nell’isola dagli scavi.

Un viaggio nella natura di Cuba, terra meticcia creatasi in cinque secoli, figlia di tanti padri eppure così unica, con un popolo amichevole e fiero, permette di scoprire anche le contraddizioni e la cultura di questa nazione unica.

Testo e Foto
Romano Visci

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