Non vogliamo portar via la parte a Tarzan. Ad aspettarci al Parco Avventura ci sono ponti tibetani, corde e teleferiche sospese, percorsi aerei che consentono alle persone di divertirsi e testare in modo divertente e sicuro le proprie capacità agli sport di montagna.
All’origine impiegati per la formazione psico-fisica di reparti militari e di soccorso, i parchi aerei sono stati “promossi” e portati alla curiosità del grande pubblico da attività sportive e raid estremi, in particolare dal survival, che li hanno presto trasformati in attività divertenti capaci di coniugare il binomio“natura-avventura” a due passi dalle metropoli (addirittura “dentro” i parchi urbani).
La passione per i Parchi Avventura si sta diffondendo a macchia d’olio, sono percorsi all’aperto che consentono di provare l’emozione di arrampicare e destreggiarsi sospesi nel vuoto anche a persone che hanno poca dimestichezza con l’ambiente verticale, coinvolgendo un pubblico più vasto rispetto a quello che va in montagna con le attrezzature adeguate e la preparazione necessaria.
Non stiamo parlando di arrampicata sportiva, free-climbing, bouldering, alpinismo o vie ferrate, ma di un’attività outdoor fatta in un ambiente controllato e sicuro, rivolto a chi ha un minimo di fisicità. Il Parco Avventura può rappresentare il primo passo verso la montagna vera, anche qui siamo immersi nella natura, ma non a stretto contatto con la roccia; i nostri limiti non sono testati sulle pareti di granito o calcaree, il superamento delle difficoltà oscilla sempre dall’alto, ma dai tronchi di alberi importanti, ci spostiamo come acrobati tra rami, corde e foglie, sempre a contatto con l’ambiente. Tutto in massima sicurezza grazie a dispositivi di protezione individuale: casco, longe, imbracatura, moschettoni e carrucola, omologati secondo le specifiche norme di sicurezza.
Il Parco Avventura è una moda che coinvolge un pubblico sempre più vasto, ha preso campo in Europa negli anni ’90 e ancora prima negli Stati Uniti, dove oggi si contano più di 15.000 strutture (in alcuni Parchi Nazionali sono stati addirittura sviluppati “campeggi” su tende appese ad alberi secolari, che fungono da “stazioni” per ascensioni acrobatiche tra una pianta e l’altra), veramente tante rispetto ai nostri 150 Parchi Avventura o ai 500 circa dei cugini d’Oltralpe. I francesi sono stati i primi a intuire le grandi potenzialità ludico-sportive dei parchi aerei e oggi la Francia è all’avanguardia sia per numero di parchi aerei sia nella costruzione di queste strutture. In realtà, in Italia esistono, e da molto tempo, strutture antesignane dei moderni Parchi Avventura.
Operante fin dal 1986, la Federazione Italiana di Survival Sportivo e Sperimentale da oltre vent’anni installa questi impianti nei corsi e nelle gare di survival, nelle prove di selezione per raid (Camel Trophy e tutti i similari e succedanei) e anche negli addestramenti per i reality show televisivi a carattere avventuroso (L’Isola dei Famosi, etc), ma, soprattutto, nei corsi di didattica antropologica dedicati a scuole, corsi universitari di Scienze Motorie e negli outdoor training per le aziende.
Il Tree Climbing (letteralmente “scalate sugli alberi”) consiste nel percorrere su ponti tibetani, funi, reti e altri divertenti ostacoli, itinerari “aerei” collocati ad altezze variabili tra i 10 e i 20 metri che raccordano tra loro grandi alberi – solitamente installati in boschi vicini a città o centri di vacanza – creando una sorta di “parco giochi” sospeso nel vuoto che attira l’entusiasmo di grandi e bambini.
Oggi può sembrare una bizzarria per pochi estrosi sportivi, ma in realtà sono già molte le amministrazioni locali, in ogni regione della nostra penisola, che stanno vagliando preventivi e soluzioni per realizzare strutture permanenti o mobili in grado di offrire al pubblico l’emozione di una “passeggiata” nel vuoto tra gli alberi di boschi e parchi.
Naturalmente, nel realizzare i Parchi Avventura bisogna prestare attenzione all’ambiente, soprattutto la vegetazione coinvolta, quasi sempre composta da magnifiche piante pluricentenarie che si trovano “imbrigliate” e a volte “strangolate” da cavi d’acciaio, morsetti, ferite dal taglio di grossi rami o dall’infissione di perni, punte, e altri “strumenti di tortura” per l’ancoraggio di funi e attrezzature. Non devono essere le stesse metodologie impiegate per le vie ferrate su roccia, con poca attenzione per le “pareti” – in questo caso i tronchi degli alberi – dove vengono collocati i punti di sosta e ancorati i cavi che sostengono le strutture sospese.
L’idea di “giocare” tra gli alberi praticando un’attività assolutamente divertente e al tempo stesso “impegnativa” per corpo e spirito ci trova sicuramente favorevoli, a patto che venga innanzitutto rispettato l’ambiente naturale che la ospita e soprattutto gli alberi, “colonne” del cielo e della nostra vita.
Se siete pronti per iniziare e divertirvi in totale sicurezza, potete consultare la lista delle strutture censite da Parchi Avventura Italiani (Associazione che si occupa di norme tecniche, temi fiscali ed aspetti autorizzativi del settore). Le strutture sono elencate per provincia e cliccando sui singoli Parchi Avventura ci si collega al sito, per consultare gli orari di apertura, i contatti ecc.
Prima di passare in rassegna i 10 consigli per iniziare, desideriamo ricordarvi che seppure la parola d’ordine del Parco Avventura sia “sospensione”, anche ad altezze di 15 – 20 metri nei percorsi rossi, seguendo le semplici regole impartite durante il breafing dagli istruttori e grazie all’equipaggiamento di sicurezza, si effettua in condizioni di MASSIMA SICUREZZA.