Scarpe da trekking donna: quali scegliere e come sono fatte

La struttura dello scarpone da donna è diversa rispetto a quella dell'uomo. La conformazione del piede è differente, per questo una scarpa tecnica come quella da trekking deve tenere conto di queste specificità per garantire il massimo comfort

4 aprile 2022 - 8:53

Scarpe da trekking da donna: come sono fatte

Le scarpe da trekking da donna sono progettate tenendo conte della biomeccanica di appoggio del piede femminile. Seppure apparentemente gli scarponi si assomiglino tra i modelli femminili e maschili ci sono differenze sostanziali.

In passato le scarpe da trekking per le donne erano semplicemente più piccole di quelle per l’uomo e l’unico differenza era dettata dal colore.

L’anatomia femminile è diversa, le differenze partono già dal basso, dagli arti inferiori che svolgono l’importante funzione di supporto a tutto il corpo. La diversa forma del piede si riflette in una diversa vestibilità, comfort e peso della scarpa da donna rispetto a quella da uomo.

Vediamo insieme quali sono queste differenze che, per inciso, non sono dovute unicamente ad una “calzata” più stretta, ma richiedono calzature costruite su forme specifiche per le donne.

 

Scarponi da donna: le caratteristiche principali

In commercio ci sono decine di modelli di scarpe per uomo e per donna: ad un occhio inesperto potrebbe apparire l’ennesima trovata di marketing, ma non è così.

Peso e forma del piede sono diverse, le scarpe hanno realmente caratteristiche proprie, se un modello va bene per l’uomo non è detto che vada bene anche per la donna.

Il piede femminile ha una diversa conformazione e il lavoro che la scarpa deve svolgere durante la camminata è differente, quindi la scelta della calzatura deve essere oculata e ragionata.

L’impatto di una scarpa sbagliata sul nostro fisico – e non solo sul piede – comporta l’insorgere d’infiammazioni, dolori articolari e il rischio di infortuni importanti.

I problemi più grandi subentrano quando il piede “balla” all’interno della calzatura – quindi perde in stabilità e aderenza sul terreno – e dallo strofinio sui bordi della scarpa che inducono l’insorgenza di vesciche se non addirittura di piaghe.

Quindi, le aziende negli ultimi anni hanno fatto importanti investimenti nella ricerca e nella tecnologia per progettare e realizzare le scarpe giuste per le escursioniste, intervenendo nella forma, nella struttura e nella composizione degli elementi che si trovano nella scarpa.

> Leggi anche: Scarpe da acquistare? Usiamo i piedi di piombo

 

Scarpe: questione di forme

Tomaia, conchiglia, intersuola e battistrada, anche nei quattro elementi principali che compongono una scarpa si possono notare differenze concrete tra modelli per uomo e per donna.

La tomaia, lo sappiamo, “fascia” il piede, lo protegge e lo supporta. Deve garantire robustezza, leggerezza e traspirabilità.

Nella scarpa femminile la tomaia è più sopraelevata e torreggiante perché deve dare supporto al piede a livello dell’arco plantare, che nella donna è più alto rispetto a quello dell’uomo.

Infatti, il piede non poggia completamente a terra, rimane rialzato nella parte centrale grazie alla volta e agli archi plantari che delimitano una superficie di forma triangolare con il vertice rivolto verso il tallone.

Questa concavità nelle donne è più accentuata e deve essere “riempita” di più rispetto agli scarponi per gli uomini: il “ponte” al centro della scarpa permette un appoggio ottimale e continuo dell’arco plantare con il risultato di “sentire” la scarpa in modo continuo su tutta la pianta del piede.

Alcune aziende per dare maggiore supporto a livello dell’arco plantare hanno adottato l’integrazione tra tomaia e intersuola.

Apriamo una breve parentesi sulla allacciatura della scarpa per il trekking: sembra un dettaglio, ma se i lacci scorrono fluidi nei ganci in acciaio inossidabile, la tomaia si adatta meglio al piede senza alcuna compressione o punto di frizione.

La conchiglia, ossia la parte posteriore della scarpa, che avvolge il piede a livello del tallone nelle donne si restringe perché il retropiede è più piccolo rispetto a quello dell’uomo.

Le situazione s’inverte dal lato opposto della scarpa: infatti, sempre in relazione alla morfologia dell’arto, nelle donne la parte distale del piede si allarga, soprattutto in corrispondenza dei metatarsi e delle falangi più lunghe e flessibili (anche per questo le donne soffrono più degli uomini dell’alluce valgo).

Quindi, sempre lei, la tomaia, cerca di compensare l’avampiede più ampio e mobile “accompagnando” il profilo del piede per non creare dei vuoti che provocherebbero strofinamento con insorgenza di vesciche.

Intersuola. A metà tra la tomaia e il battistrada troviamo l’intersuola, una delle parti più importanti per la dinamica della scarpa. Il suo compito è quello di attutire tutti gli urti durante il cammino, soprattutto nella fase di appoggio.

Anche per questo, ancora prima del battistrada è il sistema ammortizzante a subire l’usura del tempo.

I dolori alle articolazioni e ai tendini – in particolare il tendine d’Achille, più corto nelle donne – come anche alla schiena a livello lombare, dipendono da una scarpa scarica che tende ad avere cedimento soprattutto laterali. In tal caso è giunto il momento di cambiarla!

> Leggi anche: Risuolare gli scarponi: conviene davvero?

Tornando all’intersuola, la reattività e l’ammortizzazione devono essere ben calibrate: nel modello femminile l’intersuola avrà una minor densità visto che le donne, a parità di statura, sono più leggere, quindi la biomeccanica dell’impatto al suolo del piede è inferiore di un 15% rispetto a quello dell’uomo.

Stesso discorso vale per la soletta interna che nei punti di pronazione e supinazione deve assorbire la pressione del piede in aree specifiche: ad esempio a livello del tallone dove il punto di appoggio è più centrale rispetto a quello dell’uomo.

_ Battistrada:

É la parte della scarpa che aderisce al terreno, quindi sicurezza, aderenza e trazione dipendono dal battistrada che può essere attaccato o parte integrante dell’intersuola.

La marca più popolare è la Vibram, non l’unica però: Michelin ha trovato soluzioni innovative che rompono regole consolidate e anche l’aderenza della suola Pomoca è praticamente perfetta grazie ad una generosa e ben studiata tassellatura.

Le mescole utilizzate solitamente sono in gomme vulcanizzate, cristalline o al carbonio. Sono loro a definire quanto grip avremo sul sentiero.

Collare della scarpa. Soprattutto in montagna, su sentieri tecnici la caviglia deve muoversi il meno possibile all’interno della scarpa, quindi si prediligono i modelli alti.

In quelli per uomo la parte destinata a proteggere la caviglia è sempre più larga, invece nelle donne il collare è ridotto avendo le escursioniste una caviglia più sottile e snella.

In conclusione, l’assenza di punti di compressione abbinati alla sensazione di avere il piede “fasciato” all’interno di un guscio morbido e protettivo, sono le giuste aspettative per tutte le escursioniste.

 

Salewa Rapace Gore-Tex®

Il Rapace GTX è uno scarpone leggero per l’alpinismo, che combina un nubuck resistente e una protezione impermeabile e traspirante GORE-TEX®.

Un grip rassicurante, comfort e sostegno – la soluzione di SALEWA per le vie ferrate e l’alpinismo. Il Rapace GTX presenta il 3F System per il sostegno della caviglia, la flessibilità e una calzata perfetta, nonchè una mobilità posteriore della caviglia incrementata dal Flex Collar.

La suola Vibram® WTC ha tasselli aggressivi che permettono una buona trazione, garantendo un’andatura naturale e la massima sicurezza su roccia, e grazie all’intersuola con tecnologia Bilight è assicurata un ammortizzazione di lunga durata rispetto alle suole tradizionali.

All’interno dello scarpone, la tecnologia Bilight TPU di SALEWA nell’interscuola assicura una rullata ergonomica e un ammortizzazione di lunga durata, per un comfort extra.

Il Rapace GTX è anche sufficientemente rigido per essere utilizzato con ramponi ibridi/semi-automatici. In più, la membrana in GORE-TEX® Performance Comfort garantisce un comfort termico ottimale se il tempo si chiude ed è presente un bordo integrale in gomma per la protezione contro rocce e pietre.il peso è di 1390 gr il paio.

_ Disponibili anche su Amazon:

 

Lowa Lady Light Gtx

Questo scarpone è stato progettato per le donne con i piedi sensibili che sono alla ricerca di un grande scarpone da trekking con più spazio nell’area del metatarso.

Inoltre, la tomaia in un pezzo unico non ha cuciture interne, mentre i passanti in pizzo a nastro piatto giacciono piatti per evitare la pressione lungo il collo del piede. Realizzato per le donne.

Quando le donne escono per lunghi tour di trekking o sono in giro per escursioni impegnative da rifugio a rifugio, i piedi comodi sono una priorità assoluta. Questo è esattamente ciò che offre questo scarpone da trekking da donna tecnico e facile da indossare.

È stato progettato tenendo conto di tutte le esigenze speciali del piede di una donna, dall’ultima speciale alla cuffia morbida particolarmente burrosa, dallo schienale profondamente inciso per la libertà del vitello alla punta di un camerino.

Costruito con moderni metodi di costruzione, questo scarpone tecnico ma flessibile in nabuk vi conquisterà con la sua impressionante leggerezza e il suo elevato comfort.

La cucitura estremamente limitata nell’avampiede limita la possibilità di punti di pressione e abrasione.

Il sistema X-Lacing consente una calzata perfettamente personalizzata con una pressione uniformemente distribuita che garantisce una calzata robusta e sicura. La suola LOWA Trac Lite offre la migliore aderenza e una buona scorrevolezza su superfici variabili su e fuori pista.

L’interscuola in PU a due strati combina un’elevata stabilità con un’ammortizzazione efficace.

Allo stesso tempo, la fodera GORE-TEX® impermeabile e traspirante garantisce una gestione della temperatura confortevole praticamente in qualsiasi condizione climatica.

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