Austrian hiking blaze or trail marker on a tree in a forest, Austria, Europe
La gestione della rete sentieristica è un momento particolarmente delicato, quindi è bene rivolgersi al CAI per la sua esperienza, competenza e capillare presenza sul territorio.
Per affrontare l’argomento in modo più esaustivo vi consigliamo di leggere il manuale “Sentieri – pianificazione segnaletica e manutenzione“, realizzato dalla Commissione Centrale per l’Escursionismo e giunto nel 2010 alla sua 4° edizione.
I sentieri sono il prodotto di un inestimabile retaggio storico e devono essere segnalati in maniera chiara e comprensibile, ma al tempo stesso essenziale e non eccessiva.
Anche perché l’escursionista di oggi considera i segnavia come un elemento essenziale per le sue camminate che seguono gli itinerari segnati.
Le sigle adottate dal CAI classificano i sentieri in base al tipo di traccia e in relazione alla preparazione tecnica e l’impegno richiesto nel percorrerli.
_ Gli ITINERARI DI MEDIA E LUNGA PERCORRENZA, adatti ad escursionisti in genere esperti, durano più giorni e quindi devono essere dotati della necessaria ricettività lungo il percorso. Questi percorsi devono essere ben segnalati ed attrezzati.
_ Gli ITINERARI A BREVE PERCORRENZA sono quelli più diffusi e durano generalmente un giorno. Tra questi possiamo annoverare anche percorsi di chiaro scopo didattico formativo, ossia gli itinerari a tema prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) che di solito si sviluppano in aree limitate e ben servite, come le aree protette.
_ I SENTIERI TURISTICI sono itinerario di ambito locale, su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e rivestono particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico-ricreativo.
Nella scala di difficoltà CAI è classificato T – itinerario escursionistico-turistico. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.
_ SENTIERO ESCURSIONISTICO SEMPLICE – Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli. Rappresenta il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieristica organizzata.
Può avere tratti ripidi, i tratti esposti sono di norma o protetti o attrezzati. Può prevedere facili passaggi su roccia, non esposti e che comunque non richiedono conoscenze alpinistiche specifiche. Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI è classificato “E” – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche.
_ SENTIERO ESCURSIONISTICO AVANZATO – Itinerario generalmente segnalato, ma che richiede capacità di muoversi su terreni particolari, quali tratti su terreno impervio o infido, tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche (es. tratti attrezzati), tratti non segnalati, ecc. Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI è classificato “EE” – itinerario per escursionisti esperti.
_ SENTIERO ESCURSIONISTICO ATTREZZATO – Percorso attrezzato che richiede l’utilizzo dell’attrezzatura per via ferrata. Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI è classificato “EEA” – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura.
Lungo i sentieri sopra specificati possiamo trovare la segnaletica del CAI con la numerazione a tre cifre: la prima cifra individua il Settore di attribuzione, le altre due identificano il numero del sentiero all’interno del Settore.
Nel caso di sentieri troppo brevi e varianti rispetto al sentiero principale è preferibile assegnare lo stesso numero del sentiero principale seguito da una lettera.
Inoltre è buona norma riservare i primi dieci numeri di sentiero di ogni Settore a quei percorsi che fanno parte degli itinerari di media e lunga percorrenza.
Una corretta impostazione della rete escursionistica prende avvio già dai centri abitati e i sentieri sono segnalati ad iniziare dalla stazione ferroviaria, dagli impianti di risalita o dalle fermate delle corriere pubbliche.
La segnaletica verticale deve conservare le medesime caratteristiche di quella che poi s’incontra lungo i sentieri.
_ La segnaletica si differenzia in verticale e orizzontale:
SEGNALETICA VERTICALE – È costituita dalle tabelle all’inizio del sentiero e agli incroci più importanti, che contengono informazioni sulle località di posa, con nome e quota del luogo, o sulle località di destinazione (meta ravvicinata, intermedia e di itinerario) con i tempi di percorrenza e il numero del sentiero.
SEGNALETICA ORIZZONTALE – È formata da segnavia a vernice di colore bianco-rosso o rosso-bianco-rosso, posti all’inizio e lungo il sentiero, su sassi o piante, utilizzati per offrire l’informazione di continuità e conferma del percorso.
TABELLA SEGNAVIA – Ha la forma di freccia e si usa per indicare la direzione della/e località di destinazione del sentiero e il tempo indicativo necessario ad un medio escursionista per raggiungerla/e a piedi. Va collocata a inizio e fine dell’itinerario, agli incroci con altri itinerari segnalati e con strade. È contraddistinta dalla punta rossa e dalla coda rossa-bianco-rossa.
TABELLA LOCALITÀ – La troviamo agli incroci più significativi di un percorso (passi, forcelle, piccoli centri abitati) che trovino usualmente riscontro sulla cartografia e nelle mete indicate sulle tabelle segnavia; di norma contiene il nome della località e la relativa quota (non aggiungere punti per l’abbreviazione di metri o per le migliaia).
Per la realizzazione delle tabelle è possibile utilizzare differenti TIPI DI MATERIALE.
La scelta fra gli stessi non è sempre facile ed è condizionata dalla continua evoluzione dei materiali.
Il forex o il multistrato in resina fenolica praticamente non richiedono manutenzione, durano a lungo nel tempo ed hanno un rapporto durata-prezzo migliore rispetto agli altri. In alternativa al Forex o multistrato è possibile utilizzare tabelle in metallo o in legno.
Le tabelle in metallo, a fronte di una durata e solidità sicuramente maggiori, sono abbastanza più costose, mentre quelle in legno presentano maggiori problemi di manutenzione.
Le tabelle in larice hanno una buona riuscita e durano nel tempo, il castagno sconsigliato perché contiene una elevata quantità di tannino ed è di colore scuro, il lamellare è sconsigliato perché presenta difficoltà nella fase di incisione, abete e pino sono sconsigliati perché tendono a spaccarsi ed è di minor durata.
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