

Friuli d’estate al fresco: panorami e memorie di guerra a Miezegnot
Lontano dai sentieri affollati, il trekking del Piccolo e dello Jôf di Miezegnot attraversa una delle aree più autentiche delle Alpi Giulie friulane: un'esperienza unica tra natura e memorie della Grande Guerra
Nel cuore delle Alpi Giulie tra panorami selvaggi e tracce della Grande Guerra
Il Friuli Venezia Giulia, terra di confine e di grande varietà paesaggistica, in estate diventa un luogo incantevole.
In Val Saisera si sviluppa uno dei trekking più affascinanti della regione: l’itinerario del Piccolo Miezegnot e dello Jôf di Miezegnot.
Questo percorso unisce l’esperienza dell’escursionismo in quota con la possibilità di esplorare un vero e proprio museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale.
Si cammina infatti tra resti di trincee, osservatori militari, ricoveri in pietra e cappelle commemorative.
Lo Jôf di Miezegnot, che con i suoi 2087 metri domina la Val Canale, è tra le vette più significative della zona, e offre una visuale spettacolare su tutta la catena delle Giulie, dal vicino Monte Lussari fino alla Slovenia.
L’itinerario del Piccolo Miezegnot e dello Jôf di Miezegnot
Il punto di partenza dell’escursione si trova nei pressi del “cimitero austro-ungarico degli Eroi”, lungo la strada della Val Saisera, poco oltre Valbruna, a circa 800 metri di quota.
Da lì si imbocca il sentiero CAI 607 che, inizialmente, sale tra boschi di abete rosso e larici fino a raggiungere Malga Raugna, un punto panoramico notevole.
Proseguendo, si arriva anche alla Cappella Zita, un edificio commemorativo risalente al 1917, voluto dall’imperatore Carlo I d’Asburgo in onore della moglie Zita, costruito a pochi passi dalle retrovie austriache.
Lungo il sentiero si incontrano numerose testimonianze belliche: ricoveri, murature difensive e postazioni di osservazione scavate nella roccia, che rendono il percorso particolarmente evocativo.
Continuando lungo la dorsale erbosa, si affrontano tratti più ripidi e tecnici fino alla cresta del Peceit (1968 m), da cui si prosegue verso la vetta dello Jôf di Miezegnot (2087 m).
Da qui, la vista spazia sulle Giulie, le Alpi Carniche e, nelle giornate limpide, persino sull’Adriatico.
L’itinerario si sviluppa per circa 11 Km complessivi (andata e ritorno), con un dislivello di circa 1100 metri fino al Piccolo Miezegnot, e di 1290 metri se si raggiunge la cima dello Jôf.
Il tempo complessivo stimato è di 6/7 ore di cammino, con possibilità di ritorno sul medesimo tracciato o di variante in discesa lungo il sentiero CAI 609 verso il Passo di Somdogna.
_ Il percorso completo su www.turismofvg.it
I segni della Grande Guerra lungo il sentiero
Durante la Prima Guerra Mondiale l’area del Miezegnot fu teatro di un intenso scontro tra le truppe austro-ungariche e quelle italiane.
Le postazioni militari che ancora oggi si incontrano lungo il sentiero – trincee, ricoveri in pietra e osservatori – fanno parte di un sistema difensivo costruito dagli austro-ungarici per presidiare la Val Saisera e controllare i valichi verso la Val Canale.
Il Piccolo Miezegnot ospitò una cruenta battaglia nel luglio del 1916, quando gli italiani tentarono di conquistare la dorsale, subendo però pesanti perdite.
La Cappella Zita, uno dei punti simbolici dell’escursione, fu edificata nel 1917 su volere dell’imperatore Carlo I, in onore della moglie Zita di Borbone-Parma.
Oggi, è uno dei pochi luoghi sacri di guerra ancora esistenti a quelle quote. Anche la vetta dello Jôf di Miezegnot, successivamente occupata dagli italiani, conserva i resti di un osservatorio militare da cui si controllava il fronte.
Camminare su questi sentieri significa dunque ripercorrere un tratto di storia europea incastonato tra le rocce, un vero e proprio museo a cielo aperto.
Prepararsi al meglio: i consigli utili
Per affrontare in sicurezza questo trekking è necessario essere dotati di un buon livello di allenamento e avere una buona dose di esperienza sui sentieri di media-alta montagna.
Il percorso, pur essendo ben segnalato (CAI 606, 607 e 609), presenta alcuni tratti ripidi ed esposti, in particolare nella parte finale verso la vetta dello Jôf di Miezegnot, dove sono richieste attenzione e passo sicuro.
È fondamentale indossare scarponi da montagna, portare con sé un abbigliamento tecnico a strati, una giacca impermeabile, acqua in abbondanza (non sono presenti fonti lungo il tracciato) e cibo per l’intera giornata.
I bastoncini telescopici sono consigliati, specialmente durante la fase di discesa.
L’escursione è consigliata tra fine maggio e ottobre, preferibilmente quando il clima è più stabile.
La cartografia consigliata è la Tabacco 019 “Alpi Giulie Occidentali – Tarvisiano”, mentre come base logistica si può utilizzare Valbruna, raggiungibile in auto dall’uscita autostradale di Malborghetto-Valbruna (A23), con parcheggio disponibile lungo la SP della Val Saisera.
Nel caso in cui si scegliesse la variante ad anello con discesa dal Passo di Somdogna, è utile organizzare preventivamente un mezzo per il rientro.
Non sono presenti punti di ristoro lungo il percorso, pertanto è richiesta un’autonomia completa per l’intera durata dell’escursione.
_ Qui trovate tutte le altre avvertenze generali
Informazioni utili
_ La pagina ufficiale del Friuli dedicata agli itinerari della Grande Guerra
_ La sezione dedicata a tutti gli altri trekking del territorio friulano
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