Parco della Val Grande: itinerario nel cuore dell’area protetta

Sopravvissuta al turismo di massa e fortunatamente lontana dalle speculazioni delle attività umane la Val Grande, gioiello dagli innumerevoli riflessi policromi, è diventata il rifugio di animali e uomini che cercano il primigenio equilibrio perduto

20 maggio 2018 - 13:05

Naturale porta d’acceso alla valle è la graziosa località di Vezza d’Oglio che, nutrendo una genuina vocazione agricola e turistica, richiama i villeggianti in cerca di tranquillità.

Ricco di acque e boschi questo luogo incantato si sviluppa verso Nord per dodici suggestivi chilometri, con un importante dislivello che va dai 1080 metri del paese ai 2722 del massiccio del Sasso Maurone che circonda la zona in un abbraccio granitico.

Si segue la ripida strada asfaltata che sale dalla frazione Tu e si prosegue sulla carrozzabile che da asfaltata diviene sterrata inoltrandosi nella Val Grande in un bosco di larici. Il percorso pianeggiante attraversa boschi di betulle delle località Gussaninino (m 1351) e Gussano.

La vallata è ampia e spaziosa, praticamente aperta. Lasciata sulla destra una deviazione, si scende nel bosco vicino al torrente Grande; passato il ponte si trova un trivio, da prendere a destra e si trova una comoda mulattiera che si inoltra tra betulle, ontani bianchi e larici affiancando per l’intero percorso il torrente.

Si arriva ad una ripida salita oltrepassando la località Valle. Dopo svariati saliscendi si attraversano numerosi pascoli e alcune radure e piccoli boschi che precedono l’attraversamento del torrente.

La presenza di molti crocefissi di legno lavorato testimonia il carattere devozionale di questa valle. La strada sale ripida nel bosco per poi tornare pianeggiante in zona Cappella di Caret  (m 1785).

Da qui la vallata cambia aspetto, diminuiscono gli alberi che lasciano spazio alla roccia e alla prateria. Dopo un terreno torboso si attraversa il torrente e appare la parete Sud-Ovest della Punta di Pietra Rossa.

Tra le baite della malga ci sono tracce di lavorazione di latte e, nascosto parzialmente da una palizzata si scorge un mulino.

Una larga striscia di terra e erba modellata dalle greggi, costituisce un tratturo che prosegue verso la parte alta della valle, attraversa il torrente e si alza tra larici e rododendri. Superata una serie  di valloncini alluvionali si arriva al Rifugio Saverio Occhi al Plazzo dell’asino a 2047 metri.

Dedicato alla memoria dell’alpinista originario di Vezza d’Oglio Saverio Occhi, tragicamente caduto il 17 maggio 1992 mentre saliva in solitaria la parete nord del Lyskamm occidentale (vetta di 4.470 m. del Massiccio del Monte Rosa).

Venne inaugurato il 25 settembre 1994 e da allora costituisce un fondamentale punto di riferimento per chi voglia scoprire le stupende vallate dell’Alta Valle Camonica. Altro punto di appoggio, più a valle è l’Albergo Ristorante “Al Ponte” (Vezza d’Oglio, Tel. 0364.76240).

 

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