Puglia, Alberobello: trekking lungo lo storico acquedotto pugliese

Questa maestosa opera idraulica fu realizzata nel periodo del governo Giolitti, dando la possibilità di far arrivare l’acqua proveniente da Avellino fino a Bari, ed è lunga ben 244 chilometri.

20 maggio 2018 - 12:08

La struttura fu costruita dal 1906 al 1915, risolvendo il grosso problema idrico di tutta la regione.

La prima parte del percorso, piuttosto pianeggiante, corre sulla strada di servizio dell’acquedotto, la seconda invece si immerge in una realtà rurale con maggiore dislivello.

È facilmente percorribile a piedi o in mountain bike.

Il percorso solo in rari punti è all’ombra quindi, si consiglia di proteggersi. Munirsi di acqua prima della partenza perché lungo il percorso e nei pressi della partenza non vi sono fonti d’acqua.

Dai ponti e lungo il percorso dell’acquedotto ci sono ampie vedute panoramiche sul Canale di Pirro e sulla fascia boscosa che lo percorre, residuo dell’antica copertura boschiva del territorio, dove domina il fragno, una varietà di quercia.

Dopo aver consentito all’escursionista di scoprire questo piccolo angolo di natura originaria e quasi incontaminata, nella seconda parte il percorso si dipana fra le stradine di campagna, portandoci a diretto contatto con il paesaggio agricolo tipico di questa zona.

Il percorso:

Il percorso comincia da una stradina sterrata che passa alla destra di un trullo adiacente a un piccolo casato rurale. Già dai primi metri il percorso si presenta sterrato e in leggera discesa.

Procedere dritti, mantenendosi a sinistra alla prima biforcazione. La stradina termina la sua discesa al bivio che bisogna imboccare a destra, oltrepassando un cancello giallo e nero che delimita la proprietà privata dell’acquedotto.

Nonostante il cartello, che intima il divieto di accesso, è consolidato il permesso di accedervi a piedi o in bicicletta mentre è severamente vietato l’ingresso ai visitatori con mezzi a motore.

Il percorso a questo punto diventa un piacevole rettilineo con fondo di terra battuta e pietrisco che si estende per quasi 2 chilometri, dove si può immaginare che sotto i propri piedi scorra tantissima acqua, la stessa che verrà distribuita in tutta la regione.

Sulla sinistra, nei tratti dove la vegetazione lo permette, è possibile notare il Canale di Pirro, una depressione del territorio che forma un canale, largo in alcuni punti anche 1500 metri e lungo 12 chilometri.

Vale la pena di ricordare che molta della terra che oggi rende fertili i campi circostanti proviene proprio dal Canale di Pirro, da dove generazioni di contadini l’hanno prelevata e trasportata a spalle sull’altopiano, impegnati in un’eterna battaglia contro l’erosione del sottile strato di terreno fertile che ricopre la roccia carsica delle Murge.

Camminando si incontrano ben 4 ponti e un piccolo casotto, oggi utilizzato dai manutentori. Al bivio andare dritto oltrepassando il cancello giallo e nero, e seguire sempre la strada sterrata principale ancora per un chilometro, fino a raggiungere un maestoso ponte.

Giunti qui, e dopo aver scattato qualche foto panoramica, si ritorna al cancello giallo per seguire la stradina subito a sinistra, leggermente in salita. Qui il percorso cambia aspetto diventando più rurale e anche più impegnativo, essendo in leggera salita e a fondo pietroso.

La stradina si immerge tra distese di ulivi e trulli per tutto il percorso rimanente; si consiglia di prestare attenzione alla traccia visti i numerosi bivi e intersezioni che possono trarre in inganno l’escursionista.

Il percorso sterrato termina e ci si ritrova sulla SP162 che bisogna percorrere per poche decine di metri fino a giungere all’incrocio con SP77. Si svolta poi a sinistra, si percorrere la strada per pochi metri e si svolta alla prima stradina a destra per raggiungere il punto di partenza.

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