

Estate al fresco in Trentino: 5 trekking spettacolari tra laghi e rifugi
Dal gruppo del Cevedale al Parco Paneveggio, passando per le vette dell’Adamello e i silenzi del Lagorai: cinque trekking ad anello o di andata e ritorno, perfetti per escursionisti mediamente allenati e per una giornata tra natura, storia e bellezza.
Estate al fresco in Trentino: 5 itinerari tra laghi, rifugi e panorami
Certe giornate nascono già con il desiderio di camminare. Magari in un luogo dove l’aria profuma di resina, le cime si specchiano nei laghi e il silenzio racconta storie antiche.
Il Trentino è pieno di angoli così: bastano un paio di scarponi, un minimo di allenamento e la voglia di partire.
Abbiamo selezionato cinque escursioni perfette per chi cerca un’esperienza appagante, senza affrontare difficoltà estreme. Giri ad anello o di andata e ritorno, con dislivelli tra i 500 e gli 800 metri, ideali per una giornata intera all’aria aperta.
Che tu voglia goderti un bel panorama, raggiungere un rifugio o camminare tra i resti della Grande Guerra, qui troverai ispirazione per la tua prossima avventura.
1 – Cima Parì da Bocca di Trat, tra memoria e orizzonti infiniti
Nel cuore della Valle di Ledro, Cima Parì regala una delle vedute più ampie del Trentino occidentale.
In giornate limpide si distinguono chiaramente le acque turchesi del Lago di Ledro, il Garda più a sud, le Dolomiti di Brenta e le masse glaciali dell’Adamello.
Il sentiero ad anello parte da Bocca di Trat, poco sopra il Rifugio Pernici, e risale lungo il tracciato del sentiero SAT 435, noto anche come “senter de le vache”.
Attraversando pascoli e boschi, si raggiunge Bochet de Carèt e si scende verso Bocca di Saval, dove si imbocca una traccia non segnalata ma ben visibile che conduce direttamente alla cima.
La discesa segue il sentiero SAT 413 che riporta a Bocca di Trat, completando un giro che, oltre al valore paesaggistico, ha anche un forte significato storico: ci si muove infatti lungo la linea del fronte della Prima guerra mondiale, dove ancora oggi si possono osservare postazioni e resti militari.
Il tempo di percorrenza è di circa quattro ore e mezza, per una distanza complessiva di poco meno di dieci chilometri e un dislivello positivo di 580 metri. Un’ottima pausa è quella al Rifugio Pernici, dove gustare un piatto caldo con vista sui monti.
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2 – I laghi del Cevedale, tra ghiacciai e silenzi
Un percorso che incanta per la varietà dei paesaggi e l’atmosfera d’alta quota, quello che parte dal parcheggio di Malga Mare, in Val di Peio, e sale verso il Rifugio Larcher al Cevedale.
Qui si entra nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, dove l’ambiente glaciale è protagonista.
Dopo una prima salita tra larici e pini cembri, si raggiunge Pian Venezia, da cui il rifugio diventa visibile in lontananza.
L’arrivo al Larcher (2608 m) segna già un momento speciale, ma il meglio deve ancora venire.
Proseguendo in quota lungo il sentiero SAT 104, si raggiunge un piccolo passo oltre i 2700 metri, per poi scendere su un altopiano glaciale costellato di laghi.
Si incontrano il Lago delle Marmotte, il Lago Lungo e il Lago Nero, specchi d’acqua silenziosi incastonati tra le rocce, dove si riflettono le sagome del Cevedale, del Vioz e del Palon de la Mare.
Dopo aver attraversato il bacino artificiale del Càreser, si rientra scendendo su un lungo tratto tra pietraie e boschi. Con una breve deviazione è possibile visitare anche il piccolo Lago delle Lame.
L’intero anello misura circa 12 chilometri, con un dislivello di 725 metri e una durata stimata attorno alle cinque ore e mezza. Un’escursione perfetta anche per chi è appassionato di fotografia e fauna alpina.
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3 – Dal Rifugio Segantini ai Laghi di Cornisello, dove la Presanella si specchia
Nel gruppo dell’Adamello-Presanella, una delle escursioni più panoramiche è quella che collega la Valina d’Amola con i Laghi di Cornisello, passando per il Rifugio Segantini.
Si parte da un piccolo parcheggio in Val Nambrone, poco sopra la deviazione per la Valina, e si imbocca una strada sterrata che in breve conduce a Malga Valina d’Amola.
Attraversato un ponticello sul torrente, il sentiero si fa subito più ripido e risale il crinale con decisi tornanti.
La fatica è ampiamente ripagata all’arrivo al Rifugio Segantini, che sorge in un punto spettacolare sotto l’imponente parete nord della Presanella.
Superato il rifugio, si continua in traversata fino alla Bocchetta dell’Om, da cui si apre una vista mozzafiato sui laghi di Cornisello.
La discesa avviene lungo il sentiero 238, passando prima accanto al Lago Nero e poi lungo le sponde dei laghi principali fino al Rifugio Cornisello. Da qui, su comoda strada asfaltata, si rientra al punto di partenza.
Il giro, ad anello, misura circa 9,5 chilometri, per un dislivello positivo di circa 560 metri e una durata attorno alle cinque ore.
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4 – Lago di Erdemolo e Rifugio Sette Selle, nel cuore del Lagorai
Nel Lagorai occidentale, sopra la Valle dei Mòcheni, il Lago di Erdemolo è una delle mete più amate e fotografate.
Il sentiero inizia a Frotten, località nel comune di Palù del Fersina, e dopo un primo tratto tra le ultime case del paese, si inoltra in pascoli aperti e poi in boschi ombrosi.
L’ascesa vera e propria inizia poco oltre, su una pietraia che conduce al valico da cui, d’un tratto, si apre la vista mozzafiato sul lago.
L’acqua ha un colore incredibile, tra il verde e il turchese, e il luogo invita alla sosta. Proseguendo lungo il sentiero 324, si attraversano una serie di vallette con paesaggi mutevoli, fino a raggiungere il Rifugio Sette Selle.
La discesa verso Frotten è piuttosto ripida ma sicura, e completa un percorso circolare di circa 10,6 chilometri.
Il dislivello positivo è di quasi 800 metri, con un tempo di percorrenza stimato attorno alle 4 ore e 40 minuti.
Lungo il cammino è possibile deviare brevemente per visitare la miniera-museo Gruab va Hardimbl, interessante testimonianza della storia mineraria locale.
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5 – Cima Cavallazza, il balcone delle Dolomiti
Un’escursione breve ma ricchissima di suggestioni paesaggistiche e storiche è quella che porta alla Cima Cavallazza, sopra Passo Rolle.
Dal parcheggio della Malga Rolle si imbocca un comodo sentiero che conduce ai Laghi di Colbricon, già da soli meritevoli di una visita.
Da qui inizia la salita vera e propria, che risale il crinale occidentale della Cavallazza su un tracciato panoramico, con vista continua sulle Pale di San Martino.
La cima, a 2.283 metri, è un autentico balcone sulle Dolomiti, e conserva ancora trincee, gallerie e fortificazioni risalenti alla Grande Guerra.
Il rientro avviene scendendo verso la Cavallazza Piccola, con altre testimonianze storiche, e poi ritornando al punto di partenza.
Il giro ad anello è lungo 7,3 chilometri, il dislivello è di circa 470 metri, e il tempo complessivo richiesto è attorno alle tre ore.
Ideale per chi ha mezza giornata a disposizione e vuole vivere un’escursione intensa, tra natura, silenzio e memoria.
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