Nel cuore delle Foreste di Campigna

20 maggio 2018 - 19:39

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna si inserisce con orgoglio tra le perle della nostra penisola.

Ci sono ambienti naturali in cui ancora oggi si avverte molto distintamente quello che può essere definito il “respiro della foresta”. Ambienti in cui è proprio la Natura a fare da padrona di casa, pronta ad accogliere l’umano visitatore con imprevedibili sorprese, vertiginose sfumature ed indimenticabili presenze.

Da Campigna (m 1068), nel Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, esattamente, dal Rifugio Lo Scoiattolo, si imbocca la pista forestale diretta a Sud-ovest (per Fonte del Raggio e Cullacce) e alla prima curva, con un ponte-briglia sul Fosso dell’Abetìo, la si lascia per il sentiero nr 247, a destra, che inizia ad arrampicarsi in ambiente di straordinaria suggestione lasciando dopo poco intravedere i resti di un’antica lastricatura (l’originaria strada maestra per La Calla).

In un’oretta si arriva alla Calla, a quota 1293, sulla strada provinciale che collega Santa Sofia con i paesi del Casentino (Stia e Pratovecchio i primi) in provincia di Arezzo. Il nostro sentiero nr 241 del Cai, si inoltra a sinistra nel versante romagnolo iniziando subito prima del nr. 00 che va in direzione di Poggio Scali-Eremo di Camaldoli. Ci troviamo subito avvolti nell’atmosfera del bosco di faggio.

Nei mesi più freddi non è difficile trovare sul percorso l’affascinante galaverna e le tracce della presenza umana come le aie carbonili. Continuando a scendere intravediamo tra le chiome l’abitato di Campigna immerso nella Foresta.

Proseguendo, si giunge in uno dei tratti più spettacolari con strati di arenaria che mostrano alla base le impronte degli antichi fondali marini.

Superiamo un colossale abete bianco caduto sul sentiero, poi raggiungiamo il crinale secondario di Poggio Termini. Il versante che scende verso il Fosso della Ruota è relativamente più “caldo”. Il Fosso della Ruota scorre in ambiente selvaggio e incontaminato: cascatelle, salti di roccia, ripide balze coperti da felci. Il sentiero risale l’ennesimo costone.

Dopo un’ora (dalla Calla) raggiungiamo la pista forestale delle Cullacce, chiusa al traffico e che da Campigna arriva al confine con la Riserva Integrale di Sasso Fratino. La si segue in direzione Campigna (sinistra) per circa 400 metri e poi si scende lungo il sentiero nr 243 tra blocchi di arenaria coperti di muschio. Dopo poche centinaia di metri si giunge al Ballatoio (m 997), semplice e utile ricovero sempre aperto.

 

Si prosegue ancora per breve tratto sulla dorsale dopodiché il sentiero piega decisamente a sinistra rituffandosi nella foresta di faggio. La discesa verso il torrente attraversa un corpo di frana. Sotto di noi il fragore del torrente, più ricco d’acqua del precedente e attraversato da un ponticello di legno. All’attacco della lunga, ultima salita che ci attende, un monumentale abete bianco ed un faggio. Un breve tratto ci porta alla casa di Villaneta (m 893), dove una buona mulattiera a sinistra doppia l’ennesimo costone per ritornare a Campigna accompagnata da una serie di alberi centenari tra cui ciliegi, noci e infine ippocastani.

Testo di Sandro Bassi e Emanuele Perez

 

 

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Piemonte, Via del Mercato: cammino di fine autunno in Svizzera

Umbria, trekking d’autunno nel Subasio: da Spello a Madonna della Spella

Abruzzo, trekking autunnale dalla Val Fondillo al Passaggio dell’Orso