Arrivano i dissuasori per orsi e lupi: la sperimentazione del parco dell’Adamello Brenta

Nel parco Adamello Brenta si sperimentano nuovi strumenti per proteggere le malghe dai grossi predatori: i primi risultati sono incoraggianti. Un lupo è stato messo in fuga da sirene e luci.

19 giugno 2025 - 12:13

Una risposta concreta per chi vive la montagna

Nel cuore delle Alpi trentine, dove l’alpeggio estivo è ancora oggi una pratica viva e fondamentale per il territorio, prende forma un progetto innovativo.

Il parco naturale Adamello Brenta, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, allevatori locali e ricercatori, sta sperimentando l’uso di dissuasori acustico-luminosi per prevenire gli attacchi di orsi e lupi al bestiame.

L’obiettivo è chiaro: trovare strumenti efficaci, non invasivi e compatibili con la vita delle malghe, per permettere una convivenza più serena tra attività umane e grandi predatori.

Come funziona la tecnologia in campo

I dissuasori sono dispositivi che si attivano quando rilevano la presenza di un predatore.

Emettono suoni forti e variabili, come sirene, rumori di motori o mezzi agricoli, accompagnati da segnali luminosi lampeggianti. La varietà dei suoni – registrati su una scheda SD – è studiata per evitare che gli animali selvatici si abituino.

Importante anche la strategia di posizionamento: i dissuasori sono collocati solo lungo i perimetri delle malghe, lontani dal passaggio del bestiame, e vengono spostati regolarmente per aumentare l’efficacia.

Un altro aspetto fondamentale è l’adattamento graduale degli animali domestici: prima dell’attivazione definitiva, bovini e pecore vengono abituati al sistema, in modo da non spaventarsi o reagire negativamente.

Prime prove: un lupo in fuga

Una fototrappola ha recentemente catturato il primo risultato concreto della sperimentazione.

In una delle malghe coinvolte, si è visto un lupo avvicinarsi e poi allontanarsi di corsa appena attivato il dissuasore. Un piccolo successo, ma molto significativo.

In una nota stampa, i ricercatori del parco, hanno spiegato: “I dissuasori non sono una soluzione definitiva ma un tassello in più in un sistema di misure integrate”. La prudenza è d’obbligo, ma l’entusiasmo per queste prime conferme è palpabile.

Una rete collaborativa per la gestione dei grandi carnivori

Il progetto è coordinato dall’unità ricerca scientifica del Parco, guidata da Andrea Mustoni, con il supporto dell’Università di Sassari, i servizi faunistico e foreste della Provincia e i Comuni di Massimeno e Bocenago. Altri attori locali – come l’associazione allevatori della Val Rendena, Anare e l’associazione Cacciatori Trentini – stanno aderendo al progetto.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è il presidente del Parco, Walter Ferrazza: “Siamo soddisfatti di aver messo in campo un progetto concreto che ha subito dato questi primi risultati. Con intelligenza e metodo, attività umane e fauna selvatica possono coesistere.”

Anche il direttore del Parco, Matteo Viviani, aggiunge: “Questi dispositivi si affiancano a recinzioni elettrificate, cassonetti anti-orso e altre soluzioni già in uso. Solo con una rete integrata possiamo dare risposte concrete.”

Perché proteggere l’alpeggio significa proteggere il territorio

Difendere il lavoro dei malgari non significa solo salvare animali da un attacco. Significa tutelare una tradizione millenaria, un paesaggio unico, una parte importante dell’economia e dell’identità culturale delle valli trentine.

L’alpeggio sostiene la biodiversità, valorizza i prodotti locali, alimenta un’economia circolare che coinvolge turismo, agricoltura e conservazione.

La sperimentazione continuerà per tutta l’estate 2025. I ricercatori raccoglieranno dati, analizzeranno le immagini delle fototrappole, e valuteranno se questo approccio può diventare un modello da replicare anche altrove.

Nel frattempo, si lavora a rafforzare il dialogo tra allevatori, istituzioni e comunità locali, per rendere la convivenza con i grandi carnivori una sfida sostenibile.

 

 

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Romania: italiano ucciso da un orso, le ultime tragiche immagini

Dalla montagna al lago: camminata gratuita sul Sacro Monte di Varese sabato 5 luglio

Cool Hike di Columbia: l’estate outdoor non è mai stata così fresca