Percorsi castellani da Milano a Bellinzona, una guida per camminare nella storia

17 marzo 2020 - 23:13

Percorsi castellani da Milano a Bellinzona è una  guida storica realizzata nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, è un invito a visitare un territorio ricco di storia e arte che traccia i confini dell’antico ducato visconteo-sforzesco. Ciascuno dei dieci itinerari tematici è seguito da schede illustrative di ogni emergenza architettonica selezionata.

Lo studio storico condotto ‒ accurato, approfondito e con commenti inediti ‒ permette di valorizzare ogni luogo di visita, talvolta poco noto, per meglio cogliere il contesto culturale dell’epoca mentre  le informazioni pratiche, le suggestive cartine del percorso e le fotografie rendono la guida un utile strumento per programmare gli itinerari di visita, ma anche un piacevole racconto da apprezzare nella lettura pagina dopo pagina.

La guida è una delle azioni del  progetto Castelli del ducato che intende tracciare un percorso culturale e turistico che conduca dal castello Sforzesco di Milano ai castelli di Bellinzona, valorizzando fortificazioni, architetture e centri urbani, fondati o ampliati durante la dominazione del ducato di Milano, da metà Trecento a metà Cinquecento.

Ecco la premessa degli autori:

È difficile non amare i castelli. Torri e muraglie – magari un po’ sbrecciate, corredate da muschi e leggende di fantasmi – riescono sempre ad accendere la fantasia dei loro visitatori, di ogni età essi siano. Suscitano curiosità, richiamano alla mente un “romantico” passato di cavalieri e battaglie, feste e dame. E così, non sorprende che in molte regioni d’Italia e soprattutto d’Europa tanti castelli siano divenuti celebri mete, attrazioni di prima fila in percorsi turistici di massa.

Vedere un “bel castello” non significa tuttavia doversi necessariamente spingere molto lontano da casa. Talora solo poco conosciuti, o nascosti da interventi edilizi successivi, molti manieri e rocche riposano in Italia, in attesa di cortese visita.

Occorre in qualche caso solo la voglia di percorrere qualche strada secondaria; in altri la pazienza di allenare gli occhi a cercare, sotto trasformazioni moderne, le tracce di un passato spesso sorprendente.
Questa guida si propone di offrire un aiuto in tal senso, cercando di presentare al lettore notizie e strumenti utili ad affrontare il panorama castellano di una vasta area, compresa tra Milano, Novarese e Canton Ticino.

Oggi attraversato da confini tra regioni e Stati diversi, ma un tempo unito sotto il dominio dei duchi di Milano, il territorio è costellato da una serie di residenze più o meno celebri: dai grandi castelli ducali dell’alta pianura lombarda ai castelli signorili sulle colline (trasformati presto in ville), alle fortezze a presidio delle valli, dei valichi alpini e delle grandi vie commerciali che univano nord e sud Europa.

Corrisponde al mutare della morfologia territoriale (pianura, colline, montagne) anche l’aspetto degli insediamenti.

Se le rocche e i fortilizimontani sono costruiti con la stessa dura roccia sulla quale i manieri sono abbarbicati, in collina i castelli sono caratterizzati per le murature in ciottoli alluvionali e nella vasta pianura il rosso deimattoni cotti lombardi prevale sugli altrimateriali.
 
Gli insertimarmorei, rarissimi e quasi esclusivamente riservati alle residenze ducali, indicano anche all’odierno visitatore il maggiore prestigio dell’edificio.

Anche le forme mutano: ampi quadrilateri turriti in pianura e sinuose e azzardate strutture conformate ai rilievi risalendo la fascia prealpina. La decorazione interna ad affresco di queste dimore è ridotta nella maggioranza dei casi in lacerti, si tenterà di ricostruirne almeno in parte l’antica immagine con le parole.
Più ampie superfici dipinte si conservano invece ancora negli oratori e chiese annesse ai manieri.

Apposite schede sono dedicate a ciascuno dei più importanti castelli dell’area esplorata dal volume. Si troveranno in esse notizie circa i proprietari e la storia dei diversi complessi, le loro funzioni e trasformazioni.

Adegli itinerari centrati su specifici temi – i divertimenti ducali, la politica di grandi famiglie aristocratiche, il ruolo della piccola nobiltà, e quant’altro – sarà invece affidato l’incarico di sottrarre queste fortezze alla loro “solitudine”. Il compito, vale a dire, di collocare in maniera non approssimativa le vicende di ciascuna rocca e dimora castellana nel contesto storico del ducato visconteo-sforzesco, l’epoca che per molte di esse coincise con quella di fondazione o maggior splendore.

I fantasmi, almeno un po’, mancheranno.

E meno allettanti, anche più difficili, aranno forse le vicende raccontate: spesso relative alla formazione di uno Stato “moderno”, allo stabilirsi di nuove dinastie ducali, al controllo del potere centrale su confini, città e territori, e ai tentativi di sottrarsi a quel controllo.

Ma in queste storie più prosaiche il lettore potrà continuare a cercare – questa almeno la speranza – ciò che più di tutto serve a trovare bello e interessante quanto si guarda: capirlo.

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