L’Italia dei cammini: cosa sono e che origini hanno

Ci sono tanti cammini diversi in Italia: le vie di fede e di pellegrinaggio, quelli nati sulle orme dei mercanti dell'antichità passando per le antiche strade dell'Impero Romano. Ogni percorso però unisce storie del passato, culture locali e bellezze naturalistiche. Veri e propri percorsi di conoscenza che oggi hanno un ruolo centrale nello sviluppo del turismo sostenibile.

9 febbraio 2021 - 15:03

Da qualche anno ormai in Italia si parla molto di cammini, su tutto il territorio nazionale si stanno scoprendo e valorizzando numerosi percorsi storici e culturali che hanno le origini più diverse.

Tra i motivi del successo di queste antiche vie c’è sicuramente il loro grande valore simbolico, tracciati che attraversano come arterie i territori, unendo montagne, boschi e borghi storici sulle orme di pellegrini e antenati che li hanno percorsi secoli fa.

Il valore di un cammino infatti sta proprio nella storia che rappresenta, quella dei luoghi che attraversa e dei popoli che lo hanno creato per necessità di vita, commercio o religiose.

Quando l’umanità si spostava principalmente a piedi i cammini erano le uniche arterie di comunicazione che esistevano, delle vere e proprie autostrade dell’antichità e i percorsi erano studiati per essere agevoli, sicuri e veloci.

Città e borghi italiani erano collegati da percorsi da fare a piedi che attraversavano montagne e pianure. I tracciati passavano nei fondovalle, nei versanti protetti delle montagne o seguendo i crinali delle montagne, sempre con l’obiettivo di rendere agevole il cammino.

Per questo oggi sono così tanti i percorsi che si stanno riscoprendo e valorizzando, ciascuno con le sue caratteristiche peculiari. 

Per comprendere davvero un cammino è importante conoscerne l’origine, in questo articolo andremo alla scoperta delle radici di questi percorsi che oggi stanno avvicinando così tante persone al turismo lento e outdoor.

 

I cammini nati in epoca romana e sulla spinta dei commerci

Sono nati in tante epoche diverse e per molte ragioni, i più antichi sono quelli di origine romana, come la Via Appia che collega Roma alla Puglia, attraversando il cuore dell’appennino e mettendo in comunicazione le due coste italiane.

Erano le strade dell’Impero su cui si muovevano merci e persone, a piedi o in carrozza, che permettevano a Roma e ai suoi mandatari di raggiungere ogni angolo del proprio dominio.

La grande maestria con cui gli antichi romani hanno creato questi percorsi gli hanno permesso di arrivare fino ad oggi, camminando lungo il loro percorso possono ancora vedersi i selciati e le pietre perfettamente scolpite.

Con la caduta dell’Impero Romano e l’ingresso nel medioevo sono nati percorsi dei commerci e dei mercanti.

Lunghi tracciati solcati dalle pesanti carrozze che portavano le merci da un paese ad un altro, attraversando le Alpi o gli Appennini.

Ce ne sono molti in tutta Italia, come la Via del Sale, percorso nato sulle orme dei commercianti di sale, che dalle coste liguri con l’aiuto dei muli, portavano il prezioso prodotto nel basso Piemonte. 

Un cammino che parte dal mare di Recco, segue le creste dell’appennino ligure e sale poi a nord verso il Piemonte, superando passi appenninici e vallate, un percorso che si tiene a quote basse, evitando i punti più esposti e rischiosi.

Anche le Vie di Dante sono nate così, ma qualche secolo più tardi, nel Rinascimento, quando i commerci tra Bologna e Firenze erano fiorenti. 

Tra queste due città ogni settimana centinaia di mercanti si muovevano solcando l’appennino portando merci da una città all’altra, fermandosi per la notte nei borghi che puntellano i boschi appenninici.

Infinite sono le storie che questi percorsi possono raccontare, storie di popoli e tradizioni che hanno disegnato le nostre regioni. 

In questo risiede anche il fascino di chi oggi si mette in cammino lungo queste vie: ripercorrere i passi dei nostri antenati, al ritmo lento del camminare, rispettando i tempi e le esigenze dalla natura.

In un’epoca in cui siamo abituati a muoverci sempre in fretta, potersi concedere qualche giorno di lentezza e natura, ci fa rivivere il piacere della riscoperta.

Ancora oggi, facendo tappa nei borghi che puntellano il territorio del nostro paese, si possono scoprire le antiche tracce degli antichi traffici, infatti buona parte dei piatti locali sono il frutto di questi antichi commerci.

In Piemonte, per esempio, la famosa bagna càuda non sarebbe mai esistita se non ci fossero stati gli acciugai e i loro numerosi viaggi per portare le acciughe sotto sale nel basso Piemonte, lungo l’omonima via.

 

Le vie di fede e di pellegrinaggio

Tra i cammini più antichi e noti ci sono senza dubbio le vie di fede, percorsi nati duemila anni fa e che si sono moltiplicati col passare dei secoli. 

Fin dall’antichità i pellegrini e i religiosi di ogni parte d’Europa, si mettevano in cammino per raggiungere i più importanti luoghi della fede. 

“Tutte le strade portano a Roma” recita un antico adagio di epoca romana, infatti la città eterna era il centro della civiltà europea e anche della cristianità.

Così dai primi secoli dopo Cristo gli uomini di Chiesa di tutto il continente si mettevano in marcia per giungerla e incontrare i Papi per ricevere incarichi per le missioni pastorali in giro per il mondo.

Non è un caso che i due cammini più lunghi e conosciuti d’Europa siano proprio due vie della fede: il Cammino di Santiago e la Via Francigena.

Il Cammino di Santiago di Compostela risale all’XI secolo, proprio in quegli anni in Galizia vennero scoperte le spoglie dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore, che da questa terra iniziò la sua opera di evangelizzazione della Spagna secoli prima. 

L’apostolo fu poi decapitato in Palestina, le sue spoglie, secondo la leggenda, furono riportate sulle coste spagnole da una nave condotta da angeli, per seppellirlo in Galizia. 

Proprio in Galizia, quando venne ritrovata la tomba del Santo, nacque il paese di Santiago di Compostela, al cui centro venne eretta la Cattedrale dedicata all’Apostolo, diventata la meta prediletta dei pellegrini.

Da quel momento e per i secoli successivi il cammino per raggiungere la Cattedrale di Santiago di Compostela è diventato uno dei più percorsi d’Europa. 

Un altro cammino di fede è stato nei secoli una fondamentale via di pellegrinaggio per raggiungere Roma, partendo da Canterbury, in Inghilterra.

Stiamo parlando della Via Francigena, un lungo cammino che ripercorre il viaggio che l’ecclesiastico Sigerico, vescovo  della Cattedrale di Canterbury ha fatto per raggiungere Roma e incontrare il Papa. 

Sigerico ha raggiunto Roma in parte a piedi e in parte a cavallo, con un piccolo seguito di persone, attraversando la Francia da nord a sud, un tratto di Svizzera per poi fare ingresso in Italia dal passo del San Bernardo e poi giù attraverso Valle d’Aosta,  Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e infine Lazio, fino a Roma.

 Un lungo percorso di 1.800 chilometri articolato in 79 tappe, da Canterbury fino a Roma, descritto per la prima volta dal Vescovo Sigerico nel suo diario di viaggio, che scrisse personalmente durante i mesi di viaggio.

Nei secoli successivi si sono aggiunti numerosi altri cammini di fede nella mappa del vecchio continente e di tutta Italia, la Via Francigena del Sud, il cammino di San Francesco e quello di San Benedetto, il Cammino di Santo Jacu e molte altre vie che sono state percorse dai pellegrini.

 

 

I cammini di oggi: nati per mettere insieme luoghi e territori

Non tutti i cammini sono storici o di fede, alcuni percorsi sono nati negli ultimi anni con l’obiettivo di unire e valorizzare territori e borghi, contraddistinti da storie antiche, culture secolari e tradizioni locali da conservare. 

Un cammino è un modo di vivere e raccontare un luogo, uno vero e proprio strumento narrativo che unisce angoli di territorio in un unico grande discorso. 

Molti enti e organizzazioni che vogliono valorizzare un territorio, renderlo accessibile e attrattivo ad un turismo sostenibile e responsabile oggi decidono di creare un cammino. 

Un’attrazione per appassionati di trekking, bicicletta, cammini e viaggi outdoor, che amano scoprire nuove destinazioni a passo lento e oppure pedalando, godendo della natura e della cultura dei luoghi attraversati.

Sono nati con queste motivazioni percorsi come il Cammino dei Briganti, un anello tra Lazio e Abruzzo che attraversa i boschi e ripercorre i sentieri che un tempo calpestavano i briganti che vivevano fuori dalla legge e ricercati. 

Un altro percorso di grande valore simbolico è il Cammino delle Terre Mutate che è nato con l’obiettivo di cucire le terre dilaniate dal terremoto del 2016.

Un percorso che attraversa i territori colpiti dal sisma tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, un nuovo cammino nel cuore dell’Appennino. 

Da Fabriano a L’Aquila, 257 chilometri da percorrere a piedi o in bicicletta attraverso i sentieri di due importanti aree protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

Il mondo dei cammini è uno dei migliori modelli di crescita e sviluppo del turismo lento, infatti quando un territorio viene attraversato da un percorso a tappe rinasce e si sviluppa in modo sostenibile.

Si sviluppano attività locali, rinascono borghi e comunità locali, si contrasta lo spopolamento, in una parola i luoghi attraversati sono conservati e tutelati.

Le aree interne, l’appennino, le vallate alpine e quasi tutto il territorio d’Italia custodisce territori ricchi di storia, natura e cultura che aspettano di essere conosciuti e valorizzati in modo rispettoso.

Puntare sulla valorizzazione di percorsi e sentieri è la via maestra per raggiungere questo obiettivo.

 

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