Piemonte: tutti i percorsi e gli itinerari di trekking!

4 maggio 2020 - 5:00

Camminare nelle montagne DOC e valli di confine

Non lontano dalla città, in un susseguirsi di singolari scenografie, il profilo urbano dell’elegante Torino lascia spazio alle Montagne Doc.

Al confine con il territorio francese queste valli alpine sono le custodi della cultura occitana che, dalle Alpi ai Pirenei, conserva una lingua antica, un’architettura immutata nei suoi borghi arroccati così come feste e tradizioni, mai dimenticate.

  • Val di Susa, Val Sangone, Val Cenischia

Lungo le strade della Val di Susa, i pellegrini provenienti dal Nord Europa hanno camminato per secoli lasciando tracce indelebili dei loro passaggi: sul monte di Pirchiriano svetta austera la Sacra di San Michele, prolungamento esatto della montagna, là dove la roccia si fonde con il ciclopico basamento e l’ardito disegno di linee ed archi della chiesa.

Nel cuore della valle si trova invece l’abbazia di Novalesa, fondata nel 726, ed importante centro per il restauro di libri antichi, curati nei preziosi dettagli dai monaci benedettini.

Da Susa a Torre del Colle il sentiero Balcone regala una straordinaria vista sulle cime e sulla pianura sottostante. Rimanendo in bassa Val di Susa è possibile scoprirne un interessante ramo laterale, la Val Cenischia.

Saliamo adesso nella parte più alta della Val di Susa le cui bianche cime si stagliano nella stagione fredda contro il cielo e consentono, agli amanti degli sport invernali, di sciare sulle piste della famosa “Via Lattea”.

Montagne spesso oltre i tremila metri, boschi e pascoli dalle ammalianti tonalità di verde e acque cristalline sono la massima espressione di questo ambiente alpino che non tralascia l’impronta millenaria della storia, rappresentata dal forte di Exilles, un gigante a sentinella della valle che ospitò la misteriosa “Maschera di Ferro”.

Sulla destra della Valle di Susa, il Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand costituisce un importantissimo patrimonio ambientale grazie ai suoi 700 ettari di foresta.

Partendo da Monfol è possibile entrare nel cuore del bosco grazie ad un percorso ad anello completamente immerso tra esemplari di abete bianco e di abete rosso, di larice e di cembro, fino a specie arboree uniche nel panorama piemontese.

Il ghiacciaio che anticamente scendeva dalla Valle di Susa ha lasciato in eredità un interessante mondo lacustre fatto di specchi d’acqua, canneti e ninfee, tutelato con il nome di Parco Naturale Regionale dei Laghi di Avigliana a partire dal 1980.

Altro ricordo dei ghiacci è il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè che deve il nome alle due cime più importanti del suo territorio.

L’enorme varietà di ambienti naturali, la ricca fauna e i suoi laghi alpini ne fanno un’ambita meta per gli amanti degli ambienti montani autentici.

 

Montagne Doc: la Val Cenischia e il Monte Malamot

Montagne Doc: Val Sangone, il Monte Salancia

Montagne Doc: Alta Val Susa, il Gran Bosco di Salbertrand

Montagne Doc: Alta Valle di Susa, il Monte Rotta

Montagne Doc: Alta Val Susa, il Lago Verde e il Monte Thabor

CAMMINARE NELLE VALLI VALDESI

Percorsi tra storia, natura e l’antica memoria di un popolo. Gente orgogliosa, i valdesi. Orgogliosa, ma non chiusa nella propria tradizione.

Anzi, l’aria che si respira non è per nulla provinciale ma aperta, plurilingue, europea.

In queste valli i Valdesi si rifugiarono dalle persecuzioni e ancora oggi Torre Pellice è la sede di un raffinato centro culturale, una Fondazione e un Museo Storico ed Etnografico. Tutt’intorno, l’incanto delle valli.

 

  • LE VALLI PELLICE, CHISONE E GERMANASCA

La Val Pellice è la più meridionale: sale dolcemente di quota, ricca di itinerari affascinanti come il Giro dei tre rifugi o l’ascesa al Monte Granero.

Oltre ai centri valdesi, non dimentichiamo di visitare l’Ecomuseo della Pietra a Rorà, che evoca la dura vita degli antichi cavatori locali, attivi nell’estrazione della cosiddetta Pietra di Luserna.

La Val Chisone si caratterizza nella parte bassa per piccoli borghi, la suggestione della gola di Malanaggio e il Percorso verdeacqua presso San Germano. Villar Perosa, antico centro di cultura valdese, possiede lo splendore della Chiesa di San Pietro in Vincoli. La parte alta della Valle, più selvaggia e alpina, è un salto nel tempo.

Sentieri, baite, alpeggi ci ricordano che il caos della moderna urbanità è alle nostre spalle: Usseaux è uno dei borghi più antichi, da vedere la miniera del Beth, ma non si può tralasciare Fenestrelle, con il suo celebre forte che dal borgo si innalza per 635 metri di dislivello di muraglia, con la scala coperta più alta d’Europa.

La Val Germanasca, l’antica Valle Nigra, è la più varia: boschi fittissimi, montagne impervie, piccole valli laterali all’interno della conca di Prali. Traverse, San Martino, Perrero sono i pittoreschi borghi che la punteggiano. Innumerevoli le occasioni di outdoor, dagli anelli di fondo alla seggiovia dei Tredici laghi, agli itinerari del Gran Comprensorio delle Alpi.

Le aree protette di queste valli fanno del territorio uno dei propri punti di forza. L’Oasi faunistica del Barant in Val Pellice è destinata alla protezione di caprioli e stambecchi, mentre il Giardino Botanico alpino Bruno Peyronel tutela più di 300 specie endemiche della valle. In Val Chisone vengono valorizzate le attività produttive tradizionali grazie al Parco Naturale della Val Troncea.

Il trekking trova luoghi d’eccellenza nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, soprattutto con l’itinerario all’Orsiera (m 2890); sempre dal punto di vista naturalistico ed escursionistico il Gran Bosco di Salbertrand presenta un percorso ad anello immerso tra abeti rossi e bianchi, larici e cembri.

Ma anche la gola vuole la sua parte, e allora non si può rinunciare alla Toma vaccina in Val Troncea, prodotta da due soli allevatori locali; il Seirass del Fen, una deliziosa ricotta; la mustardela delle valli valdesi, sanguinaccio di origine povera nato per non sprecare nessuna parte del maiale; le curiose cagliette, fatte di pane ammollato nel latte o di patate, arricchito con un soffritto di porri, prosciutto e salame cotto.

Senza dimenticare la zuppa tradizionale che accomuna le tre valli: la supa barbetta, con grissini, brodo di carne e cannella, che prende il nome dai predicatori valdesi, chiamati barbet. Il tutto in abbinamento con vini preziosi anche se poco noti come lo Chatus, il Doux d’Henry e l’Avarengo.

Le Valli Valdesi – Bric Ghinivert e le Miniere del Bet

Le Valli Valdesi – Il forte di Fenestrelle

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