Piemonte: tutti i percorsi e gli itinerari di trekking!

4 maggio 2020 - 5:00

CAMMINARE NEGLI ALPEGGI DEL VEGLIA E DEVERO

In un ambiente alpino estremamente scenografico, fatto di piccoli alpeggi e grandi morene, ampi pascoli e laghi dove le cime riescono a specchiarsi, i Parchi Naturali Veglia-Devero e Val Grande invitano a sintonizzarsi sui ritmi della natura!

Dal 1990 il Parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero tutela i due grandi alpeggi delle Alpi Lepontine Occidentali, mentre il Parco Nazionale della Val Grande è simbolo di un territorio “wilderness”, così come viene definito, privo di insediamenti stabili, strade asfaltate e infrastrutture moderne.

 

  • VEGLIA E DEVERO, TESTIMONIANZE DELL’ECCEZIONALE RAPPORTO UOMO-MONTAGNA

In un ambiente alpino estremamente scenografico, fatto di piccoli alpeggi e grandi morene, ampi pascoli e laghi dove le cime riescono a specchiarsi, i Parchi Naturali Veglia-Devero e Val Grande invitano a sintonizzarsi sui ritmi della natura! Dal 1990 il Parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero tutela i due grandi alpeggi delle Alpi Lepontine Occidentali, mentre il Parco Nazionale della Val Grande è simbolo di un territorio “wilderness”, così come viene definito, privo di insediamenti stabili, strade asfaltate e infrastrutture moderne.

Veglia è l’Alpe della luce, protetta da un grande anfiteatro di montagne solitarie e selvagge, sorprende per i suoi ampi pascoli che il sole ama spesso visitare. Ad abbracciare le grandi conche prative pensano i lariceti, fantasia di gnomi nascosti tra i fiori rosa acceso dei rododendri o in mezzo alle piantine punteggiate dal viola scuro dei mirtilli.

All’Alpe si arriva solo dopo due ore di cammino, lungo la mulattiera del Nembro, ma in inverno l’accesso è negato dalla neve. Grazie alla particolare condizione di isolamento l’alpeggio, con le sue tradizionali case in pietra, si preserva così intatto, insensibile alle alterazioni dello scorrere del tempo.

Devero è conosciuta come l’Alpe del sorriso, per la fantasia delle sue fioriture estive che riempiono di colori i pascoli in quota. Qui sembra avverarsi l’impossibile, circa cinquecento specie sono ospiti di questo grande giardino botanico naturale, molte delle quali prevedono fioriture in periodi differenti dell’anno.

Ma l’Alpe regala agli escursionisti la sua magia: insolite condizioni climatiche rendono possibile una fioritura contemporanea, il sorriso variopinto e festoso di Devero. Lo splendido alpeggio vanta inoltre un eccezionale rapporto uomo-montagna; l’uomo ha bonificato l’area, poi ha iniziato a viverla costruendo piccole baite di pietra e a condurre il proprio bestiame nelle ampie conche, sempre in punta di piedi, facendosi parte della natura, attento a non alterare preesistenti equilibri.

Una bel itinerario inizia da Alpe Devero e accompagna l’escursionista verso l’Alpe della Valle, punto panoramico sulle cime dell’Alpe Devero. Anche il Lago del Bianco e il Rifugio Arona rappresentano una piacevole meta della Val Devero. Anche d’inverno l’Alpe Devero sa essere affasciante, quando la neve copre i pascoli e le cime che circondano la piana. Percorrendo la traccia bianca che sale al Lago Sangiatto sembra di respirare davvero l’aria del grande Nord.

L’ITINERARIO – Alpe Forno e Alpe della Valle

 

  • NATURA SELVAGGIA: IL PARCO NAZIONALE DELLA VAL GRANDE

Per tutti gli amanti della natura il Parco Nazionale della Val Grande propone una totale immersione nella più vasta area selvaggia delle Alpi. Solo natura, grandi boschi ricoperti dai faggi dove la luce del sole è l’unica intrusa accettata: con il cielo azzurro si fa strada tra i rami per posarsi sulle abbondanti acque dei torrenti che l’accolgono scintillando.

Un tempo la comunità di montagna che qui ha vissuto, ha tenacemente lottato con un territorio difficile e una montagna spesso ostile. Suscitano grande ammirazione gli sforzi di chi ha provato a domare questa natura sviluppata in verticale che rendeva un’impresa coltivare la terra, spostarsi, strappare alla montagna risorse indispensabili come la pietra e il legno.

Come in un grande palcoscenico a spettacolo concluso, il parco presenta le tracce d’una scena ormai abbandonata ma non per questo priva di fascino. Ciclopiche opere di terrazzamento, cisterne in pietra per la raccolta di acqua piovana e una fitta rete di sentieri è l’eredità lasciata dalla gente di montagna.

I pastori di allora erano costretti ad accompagnare un bovino per volta sulle strette tracce che accompagnavano in alta quota, oggi noi possiamo godere delle meraviglie naturali e paesaggistiche della valle ricalcando le orme d’antichi montanari.

L’Alpe Cortenuovo, l’Alpe Sacredi, la selvaggia e solitaria Val Portaiola, l’Alpe Gabbio, l’Alpe Serena e gli alpeggi La Motta e La Piana, sono solo alcuni dei luoghi bellissimi toccati da una lunga traversata, in ambiente selvaggio, che attraversa il Parco Nazionale (L’ITINERARIO). Un altro affascinante itinerario suddiviso in due tappe che attraversa il Parco Nazionale della Val Grande è il seguente: da “Fondo Li Gabbi” a porta a “In La Piana” (L’ITINERARIO) e nella seconda tappa, dall’Alpe In La Piana a Colloro (L’ITINERARIO)L’ITINERARIO – La traversata della Val Grande – Prima Tappa

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