Sul lato occidentale del Golfo di Castellamare, la Riserva naturale orientata dello Zingaro è l’unica area protetta costiera della Sicilia a non avere una strada litoranea, demarcazione artificiale che, il più delle volte, interrompe quella varietà di paesaggi che si insegue a brevissima distanza, dal fondale marino alla riva costiera, al versante montano.
Il merito è di migliaia di siciliani che si opposero alla distruzione di questo splendido tratto di costa.
Era infatti il 18 maggio del 1980 quando, sul lato Ovest del Golfo di Castellamare, migliaia di persone diedero vita ad un’incredibile catena umana per richiamare l’attenzione della Regione ed esortarla all’istituzione della prima area naturale protetta della Sicilia, la Riserva naturale Orientata dello Zingaro, salvando così dalla cementificazione 7 chilometri di litorale splendido e incontaminato.
Questa grande partecipazione popolare ottenne la sospensione dei lavori della strada che doveva mettere in comunicazione Castellamare con San Vito Lo Capo, e riuscì a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di istituire forme di tutela per le aree di maggior pregio naturalistico.
A testimonianza del progetto iniziato negli anni ‘70 e rimasto per fortuna incompiuto, resta oggi un moncone di strada asfaltata che da San Vito Lo Capo accompagna i turisti all’ingresso Nord della Riserva, presso Cala Grottazza e la Tonnarella dell’Uzzo.
Oltre, i veicoli motorizzati non possono andare, lasciando il passo, appunto, agli escursionisti equipaggiati di scarponi e zaino, e provvisti di una buona scorta d’acqua, visto che non sempre i centri di visita della Riserva ne sono provvisti.
In un paesaggio di rara e aspra bellezza, la natura della Riserva dello Zingaro si confonde con storie e leggende di briganti ed eroi che qui si nascondevano agevolati dalla conformazione e dalla natura dei luoghi.
I pescatori sorpresi dalle tempeste trovavano rifugio nelle poche calette che si aprono lungo la scogliera alta e frastagliata. Sono insenature che oggi rappresentano un angolo di paradiso dove trattenersi per fare il bagno nelle limpidissime acque della Riserva.
Ma visto che la terra e il mare sono un tutt’uno in questo suggestivo lembo della Sicilia nord occidentale, nell’immediato entroterra si inseriscono anche gli insediamenti rurali, testimoni di una attività agricola e pastorale importante per l’economia del luogo.
Questo paesaggio agricolo, caratterizzato da oliveti, mandorleti, vigneti inselvatichiti, mulattiere, frantoi, rivela l’anima agreste della Riserva.
L’antico legame tra l’uomo e la terra è rievocato dal Museo della Civiltà Contadina della Riserva, mentre l’altrettanto importante sodalizio tra l’uomo e il mare è ricordato dal Museo delle Attività Marinare a Cala Tonnarella dell’Uzzo e dal classico paesaggio da cartolina che si trova ad appena due chilometri dall’ingresso Sud della Riserva: l’insenatura di Scopello, il luogo più pittoresco dell’intero golfo di Castellammare.
In questa stupenda cala, protetta dai faraglioni e da vecchie torri d’avvistamento, si pescavano i tonni, un tempo così abbondanti che i greci soprannominarono la rada “Cetaria”, cioè “terra dei tonni”.
Sopra alla baia, in stupenda posizione panoramica, sorge il piccolo borgo di Scopello, impreziosito da una piazzetta e dall’antico baglio dove il tempo sembra essersi fermato.
Il sentiero costiero principale dell’area protetta, ripercorre quello che sarebbe stato il tracciato della strada asfaltata che doveva unire i comuni di Castellammare e S. Vito Lo Capo.
Lungo l’itinerario palme assolate caratterizzano le ampie zone del paesaggio litoraneo, in particolare presso Contrada Zingaro dove si trovano esemplari alti anche 3 metri.
La presenza abbondante della palma nana – utilizzata in passato per elaborare ceste, borse, stuoie, corde, cappelli, scope – l’ha fatta eleggere simbolo della Riserva.
Più difficile, e per pochi fortunati, è l’avvistamento della ormai rara aquila di Bonelli, che nidifica indisturbata sulle inaccessibili pareti dei rilievi che si innalzano dal mare, soprattutto quelli del Monte Speziale (913 m) e del Monte Passo di Lupo.
Uno dei motivi principali che ha indotto la Regione ad istituire la Riserva è proprio la presenza dell’aquila di Bonelli, uno dei rapaci più rari d’Italia, insieme all’altrettanto sporadico granchio di acqua dolce e al discoglosso, piccolo anfibio simile alla rana.
Anche l’agilissimo falco pellegrino, la maestosa poiana, il piccolo gheppio, il veloce rondone, la coturnice di Sicilia e il corvo imperiale, trovano rifugio nella macchia arbustiva della Riserva e su strapiombi impervi dove attecchiscono lentischi ed eriche, ginestre ed euforbie, olivastri e il limonio di Todaro, esclusivo della Riserva dello Zingaro.
Sulle rocce vicinissime all’acqua, grazie alla loro resistenza alla salsedine, crescono invece il limonio flagellare e il finocchio marino.
Altri rappresentanti della fauna sono la volpe, la donnola, il coniglio selvatico, l’istrice, la cui presenza è rivelata dagli aculei che si scorgono sui sentieri meno frequentati.
Nella stagione primaverile si consiglia di percorrere il sentiero di mezza costa, perché protagonista di splendide fioriture di orchidee, zafferani, papaveri e ranuncoli; questo itinerario seppure faticoso è più panoramico rispetto al sentiero costiero che lambisce l’acqua (lo descriviamo di seguito).
Lungo il percorso s’incontrano le costruzioni rurali di contrada Sughero (367 m) e quelle perfettamente conservate di Borgo Cusenza.
Da qui è possibile incamminarsi sul circuito dei sentieri alti, oppure perdere quota lungo il Canalone delle Grotte di Mastro Peppe, fino al sentiero costiero.
ESCURSIONE NELLA RISERVA
Un litorale lungo 7 chilometri che alterna, con un ritmo quasi musicale, rocce calcaree del mesozoico e calette sabbiose nascoste dalle falesie che si tuffano a strapiombo nel mare.
Alle sue spalle un territorio naturale di oltre 1650 ettari che si distingue per i suoi contrasti, una frase che non può considerarsi banale per una terra che conserva doline e pianori sommatali scolpiti dall’attività carsica, rilievi mesozoici di natura calcarea dolomitica e piccole superfici pianeggianti un tempo coltivate da agricoltori.
Non solo diversità, ma anche colore, che si riflette nella nostra retina trasmettendo al cervello un paesaggio fatto di contrasti tra luci e ombre, di colori forti e vividi, tanto da sembrare tratteggiato dal pennello di Monet.
La natura sa essere perfetta e nella Riserva dello Zingaro è riuscita ad esprimersi ai suoi massimi livelli.
Il mare turchese che lambisce le sabbie bianche delle spiagge, le palme nane sparse qua e la, i maestosi carrubi e le case contadine formano un mosaico che ha il sapore vivo e acceso delle terre del sud.
Un territorio cambia a seconda della prospettiva da cui lo si guarda. Ci siamo immersi negli occhi del contadino che cammina tra le terre, ora seguiamo il marinaio che naviga al largo di questa costa.
Le calette di sabbia chiara, che puntellano il litorale formato da alte muraglie dolomitiche, rendono il profilo della costa unico come un’impronta digitale.
Entrando da Sud, dal versante Scopello e andando in direzione nord, si trovano Cala della Capreria, Cala del Varo, Cala della Disa o Zingaro, Cala Beretta, Cala Marinella e Cala Torre dell’Uzzo il cui fondale calcareo fa quasi scomparire l’acqua, trasparente e limpida come l’aria.
Il clima temperato tutto l’anno, con una temperatura media intorno ai 19°, è perfetto per la proliferazione di moltissime specie vegetali. Si incontrano quelle più comuni dell’area mediterranea, come l’alloro, la malva, il cappero e i fichi d’India, ma le varietà di piante che si contano in quest’area sono quasi 700, tra cui 20 sono catalogato come rare.
Sono presenti diversi tipi di orchidee, il limonio di Todaro. Come si può immaginare le fioriture primaverili sono un’occasione perfetta per visitare la riserva decorata dalle centinaia di tonalità cromatiche dei suoi fiori: dall’azzurra erba perla, ai mazzetti dell’ibiride, fino al giaggiolo variegato, allo zafferano, ai grossi girasoli e molti altri ancora.
Questi luoghi sono stati vissuti per molti anni dall’uomo, da pastori e contadini, che lavoravano piante e alberi per creare attrezzi e strumenti di lavoro.
Le foglie della palme nane, diffusissime, venivano sfruttate per creare oggetti di vario tipo attraverso l’intreccio delle foglie. Il frassino da manna era prezioso grazie alle proprietà del suo legno, oltre che per l’estrazione della manna.
Camminando lungo gli itinerari della riserva si possono fare incontri con oltre 39 specie di volatili diverse che hanno fatto di questa costa della Sicilia il luogo privilegiato per la loro riproduzione.
Animali che ormai sono simboli, come l’aquila del Bonelli e il falco pellegrino, oppure che si sono stabiliti qui formando popolose comunità, come la coturnice di Sicilia. Molti altri rapaci popolano rocce e alberi del territorio come la poiana dalle grandi ali caffelatte, il gheppio, il barbagianni, l’allocco e la civetta.
Rimanendo invece con lo sguardo rivolto al terreno è possibile scorgere la donnola, il riccio. Con l’avvicinarsi del tramonto e della notte amano uscire, avvolti dall’oscurità, l’istrice, la volpe e i pipistrelli, se ne contano ben 8 specie, che di giorno rimango nascosti nelle cavità.
Quando si viaggia è importante immergersi nel territorio, osservarlo e rimanere in contatto con la realtà circostante, nella riserva dello zingaro questo consiglio è ancora più valido. Tutte queste specie animali, alcune delle quali presenti in pochissime altre aree naturali, non amano farsi vedere troppo dall’uomo, non bisogna rischiare di perdersi un incontro.
In auto
La riserva si può raggiungere seguendo l’Autostrada A29 Palermo-Mazzara del Vallo, uscita Castellammare del Golfo, segue SS 187 in direzione Trapani; dopo circa 4 km s’imbocca la strada per Scopello. Giunti in località Guidaloca, proseguire e superare la Tonnara di Scopello, fino ad uno spiazzo destinato a parcheggio, poco prima della galleria.
L’ingresso Sud, il principale della Riserva regionale Orientata dello Zingaro, si può raggiungere anche da San Vito lo Capo
Per chi volesse raggiungere la riserva dall’ingresso di San Vito Lo Capo, dovrà proseguire sulla SS 187 fino al bivio per San Vito Lo Capo, raggiungere la fine della strada asfaltata e proseguire a piedi, sullo sterrato, il cui inizio è a 500 metri dalla Tonnarella dell’Uzzo.
L’ingresso di San Vito Lo Capo si raggiunge anche da Castellamare: si segue la SS 187 per Trapani e, imboccata la deviazione al Km 32.4, si attraversa la baia di Guidaloca, protetta dall’alto da una torre cilindrica cinquecentesca. Oltrepassata l’incantevole baia di Scopello si arriva all’ingresso Sud.
Strutture ricettive nei dintorni
Hotel a Castellammare del Golfo
Hotel Cetarium – via Don L. Zangara – Tel. +39 0924 533401 Al Madarig – piazza Petrolo, 7 – Tel. +39 0924 33533 La Battigia – SS. 187 Alcamo Marina – Tel. +39 0924 597259 La piazzetta – Piazza Europa, 8 – Tel. +39 0924 35559 Belvedere Oasi del Golfo – SS. 187 Km.37 Tel. +39 0924 33330 Punta Nord Est – viale L. da Vinci 67. Tel +39 0924 30511 Alloggi a Scopello
Tenute Plaia Agriturismo 91014 Tel. +39 0924 541476 – Fax +39 0924 072001 Hotel ristorante Torre Bennistra, via Armando Diaz, 9 Tel. +39 0924 541128 – Fax +39 0924 541233 Pensione Tranchina, via Armando Diaz, 7 Tel. +39 0924 541099 Pensione La Tavernetta, via Armando Diaz, 3 Tel. +39 0924 541129 Affitta camere Mazzara Tel. +39 0924 541135 Alberghi a Custonaci
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