Sardegna: Aggius e suoni e silenzi della Valle della LUNA

19 marzo 2020 - 13:35

«Se tu e gli altri quattro veramente mi amate, rapitemi stanotte, e portatemi ad Aggius; e fatemi una capanna in un bosco di Sòveri là sul Tummeu Sotza, ch’io veda il golfo e tutto il lido insino alla Maddalena, E ch’io sia svegliato ogni alba dal gallo di Gallura» Gabriele D’Annunzio, 1928.

Poche righe di grande poesia descrivono lo struggimento e la malinconia che assalirono D’Annunzio nel 1928, dopo aver ascoltato presso il suo Vittoriale il Coro di Aggius, composto allora da Anton Pietro Cannas, Pietro Sanna, Giorgio Spezzigu, Salvatore Stangoni e, non ultimo, Giovanni Andrea Peru, cui fu indirizzata la lettera con tale testo.

Non sarete esenti da quelle passioni, se i vostri passi visiteranno Aggius, incantevole villaggio della Gallura, ed il silenzio della Valle della Luna (o Li Pàrisi). Qui la natura impera, narrando vicende antiche e imperiture che si susseguono nei secoli, da quando i primi uomini decisero di abitare la Piana dei Grandi Sassi, com’era chiamata.
Le scultoree rocce di granito fornirono loro non solo il primo riparo fisico, ma anche il luogo nel quale evadere silenziosamente dalla dura vita di tutti i giorni, fantasticando entro quel mondo di forme in esse naturalmente scolpite. Chissà se anche quegli uomini ammutolirono dinnanzi a cotanta bellezza. Chissà se si dolsero quando infransero quel silenzio per edificare da quelle stesse rocce il nuraghe Itzana, discreto controllore della valle.
In simbiosi con i possenti lecci, le ritorte sughere, i corbezzoli dal dolce frutto (i sòveri dannunziani), i progenitori di queste lande trascorsero le ere, disturbati solo dall’impeto del maestrale e da quel senso di piccolezza estorto dall’enormità delle splendide notti stellate.
Sopravviveranno i vostri sensi ed il vostro cuore a tutta questa emozione, quando i vostri piedi solcheranno questi luoghi, vergognosi di ferirli con le proprie impronte?
La campagna circostante la Valle della Luna è costellata di terreni strappati alla macchia dalle fatiche umane. Vi pascolano beatamente bianche mucche, perlopiù, ma anche capre, pecore, asini e vari animali selvatici, tra cui cinghiali e volpi.
Di tanto in tanto appaiono isolati stazzi. Sono le tipiche costruzioni rurali di questa regione della Sardegna, un temponascondiglio di latitanti contrabbandieri e banditi, come il famoso Muto di Gallura, Bastiano Tansu, immortalato nel romanzo di Enrico Costa e attraverso il particolarissimo Museo del Banditismo ad Aggius.
Qui sono conservate diverse curiosità: oggetti e armi appartenuti al fuorilegge, materiale d’archivio dell’Arma dei carabinieri e altri documenti che testimoniano durezza e fierezza delle genti di Aggius, che non si rassegnavano a subire leggi e imposizioni dei propri conquistatori, pisani, aragonesi o Savoia che fossero. A pochi metri il MEOC, museo etnografico dagli ampi spazi espositivi, che racchiude la cultura popolare gallurese dal 1600 ad oggi.
Particolarmente interessante la ricostruzione della casa tradizionale con arredi e oggetti d’epoca; la mostra permanente del tappeto aggese (ancor oggi lavorato al telaio tradizionale a mano); la raccolta audio-video dei brani corali di Aggius e dell’intera Sardegna a cura di Marco Lutzu, inaugurata recentemente; i costumi tradizionali e molto altro.

Soste di piacere

Un luogo lo si conosce anche dai suoi sapori. Vale dunque la pena concedersi nella visita una pausa culinaria presso il caratteristico ristorante tradizionale e wine-bar in centro paese oppure in uno degli agriturismo presenti sul territorio.
Ce n’è per tutti i gusti: li cjusoni, tipici gnocchi galluresi al sugo; la mazza frissa, a base di farina, miele, panna vaccina e formaggio; la zuppa gallurese, con pane raffermo, brodo di carne di pecora e formaggio. Se vi fosse negata l’occasione di provare i forti vini casalinghi, la scelta è dirottare sul vermentino, tipico dell’area.
Una passeggiata nei pressi del laghetto di Santa Degna, un caffè degustato al chiosco o un po’ di riposo all’ombra del suo boschetto nelle aree attrezzate per pic-nic, osservando oche, carpe e pesci rossi e tartarughe che lo popolano, sarà d’aiuto alla digestione. Il laghetto deve il suo nome alla chiesetta dedicata alla santa, di cui oggi restano alcuni ruderi.
Nella campagna aggese sono molte le chiese: Santu Petru Rudas, chiesetta risalente al XVIII secolo con il caratteristico “pultigali” (porticato) e la campanella del campanile recuperata da una nave tedesca; San Giacomo (Santu Jagu), in località Pitrischeddu, dove sono presenti iresti di un piccolo e caratteristico campo santo utilizzato fino al 1925; San Filippo; Santu Lusunu in località Pala di Monti e la recente Madonna della Pace di Bonaita (edificata negli anni sessanta del secolo scorso). Molti di questi luoghi ospitano nei giorni del santo patrono le tradizionali feste campestri, spesso accessibili solo su invito, che contornano il rito del passaggio della bandiera tra le famiglie che si offrono di mantenere nell’arco dell’anno la chiesa.

Mai sazi di emozioni

Bonaita è separata da Aggius da una piccola quanto imponente catena di monti granitici, così definiti per la loro conformazione, ma che per la loro relativa altitudine andrebbero definiti colline (la cima più elevata non raggiunge gli 800 metri s.l.m.). Diverse escursioni sono fattibili lungo le loro pendici, pur necessitando in genere una guida per lamancanza di segnavia o per l’attraversamento di proprietà private.
Chi lo desideri può rivolgersi allo scrivente o all’associazione Tutt’a Pedi, che offre escursioni facili e particolari alla scoperta di luoghi affascinanti come Lu Tambureddu, il nuraghe Itzana o passeggiate in notturna.
Oggetto d’arrampicata da parte dei Ragni di Lecco, uno di questi monti è stato popolarmente ribattezzato il Resegone della Gallura. Se ancora non foste sazi d’emozioni, i dintorni di Aggius offrono ulteriori attrattive: la vicina Bortigiadas raggiungibile su sterrata con i suoi limoni, il suo museo Mineralogico e le sculture di Pinuccio Sciola; Tempio Pausania e le sue attrattive (il Carnevale; il nuraghe Majori; il museo Bernardo de Muro dedicato al grande tenore; il museo del presepio…); le principali località balneari della zona sono a soli venti minuti d’auto: le spiagge Marinedda, Isola Rossa, Costa Paradiso…

L’autore

MARINO CURNIS Oltre diecimila chilometri nelle gambe (il Cammino di Santiago; Eurasia Pedibus Calcantibus,
da Bergamo all’Iran; il Circuito dell’Annapurna in Nepal; Leonardo 1516, da Roma ad Amboise) ed i suoi molteplici interessi (musica, poesia, scrittura, viaggio, pittura, fotografia, artigianato, storia, archeologia, lingue…) continuano a spronare Marino alla curiosità. Nato a Bergamo il 07 maggio 1973, dal 2013 Marino vive ad Aggius dove gestisce con la sua famiglia il Bed and Breakfast Su Foghile.
Per info marinocurnis.
altervista.org/

Testi e foto di Marino Curnis

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