Woman walking with snowshoes in fresh snow in the mountains at sunset, Valmalenco, Italy
L’inverno è magnifico per inventare nuove escursioni e il nostro portale, insieme al popolo dei trekker trova sempre motivi e spunti per vivere la natura e scoprire i paesaggi imbiancati del nostro Paese. Ciaspole ai piedi, si parte alla scoperta della neve!
Siamo ai piedi del Monte Rosa, all’interno di uno dei comprensori sciistici più grandi delle Alpi. Quando si parla di Monte Rosa, si pensa subito all’alpinismo dei 4000 metri, oppure nel periodo invernale al free ride, allo sci in pista e fuoripista. Ma questo maestoso massiccio non è solo adrenalina, è anche storia, cultura e natura.
La Punta Gnifetti e le altre cime fanno da cornice a numerose valli e cime minori dove è possibile praticare un escursionismo lento alla ricerca di antiche culture e bellezze naturali che lasciano piacevolmente sorpresi.
Itinerari di diverse difficoltà sia nel periodo estivo sia in quello invernale, per scoprire piccoli borghi fondati secoli fa da persone coraggiose, che avevano deciso di vivere tutto l’anno in luoghi spesso ostili: parliamo dei Walser, popolazione di origine vallesana, che all’inizio del XIII secolo migra dal territorio di origine alla ricerca di nuovi territori dove vivere.
Un’etnia specializzata nell’agricoltura a quote elevate, dove si può coltivare poco e per brevi periodi, capace di trasformare il territorio in maniera sostenibile e funzionale.
Agricoltori, allevatori, boscaioli, minatori e costruttori, ma anche, all’occorrenza e con il passare dei secoli, inventori, pittori, artigiani, commercianti, guide e molto altro ancora.
Testimonianze delle capacità di questa civiltà sono ancor oggi ben visibili alle testate delle valli che circondano il Monte Rosa: i nuclei abitati, le singole abitazioni in legno e pietra, la religiosità e le tradizioni, e il senso della comunità. – Testo di Enrico Zanoletti
_ Gli itinerari consigliati:
Valle Vogna: l’Alpe Larecchio
Ciaspolare in Val d’Otro
Siamo a fine novembre e sono alla finestra della mia casa di Lanzo, sta nevicando.
Il cortile, la siepe, la strada, sono imbiancati e il “mount bas” si vede appena, le nubi gli si sono avvolte intorno e paiono coprirlo come una coperta. Immediatamente penso all’alta valle e in particolare il mio pensiero corre al Pian della Mussa.
Credo di non essere il solo e credo anche che tutti quelli che, come me, frequentano le “nostre” Valli di Lanzo in inverno, quando vedono la prima imbiancata pensano al piano già coperto di neve.
Le Valli di Lanzo offrono itinerari emozionanti ai numerosi frequentatori della montagna innevata, ma il Pian della Mussa riesce davvero ad accontentare tutti.
Chi vi sale con gli sci da fondo può seguire la strada provinciale, chiusa a Balme, che diviene una pista battuta: una volta giunti al Piano, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Chi sale con le racchette da neve può girovagare per l’immenso pianoro e per chi pratica lo scialpinismo il Pian della Mussa è il punto di transito per gite ben più lunghe, che portano ai valichi e alle imponenti cime dell’alta Val d’Ala.
Il Pian della Mussa in inverno torna anche a essere uno dei luoghi “magici” delle Valli di Lanzo; come sono lontani i mesi estivi con il loro carico di gitanti, braciole e tavolini, che banalizzano con il turismo “mordi e fuggi” tanti luoghi montani.
L’inverno permette a questa splendida valle di riappropriarsi della propria essenza più vera e “selvaggia”; non resta quindi che tirare fuori dall’armadio le vostre racchette da neve e partire alla scoperta dell’alta Val d’Ala. – Testo di Roberto Bergamino
Il Pian della Mussa
L’anello di Val Servìn
La Val Cairasca, laterale della Val Divedro nel cuore delle Alpi Lepontine, è profondamente amata dagli escursionisti per i suoi alpeggi idilliaci punteggiati di baite e per gli splendidi itinerari offerti dell’area protetta Veglia – Devero.
Qui l’inverno ferma il tempo e le strade d’accesso spesso chiuse fanno di questi luoghi un mondo a parte.
Il rifugio Pietro Crosta, di proprietà del CAI di Gallarate, gestito da Marina Morandini e Enrico Sanson – Foto Marina Morandini
Raggiungibile da ciaspolatori e scialpinisti è l’Alpe Solcio che, spesso coperta di un bel manto nevoso a partire da novembre, attende gli escursionisti con il suo Rifugio Costa aperto tutto l’anno. – Testo di Marina Morandini
Al Rifugio Crosta all’Alpe Solcio
“Ma è un vulcano?”, questa la domanda che tanti si sono posti, guardando la Bisalta da lontano.
Invece no. Ha la forma di un vulcano, ma non lo è. È costituita da rocce vecchie quasi trecento milioni di anni.
Ma, nonostante l’età, si presenta ancora come un bellissimo balcone sulla pianura cuneese.
Ammantata di misteri e leggende, abitata da personaggi mitologici, culla, in tempi recenti, della Resistenza, questa montagna non smette di regalare a coloro che la frequentano scorci unici, paesaggi naturali multicolori a seconda delle stagioni.
Foto di Massimo Civalleri
E la stagione invernale è ideale per salirne le pendici e godere, nelle giornate limpide, dello spettacolo dell’arco alpino Nord-occidentale; per camminare con le racchette da neve e scoprire le tracce degli animali che la popolano, percorrendo i sentieri innevati.
Senza dimenticare le fredde notti d’inverno: le uscite in Bisalta diventano, così, un’occasione unica per osservare il cielo stellato, da un palcoscenico privilegiato a poca distanza dalla città, e spesso si concludono con un caldo piatto di polenta concia e vino locale. Testo di Massimo Civalleri
Prà del Soglio
Valle Pesio: Gias Sottano del Colle
La “regione” Ossolana conta numerose valli, parchi e riserve naturali, laghi e cime imponenti e suggestive.
In Valle Anzasca troneggia il Monte Rosa, con la parete Est, ben visibile anche dalla pianura padana; poco più a Nord svettano le imponenti piramidi del Pizzo Andolla (m 3653), in Valle Antrona, e del Monte Leone (m 3553), spettacolare punta che domina la conca dell’Alpe Veglia, nel Parco Veglia Devero, ove si ergono anche il Cervandone (m 3210) e la Punta d’Arbola (m 3235), al confine con la Val Formazza, delimitata dalle catene montuose del Blinnenhorn (m 3374) e del Basodino (m 3273).
Verso il rifugio Zamboni, ai piedi della parete Est del Monte Rosa – Foto Cesare Re www.fotopercorsi.it
Zone selvagge e montagne severe, in contrapposizione alle cime più docili della Val Bognanco e dell’altipiano soleggiato della Val Vigezzo, che consente anche di accedere al Parco Nazionale della Val Grande e alle sue irte cime.
I paesaggi, le valli e i luoghi dell’Ossola non sono poi così diversi da come dovevano essere nell’autunno del 1832, quando Dumas valicò il Passo del Sempione diretto a Domodossola, la piccola “capitale” dell’Ossola.
Nei suoi scritti così annota: “la sommità è terra di ghiaccio e di nevi, è il palazzo d’Inverno, è il regno della morte. Poi si incontra la galleria di Algaby, la più lunga e bella… a mille piedi sotto la strada il torrente. A duemila piedi al di sopra della testa, il cielo…”.
Rifugio Zamboni – Foto Cesare Re
Proseguendo verso l’italiana Val d’Ossola e scendendo verso il fondovalle, la descrizione di Dumas muta radicalmente: ”le tiepide folate del vento d’Italia vi vengono innanzi… si formano pianori su pianori… è l’Italia, eterna civetta…”.
Ai piedi di queste spettacolari vette si snodano molti percorsi ideali per l’escursionismo invernale con le racchette da neve, sia in zone turistiche e conosciute, sia in territori selvaggi e poco frequentati.
Ne presentiamo una breve selezione che consente di apprezzare le bellezze delle valli Ossolane e che suggerisce altre interessanti gite sulle candide nevi di questo angolo di Piemonte. Testo di Cesare Re
Rifugio Zamboni Zappa e Lago delle Locce
Dall’Alpe Cheggio al Passo della Forcola
Val Formazza: da Riale al Rifugio Maria Luisa
Come un ampio terrazzo sospeso tra l’imponente cornice alpina e la sconfinata Pianura Padana, l’Oasi Zegna, tra Trivero e la Valle Cervo, è custode di un meraviglioso paesaggio montano frutto dell’amore per la natura dell’imprenditore Ermenegildo Zegna che qui portò una strada, l’attenzione all’economia di montagna e oltre mezzo milione di conifere che d’inverno, cariche di neve, brillano nel sole.
Foto Archivio Oasi Zegna
Bielmonte, la località più elevata con i suoi 1500 metri, è il cuore della conca bianca alle porte dell’Alta Valsessera, regno incontaminato di una natura selvaggia.
La stagione fredda è il momento ideale per coniugare sport e divertimento con lo straordinario paesaggio dell’oasi, un vero e proprio “parco della neve”, grazie alle innumerevoli attività outdoor che trovano espressione proprio in quest’area orientale delle Alpi biellesi.
Non solo sci alpino in tutta sicurezza, snowboard o kiteski per i più spericolati: qui gli amanti dei grandi silenzi, della superficie intonsa della neve, delle tracce che si perdono nei boschi, trovano innumerevoli opportunità.
Archivio Oasi Zegna
I fondisti possono godere dei venti chilometri di tracciati battuti o scegliere di abbandonare le tracce e avventurarsi verso la Valsesia e la cima dell’Asnass in compagnia delle guide alpine, proprio come gli amanti delle racchette da neve che d’inverno non smettono di camminare per entrare in sintonia con questo straordinario ambiente alpino attraverso le numerose escursioni nella candida luce del paesaggio innevato ma anche nell’atmosfera magica della notte, quando il cielo è una trapunta di stelle. Testo di Michela Del Torchio
Oasi Zegna: verso l’Argimonia
Oasi Zegna: il panorama dalla Marchetta