Molti dei nostri articoli sono dedicati al tema del benessere derivante dal camminare in diversi ambienti, da quello urbano a quello montano. Abbiamo analizzato i risultati di studi e ricerche che spiegavano gli innumerevoli benefici legati al sistema cardiovascolare, alla prevenzione del diabete, alla lotta all’obesità e all’equilibrio mentale. Ma non ci siamo mai dimenticati di segnalare, allo stesso tempo, i rischi e i pericoli cui si può andare incontro camminando in determinati ambienti e situazioni climatiche.
Oggi parleremo dell’alta quota perché, grazie alla diffusione delle racchette da neve, sempre più appassionati di outdoor approfittano dell’inverno per regalarsi delle camminate sulla neve fresca a quote elevate. Sicuramente un’attività molto coinvolgente e stimolante ma che, quando si superano certe quote, può nascondere piccoli contrattempi, in particolare per chi non è in condizioni fisiche adatte a sopportare condizioni un pò più estreme.
Per i bambini sotto gli 8 – 10 anni è bene avere qualche precauzione in più quando di decide di portarli oltre i 2000 metri di quota. In questa fascia di età è più facile che si manifesti il c.d. mal di montagna, solitamente entro le prime 12 ore dalla salita, gli effetti più comuni e riconoscibili sono mal di testa e nausea.
Nei bambini più piccoli, che non sono ancora in grado di parlare dei loro sintomi, bisogna verificare la sussistenza di irritabilità, insonnia, scarso appetito e un generale stato di svogliatezza, tutti elementi possibili indicatori della presenza del mal di montagna. Questo rischio aumenta quando la permanenza in quota si dilunga anche per il sonno notturno.
Quindi quando si decide di andare in alta quota con i bambini è bene fare una salita graduale e lenta, con diverse soste, per consentire al piccolo di acclimatarsi e all’organismo di abituarsi alle condizioni ambientali nuove. Se si ha in programma di superare i 2500 metri di quota è consigliabile limitare il dislivello quotidiano a non più di 300 m, in ogni caso non dimenticate mai di informarvi circa la presenza di un centro medico in zona e mezzi per scendere di quota in tempi brevi.
Ritratto di bambini che giocano con la neve in montagna
Se i vostri bambini sono sotto l’anno di età, per precauzione sarebbe meglio non portarli sopra i 2.500 metri di quota. Infatti alcuni studi hanno ipotizzato che ad altitudini tanto elevate la respirazione risulta alterata e, in caso di permanenze prolungate, per i più piccoli potrebbero sorgere complicazioni respiratorie. Ecco perché, in caso patologie virali all’apparato respiratorio, è assolutamente sconsigliato superare queste quote.
Ci sono altri due rischi spesso sottovalutati dai genitori quando si porta un bambino in montagna e, magari, lo si tiene nell’apposito zaino per il trasporto di bimbi. Prima di tutto IL FREDDO, il bambino è fisicamente molto meno adatto a sopportare le basse temperature, in particolare bisogna anche tener presente che mentre i genitori camminano e si scaldano, il piccolo rimane fermo e quindi necessità di un isolamento termico adeguato.
In secondo luogo non bisogna dimenticarsi delle radiazioni solari, la pelle del bambino è più delicata e irritabile, vanno quindi protette le parti più delicate del corpo con occhiali da sole, cappellini e quelle che rimangono scoperte con creme solari adeguate.
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Le donne in attesa come prima cosa dovrebbero approcciarsi alla montagna con alcune precauzioni basilari, mai avventurarsi in aree che non abbiano nelle vicinanze strutture sanitarie facilmente raggiungibili in caso di bisogno. In merito alla gestazione non ci sono rischi particolari ma ci sono una serie di consigli utili da tener bene a mente:
In questo caso si tratta di consigli validi anche per le persone più giovani, soltanto che gli appassionati di outdoor un pò più avanti con gli anni dovranno prestarvi maggiore attenzione ed essere più scrupolosi nella loro preparazione. Se, da una parte, gli anziani sono meno soggetti al mal di montagna, specie se in buoni condizioni fisiche dall’altro è bene prestare attenzione particolare:
Anche chi ha sofferto di patologie legate al sistema cardiovascolare può soggiornare in alta quota, anche se è meglio evitare sforzi troppo intensi che possono provocare un aumento della pressione arteriosa, specie se combinato ad un clima di freddo intenso, ecco perché è sempre opportuno un parere medico prima di dedicarsi a queste attività. In alcune particolari circostanza è meglio evitare invece evitare anche le medie quote (1800-3000 metri), in particolare quando si è sofferto di: