Storie di passi: lo Chaberton

20 maggio 2018 - 14:55

Vetta di grande interesse paesaggistico e storico, lo Chaberton, è noto anche per la presenza sulla vetta di quello che fu il forte militare più alto d’Europa.

Alcune torri, sulle quali erano montati cannoni girevoli, sotterranei tetri ed invasi permanentemente dal ghiaccio, vecchie caserme diroccate restano immobili a testimonianza di una delle pagine più dolorose della storia italiana.

Descrizione: superata la frontiera, prima di raggiungere l’abitato di Montgènevre, si incontra sulla destra una strada asfaltata che sale in direzione dello Chaberton; al termine della salita, quando la carrozzabile scende verso alcuni condomini, si individua sulla sinistra uno sterrato lungo il quale il transito è vietato (m. 1880).

Si parcheggia e si inizia a camminare lungo la bella stradina, sul versante idrografico destro del vallone del Rio Secco; a circa 1960 metri di quota si abbandona lo sterrato, deviando a sinistra per una comoda scorciatoia che si ricongiunge alla strada una trentina di metri più in alto.

Si continua quindi ancora lungo la carrareccia, si ignora un bivio a destra (per l’Ecole d’Escalade) a 2050 metri, imboccando invece la deviazione a destra presente 10 metri più in alto: si segue un sentiero che s’inoltra tra un dosso ed il Rio Secco, scendendo leggermente e quindi risalendo tra alcuni larici e pini, fino a sbucare in un’ampia conca da dove appare il colle dello Chaberton.

Attraversato il pianoro, si scende ad attraversare il Rio Secco e quindi ci si dirige verso l’evidente Ricovero delle Sette Fontane (m 2253), seguendo un’altrettanto evidente sentiero; superata la casetta, si raggiunge il colle dello Chaberton (m 2671), seguendo il tracciato principale; si svolta quindi verso destra, seguendo ciò che resta della vecchia strada militare: questa via via si restringe fino a diventare un sentiero, che conduce alla vetta, dedicando un pensiero ai reticolati di filo spinato che frequentemente fiancheggiano la via.

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