Alcune torri, sulle quali erano montati cannoni girevoli, sotterranei tetri ed invasi permanentemente dal ghiaccio, vecchie caserme diroccate restano immobili a testimonianza di una delle pagine più dolorose della storia italiana.
Descrizione: superata la frontiera, prima di raggiungere l’abitato di Montgènevre, si incontra sulla destra una strada asfaltata che sale in direzione dello Chaberton; al termine della salita, quando la carrozzabile scende verso alcuni condomini, si individua sulla sinistra uno sterrato lungo il quale il transito è vietato (m. 1880).
Si parcheggia e si inizia a camminare lungo la bella stradina, sul versante idrografico destro del vallone del Rio Secco; a circa 1960 metri di quota si abbandona lo sterrato, deviando a sinistra per una comoda scorciatoia che si ricongiunge alla strada una trentina di metri più in alto.
Si continua quindi ancora lungo la carrareccia, si ignora un bivio a destra (per l’Ecole d’Escalade) a 2050 metri, imboccando invece la deviazione a destra presente 10 metri più in alto: si segue un sentiero che s’inoltra tra un dosso ed il Rio Secco, scendendo leggermente e quindi risalendo tra alcuni larici e pini, fino a sbucare in un’ampia conca da dove appare il colle dello Chaberton.
Attraversato il pianoro, si scende ad attraversare il Rio Secco e quindi ci si dirige verso l’evidente Ricovero delle Sette Fontane (m 2253), seguendo un’altrettanto evidente sentiero; superata la casetta, si raggiunge il colle dello Chaberton (m 2671), seguendo il tracciato principale; si svolta quindi verso destra, seguendo ciò che resta della vecchia strada militare: questa via via si restringe fino a diventare un sentiero, che conduce alla vetta, dedicando un pensiero ai reticolati di filo spinato che frequentemente fiancheggiano la via.