5 tesori nascosti da scoprire in Abruzzo

L'Abruzzo è una Regione sorprendente: ricca di natura, storia e tradizioni che la rendono una meta ideale per i viaggiatori alla ricerca di esperienze autentiche. Scopriamo alcuni dei luoghi più preziosi e affascinanti di questo scrigno di natura

5 marzo 2025 - 16:56

Abruzzo: borghi e luoghi dall’incredibile fascino

L’Abruzzo è una delle regioni italiane più autentiche, ricca di spazi verdi, montagne e spiagge che insieme si amalgamano alla perfezione.

Questa Regione offre davvero di tutto: parchi naturali incontaminati, catene montuose suggestive, antichi borghi medievali, laghi d’alta quota e un mare meraviglioso.

Nonostante l’incredibile bellezza del suo territorio,  l’Abruzzo rimane ancora una terra autentica, meta ideale per il turismo lento e responsabile, in grado di resistere alle storture del turismo di massa. Sono molti infatti i luoghi e le località ancora poco conosciuti e ideali da scoprire in tutte le stagioni

Ecco una piccola selezione di alcuni dei tesori nascosti più interessanti della regione per un viaggio tra la terra e il mare.

1 – Il castello di Roccascalegna

Il castello di Roccascalegna si trova in provincia di Chieti, circondato dal sontuoso massiccio della Maiella, ed è un edificio di stampo medievale arroccato sulla cima di una collina rocciosa quasi come fosse un prolungamento della stessa.

La creazione di questa struttura inusuale si colloca tra il 1200 e il 1400, mentre il primo documento ufficiale in cui si fa riferimento al castello è datato 1520.

All’interno del documento si attesta la ristrutturazione dell’edificio: vennero costruite quattro nuove torri cilindriche ancora oggi visibili che si andarono ad aggiungere a un’altra torre preesistente a base quadrata.

Intorno agli anni Novanta del secolo scorso gli studiosi hanno riferito che quest’ultima, con molta probabilità, fu un’antica torre longobarda oppure normanna.

C’è anche una leggenda che riguarda il castello di Roccascalegna.

Pare che nel 1646 l’allora signorotto del luogo, un tale Corvo de Corvis, introdusse il cosiddetto “ius prima noctis”, un atto che gli dava il diritto di giacere con qualsiasi novella sposa del paese di Roccascalegna.

Qualcuno però si oppose e de Corvis venne ucciso a coltellate: non si sa di preciso chi fu l’assassino, forse una giovane sposa oppure il marito di una di queste, fatto sta che sulle mura della torre, crollata nel 1940, rimase impressa un’impronta di una mano bagnata di sangue.

Si dice che i più anziani del luogo abbiano tentato invano di cancellarla ancor prima della caduta della torre, tuttavia invano: l’impronta continuava a ricomparire e qualcuno azzardò a riferire che il pezzo di pietra con la mano impressa fosse rimasto integro anche dopo il crollo.

Ad ogni modo, il barone esistette veramente e promulgò davvero la legge in questione.

Oltre al castello si consiglia anche una visita al piccolo villaggio di Roccascalegna, decisamente un gioiello raro.

_ Il sito ufficiale del castello di Roccascalegna

2 – Il borgo di Pescocostanzo

Pescocostanzo è un borgo singolare: alle belle case e ai palazzetti rinascimentali si alternano infatti spuntoni di roccia e i resti dell’antico abitato.

Il nome del paese deriva dall’antico toponimo “Pescus Costantii”, comparso per la prima volta nell’XI secolo.

“Pesco” deriva da “pestlùm” e indica appunto il basamento roccioso sul quale ha preso forma l’abitato originario, mentre in merito al Costanzo non ci sono ancora notizie certe.

Pescocostanzo sorge nell’area degli altipiani maggiori d’Abruzzo e domina la conca dell’altopiano del Quarto Grande dalle pendici del monte Calvario.

L’esistenza del primo nucleo abitato, che risale a un periodo compreso tra il X e l’XI secolo, è testimoniata da un’iscrizione datata 1066 incisa  su una delle formelle della porta bronzea della basilica di Montecassino.

Si tratta di un borgo legato ancora alle antiche tradizioni del territorio: esprime un antico sapere artigiano declinato nelle attività tradizionali della filigrana, del ferro battuto, dell’intaglio del legno e del merletto.

Pescocostanzo si trova pur sempre nel territorio del Parco della Maiella, perciò si tratta di una base ideale per esplorare le riserve naturali del Quarto di Santa Chiara e del Bosco di Sant’ Antonio, le quali tutelano delle bellissime faggete.

_ Il sito del Parco Nazionale della Maiella

3 – Il castello di Rocca Calascio

Il castello di Rocca Calascio è una suggestiva costruzione adagiata su uno sperone roccioso a circa 1500 metri sul livello del mare: si tratta della roccaforte più alta di tutto l’Appennino e offre un panorama unico su tutto il massiccio del Gran Sasso.

La rocca è composta da una cerchia muraria e da alcune torri cilindriche che risalgono alla fine del XV secolo, fu costruita attorno all’anno Mille e, originariamente, aveva una funzione di controllo sui vari territori della transumanza.

La sua posizione strategica, inoltre, favorì la nascita del sottostante borgo di Rocca Calascio.

Appartenne al barone di Carapelle Leonello Acclozamora e, successivamente, ai Piccolomini, finché nel 1579 passò nelle mani dei Medici.

Sfortunatamente, un terremoto verificatosi nel 1703 portò all’abbandono della rocca e del borgo circostante: questi rimasero disabitati fino al XX secolo.

Oggi, grazie alle opere di restauro e alla valorizzazione del territorio, il Castello di Rocca Calascio è divenuto una delle principali attrazioni turistiche della regione.

_ Qui trovate un’approfondimento sul castello di Rocca Calascio

4 – Le rovine di Alba Fucens

Quello di Alba Fucens è uno dei più importanti siti archeologici di tutto l’Abruzzo: fu scoperto nel lontano 1949 grazie agli scavi compiuti dall’università belga di Lovanio ed è ancora oggi al centro di molte ricerche.

Alba Fucens si trova all’interno del comune di Massa D’Albe, in provincia dell’Aquila, e si tratta di un’antica città romana costruita all’interno di un territorio abitato dagli Equi.

È una delle più importanti testimonianze di una campagna di assoggettamento dell’Italia centrale da parte di Roma.

Quello che oggi si può vedere sono i resti di un’intera cittadina composta da spazi pubblici e abitazioni private, e il suggestivo anfiteatro ricavato all’interno di una collina che, tutt’ora, viene utilizzato per concerti ed eventi culturali.

Ma cosa significa “Alba Fucens”?

Il nome “Alba” era piuttosto diffuso tra i latini e il suo significato è duplice: può significare “altura” ma anche “bianco”.

Pare che l’area intorno al centro cittadino fosse ricca di sassi bianchi e che proprio per questo motivo si sia scelta la parola “Alba”.

Ci sono però altre ipotesi che fanno risalire il termine “Alba” all’importante metropoli latina di Alba Longala.

La parola “Fucens”, invece, pare si ricolleghi al vicino lago Fucino che in latino era chiamato “Fucinuse” e che i Marsi, che vivevano sul lato marsicano del lago, identificavano con “Fucentes”.

_ In questa pagina trovate informazioni aggiuntive sul sito archeologico di Alba Fucens

5 – La costa dei trabocchi

I trabocchi sono gli emblemi della costa abruzzese, specialmente quella teatina, ovvero il tratto costiero appartenente alla provincia di Chieti.

I trabocchi sono delle particolari costruzioni in legno simili a palafitte collegate alla costa da una passerella sulla quale, in passato, erano installate delle reti.

Si tratta di vere e proprie macchine ideate per la pesca ancorate agli scogli e capaci di resistere anche ai più violenti giorni di tempesta.

Secondo alcuni studiosi l’origine del trabocco è da attribuire ai Fenici: pare siano nati dall’esigenza di pescare senza dover uscire per forza in mare aperto.

Era una soluzione comoda che permetteva agli antichi pescatori di non incorrere in eventuali pericoli che, all’epoca, erano nettamente maggiori rispetto ad oggi.

Sono circa una trentina i trabocchi rimasti in questo tratto di costa, anche se non mancano anche in Molise e in Puglia.

Per ammirare i trabocchi si potrebbe partire da Vasto Marina e proseguire il tour fino a quelli di Punta Penna, magari facendo una sosta all’interno della Riserva Naturale di Punta Aderci.

Merita una menzione il litorale di Torino di Sangro, famoso per il trabocco Punta Le Morge, facilmente raggiungibile dalla spiaggia, e la località di Fossacesia, dove si può far visita al trabocco Pesce Palombo e Punta Rocciosa.

Infine, si può concludere il tour a Rocca San Giovanni dove si trovano i trabocchi Punta Cavalluccio, Punta Tufano, Punta Isolata, Sasso della Cajana e Punta Punciosa.

_ Scopri la rete ciclabile della Costa dei Trabocchi

 

 

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