Etna, in viaggio attorno al grande vulcano
Regione: Sicilia
Provincia:
Catania
Lunghezza
dell’itinerario: 110 chilometri
Dal 1895 le locomotive della Circumetnea si
arrampicano sullependici del vulcano per tutta la sua circonferenza
– con pendenze massime in alcune tratte del 36 per mille –
avanzando da Catania a Riposto, lungo un territorio caratterizzato da
contrasti di tinte e ambienti quasi soprannaturali.
A distanza di
quasi un secolo da quando Vittorio Emanuele III e la regina Elena del
Montenegro ammirarono dal finestrino della loro carrozza reale questa
campagna stupefacente, la Circumetnea scopre la sua inclinazione
turistica.
Il viaggio in treno che supera 6 gallerie, 11 viadotti ad
arcate e 11 ponti a travata metallica, può iniziare dalla stazione
di Catania Borgo, nella storica Via Caronda, collocata nella parte
alta della centralissima Via Etnea, raggiungibile anche con la
metropolitana dalla fermata di Catania Centrale.
All’ingresso della
stazione principale della Ferrovia Circumetnea, la vecchia locomotiva
N.14, soprannominata “Meusa” (l’altra locomotiva a vapore
sopravvissuta è la N.10 “Mascali”), accoglie il turista. Forse è
la stessa che accompagnò Edmondo De Amicis nel suo viaggio a inizio
Novecento, di cui rimane il racconto nell’opera “Ricordi di un
viaggio in Sicilia”.
Queste locomotive a vapore smisero di
viaggiare nel 1963, seppure le “moderne” e più accoglienti
littorine Aln 56 Fiat fossero in servizio a partire dal 1938.
Lasciando alle spalle il centro urbano (le carrozze quasi toccano i
muri delle case), iniziano a comparire le prime tracce di una delle
eruzioni più disastrose dell’Etna, quella del 1669, quando in
prossimità di Nicolosi, a soli 800 metri di quota, fuoriuscì la
lava che in poco meno di un mese si riversò su Catania e in mare,
facendo migliaia di vittime.
Fiancheggiando nere rocce basaltiche, si
supera Misterbianco attraversando una campagna fertile,
marcata dal verde degli agrumeti e uliveti, per poi restare
stupefatti dei tanti fichi d’India che qui vengono coltivati in
maniera intensiva.
Le prime stazioni che s’incontrano sono quelle
dei centri maggiormente abitati, come Paternò, dove
passeggiando nel centro storico, ricco di monumenti risalenti al
periodo normanno, è possibile acquistare nei laboratori degli
artigiani bellissimi manufatti di ceramica artistica.
Le tappe
successive sono anche all’insegna dei sapori: a S. Maria di
Licodia sono assolutamente da provare i dolci tipici come i
mostaccioli, le mezzelune e la “bersagliera” (un biscotto di
tradizione benedettina); a Biancavilla e Adrano si fa
largo uso degli agrumi, quindi non manca il risotto al succo
d’arancia, la torta di mandarini e altre prelibatezze.
Una sosta in
questi paesi e in quelli che s’incontrano lungo il viaggio,
permette di ammirare la perizia tecnica e la sensibilità artistica
degli artigiani della pietra lavica, della costruzione e decoro dei
carretti siciliani, della lavorazione del legno e del ferro battuto.
Procedendo a bassa velocità, circa 35 km/h, s’incontrano stazioni
minori che consentono ai turisti di scendere e intraprendere
interessanti passeggiate nell’area protetta del Parco dell’Etna,
come quella di Gurrida e del vicino lago omonimo, oppure la
fermata facoltativa presso Passo Zingaro, da dove si risale
lungo una mulattiera sino al Monte Minardo.
L’inclinazione
turistica della Circumetnea si scopre in questi paesaggi selvaggi e
variegati, contraddistinti da antiche colate laviche che rendendo
fertili e ricchi di vita i terreni e segnano l’economia di questi
luoghi. Abbondanti coltivazioni di pistacchio marcano il paesaggio di
Bronte: qui lo ritroviamo nei dolci, nei gelati e nella pasta
casereccia.
Ad ottobre si tiene l’importante sagra di questo frutto
introdotto dagli arabi e localmente chiamato festuca o frastuca.
Superata la stazione di Bronte, la linea ferroviaria raggiunge la sua
quota massima nell’altopiano di Maletto, in contrada Difesa,
da dove si può godere la vista migliore sui crateri centrali
dell’Etna.
A Maletto, passeggiando per l’antico quartiere
medioevale non si può fare a meno di saggiare le famose specialità
a base di fragola che tanta notorietà hanno dato al paese.
Qui le
botteghe artigiane hanno le “ciaramelle” – cornamuse costruite
dai pastori con le pelli di pecora – e le selle da cavallo, vanto
dei mastri sellai malettesi. Prima di scendere verso la Valle
dell’Alcantara, a Randazzo si può visitare la chiesa in
stile normanno di S. Maria, dove sulla facciata e il campanile
leitmotiv di altri borghi (come a Linguaglossa) è l’accostamento
della pietra lavica con quella arenaria.
La Circumetnea attraversa
ora una campagna più dolce, ingioiellata da magnifiche ville,
profumata dalla zagara (il fiore dell’arancio) e a settembre
dall’uva, quando la vendemmia lungo i vigneti della Solicchiata
diventa protagonista. Centri pedemontani etnei vengono superati uno
dopo l’altro e ai lati della ferrovia ricompaiono i frutteti e le
coltivazioni di nocciole (ingredienti principe di tanti dolci
tipici), mentre la strada ferrata scende rapidamente verso la
splendida riviera ionica.
Il treno, infine, dopo circa tre ore,
conclude la sua corsa nella stazione di Riposto. Per far
ritorno a Catania è conveniente scendere alla stazione di Giarre,
in modo da prendere, in coincidenza, uno dei tanti treni ordinari
della linea FS Messina-Catania.