Viaggio in Valle Argentina, quando la montagna incontra la riviera

18 marzo 2020 - 10:05

 Regione: Liguria

Provincia: Imperia

Lunghezza dell’itinerario: 54 chilometri

Lasciamo la costa e ci dirigiamo verso l’entroterra seguendola Sp 548 fino a Taggia (3 km). Da subito la valle sorprende per il verde intenso della vegetazione e per l’autentica atmosfera agreste che si respira via via che la strada inizia a salire.

In breve si arriva a Taggia, circondata da uliveti e da tracce di coltivazioni floricole. Cinque possenti torri cingono a difesa il nucleo storico della città, dove vagabondando fra vicoletti e piccole piazze si incontrano numerosi palazzi patrizi e splendide chiese, come la Basilica Romanica della Madonna del Canneto e il Convento di San Domenico.

Passeggiando sotto la romantica porticata di Via Soleri, occorre ricordarsi che Taggia diede i natali a Giovanni Ruffini, autore del romanzo Dottor Antonio, l’opera che consacrò per sempre la Riviera dei Fiori come meta del turismo d’elite a livello europeo.

L’itinerario prosegue lungo la Sp 548, fino a Badalucco (11 km), antico borgo rurale del 1245 con chiese romane e seicentesche. Altrettanto belle le sue frazioni: Ciabaudo, villaggio in posizione incantevole, fondato nel 1701 da una famiglia di Realdo; Argallo e Zerni, caratteristici borghi collinari ai piedi del Monte Pallaréa e circondati da estesi castagneti.

Il tempo, poi, sembra essersi fermato tra le case in pietra e le stradine di Vignai. Lasciandosi alle spalle il paese, si imbocca la strada che si stacca sulla destra, guadagnando quota fino al borgo di Montalto Ligure (13 km). Vale la pena fare una sosta nel suggestivo borgo per visitare la Chiesa Romanica di San Giorgio, una delle più antiche pievi paleocristiane della Liguria, scenograficamente immersa tra gli ulivi e la Parrocchiale di San Giovanni Battista.

Da Montalto Ligure, si risale la valle laterale della Carpasina, e in pochi minuti si giunge a Carpasio (19 km), borgo medioevale dei conti di Ventimiglia. Interessante, oltre la bellezza paesaggistica e panoramica del paese, il Museo della Resistenza (info: 0183.650755), realizzato all’interno di un’antica casa rurale, custodisce le testimonianze della Resistenza in questi luoghi, tra cui la documentazione della sanguinosa battaglia del Monte Grande.

Proseguendo verso Colla d’Oggia s’incontra il borgo di San Bernardo di Conio e, successivamente, il Passo di Teglia, fantastico punto panoramico a quasi 1400 metri di quota, dove bellissimi boschi si pongono alla soglia del piano montano. Con un po’ di prudenza, visto che la strada è stretta e a picco sulla valle si oltrepassa il villaggio di Drego fino a giungere ad Andagna (43 km), caratteristica frazione di Molini di Triora, con la sua spettacolare Rocca.

A questo punto è doveroso compiere una deviazione e raggiungere prima Molini di Triora (47,5 km), soprannominata la capitale dei mulini ad acqua, e dopo alcuni tornanti, il gioiello medioevale di Triora (54 km), luogo carico di mistero, noto per le condanne di stregoneria che coinvolsero, nel 1558, un gruppo di donne innocenti.

Per il tragitto di ritorno bisogna tornare a Molini di Triora, rientrare sulla Sp 548 e ridiscendere la valle sul versante idrografico destro dell’Argentina, lungo la vecchia strada di fondovalle che costeggia il torrente, viaggiando immersi in un paesaggio naturale e circondati da fitti boschi che si alternano a prati.