Abbuffata di Natale, 7 consigli per sopravvivere camminando
Anche con i migliori propositi è praticamente impossibile cedere al richiamo del pranzo o della cena della vigilia di Natale: vediamo come limitare i danni e non farsi troppo male, semplicemente camminando
Natale: 7 mosse per salvarsi dall’abbuffata, camminando
Ravioli, tortellini, bucatini, arrosti, brasati, agnello.
E poi ancora panettoni farciti, non farciti, panforte,pandoro, spumante, limoncello.
Il pranzo di Natale (o la cena, o peggio pranzo e cena) è un attentato alla salute di cui forse non siamo neppure consapevoli.
Eppure ci si deve passare.
Anche chi lo affronta con buoni propositi, finisce per cedere: antipasti infiniti, primi che arrivano quando pensavi di essere “a posto”, secondi che qualcuno definisce “solo un assaggio”, dolci che spuntano anche se avevi giurato di fermarti.
E diciamocelo, a molti non dispiace neanche schiantarsi di cibo per qualche ora, ogni anno.
Il problema non è tanto l’abbondanza – è Natale – ma il dopo, seduti per ore, con gli enzimi digestivi che sembrano chiedere: perché ci hai fatto questo?
Ancora una volta, camminare può aiutare a uscirne non troppo malconci.
Intendiamoci: una passeggiata post-pranzo non cancella niente e non deve “compensare”.
Serve a una cosa molto più semplice: evitare che il “dopo” diventi un’unica lunga seduta, tra sonnolenza e pesantezza.
Ecco come sopravvivere in 7 mosse alla grande abbuffata di Natale.
1 – Non precipitarti a camminare, se non vuoi crollare sul divano
Dopo un pranzo di dimensioni natalizie, alzarsi e uscire immediatamente è spesso controproducente.
Lo stomaco sta iniziando a lavorare e tu lo trascini fuori come se avessi un treno da prendere.
Risultato: nausea, reflusso, quella sensazione di “mattone” che ti fa rivalutare il divano.
Ph.: Gettyimages/NelliSyr
E infatti e lì che finisci: di nuovo sul divano.
Il tempo migliore, per la maggior parte delle persone, è semplice: aspetta circa 30 minuti.
Nel frattempo alzati, fai due cose pratiche: riordina, prepara il necessario per la tombola, porta fuori i rifiuti, bevi un bicchiere d’acqua.
Quando la pancia smette di borbottare a ogni movimento, allora ha senso uscire.
2 – Muoversi sì, allenarsi no
La passeggiata post – pranzo natalizio non è un training.
Non è il momento di testare la cardio.
Dopo un pasto abbondante, forzare l’intensità spesso peggiora la percezione dello sforzo e rende tutto più sgradevole.
La regola pratica è: cammina a ritmo naturale, senza pensarci.
Se riesci a parlare in modo normale, stai camminando ne modo giusto.
Se ansimi, stai facendo altro.
E non serve.
Anche mezz’ora a passo comodo, senza interruzioni ogni due minuti, fa più di una camminata intensa vissuta male.
Dettaglio che salva la passeggiata: vestiti “a cipolla” e non uscire già sudato.
Dopo pranzo sei caldo perché sei stato al chiuso; fuori, specie la sera, la temperatura cambia in un attimo.
Una giacca leggera, cappello e guanti se serve, e scarpe con suola decente – non, per favore, le pantofole da salotto – evitano il peggio.
_Tutto quello che c’è da sapere sulla tecnica della cipolla
3 – Scordati di bruciare le calorie, non serve neppure
Se esci con l’idea di “bruciare le calorie del pranzo”, ti stai preparando a una delusione: un pranzo di Natale non lo recuperi con una passeggiata, e va bene così.
Il punto su cui concentrarti non è il bilancio calorico, è la fisiologia.
Ph.: Gettyimages/ViewApart
Muoversi dopo mangiato aiuta i muscoli a usare parte del glucosio in circolo.
Tradotto: attenua i picchi glicemici tipici dei pasti ricchi di carboidrati e dolci.
È un beneficio meno “instagrammabile” di una corsa, ma molto più sensato in quel momento.
E funziona anche con camminate brevi, proprio perché il timing, rispetto alla digestione, è quello giusto.
4 – Bere acqua e respirare bene vale quanto camminare
Il post-pranzo natalizio è una combo perfetta di disidratazione leggera – vino, spumante, caffè – e aria secca da riscaldamento.
Uscire a camminare e bere un po’ d’acqua fa un doppio lavoro: rimetti in moto il corpo e abbassi quella sensazione di “impasto” che non è solo cibo, ma anche effetto della scarsa idratazione.
Se l’aria è fredda, copri il collo e respira in modo tranquillo: naso quando puoi, bocca solo se serve.
Non è un esercizio astratto per raggiungere qualche vetta spirituale: a quello dovrebbe averci pensato il tiramisù.
Una respirazione più lenta e profonda aiuta a ridurre la sensazione di gonfiore e a “sbloccare” un po’ il torace dopo ore seduti.
_Perché camminare al freddo aiuta a respirare meglio
5 – Non farne una penitenza
Se la passeggiata nasce come una punizione, è già partita male.
La versione classica è: “Adesso cammino finché mi sento meglio”.
Ph.: Gettyimages/Lacheev
Poi scegli il percorso più lungo, metti un passo che non riesci a tenere, ti raffreddi, ti irriti e torni a casa con una fame nuova di zecca.
E, bad news, a tavola troverai tutto quello che ti serve per schiantarti ancora.
Meglio l’opposto: obiettivo piccolo e realistico.
Un giro da 20–40 minuti, su terreno comodo, senza la smania di dimostrare qualcosa.
La camminata funziona quando non sembra una strategia, ma la scelta più ovvia rispetto a restare immobili.
Se stai bene e ti va di allungare, bene.
Se no, fine lì.
6 – Attenzione alla spirale pericolosa da tavola…a tavola
Il vero pericolo del dopo pranzo di Natale non è solo la digestione lenta: è la spirale tavola-divano-tavola.
Restare nello stesso ambiente in cui hai mangiato per tre ore rende facilissimo “ripassare” per inerzia: un pezzetto di panettone, una fetta di torta “già che ci siamo”, due noccioline “tanto sono piccole”.
Uscire rompe lo schema.
E non serve andare in montagna: basta il giro dell’isolato, il parco vicino, una strada tranquilla.
Il cambio di contesto è già una mossa intelligente, perché sposta l’attenzione dalla cucina al movimento, senza dover fare la guerra a nessuno.
Se vuoi rendere la camminata ancora più facile, datti una meta banale: buttare il vetro, fare un giro fino alla piazza, accompagnare qualcuno a casa.
Avere un “perché” concreto riduce le scuse e ti fa camminare in modo continuo senza pensarci troppo.
7 – Se a Natale non puoi camminare, evita almeno l’immobilità totale
Meteo brutto, bambini piccoli, nonni stanchi, orari impossibili: non sempre si esce.
In quel caso, l’alternativa non è “vabbè allora niente”.
È evitare l’immobilità prolungata subito dopo il pasto.
Alzati ogni tanto, fai due giri in casa, sistema qualcosa, sali e scendi una rampa di scale se ce l’hai.
Anche solo stare in piedi e muovere le gambe cambia la percezione del dopo.
E se proprio ti sdrai, fallo più tardi, non a dieci minuti dal caffè: è il modo più rapido per trasformare il pomeriggio in una lunga pausa digestiva.
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