Emilia da non perdere a settembre: lo spettacolare Lago della Ninfa

6 settembre 2025 - 9:00

Un piccolo paradiso del trekking, da esplorare tra boschi ombrosi e sentieri al fresco di fine estate: il Lago della Ninfa è un'oasi d'acqua color turchese nel cuore dell'Emilia

Emilia alla ricerca del fresco: trekking al Lago della Ninfa

Chi cerca una meta fresca e accessibile per l a fine dell’estate in Appennino trova nel Lago della Ninfauna destinazione ideale, tra sentieri immersi nei boschi e scorci di natura inaspettati.

Situato nel Comune di Sestola, sul versante modenese del Monte Cimone, questo piccolo lago si trova a 1.500 metri di altitudine, in una zona facilmente raggiungibile ma al tempo stesso immersa in un paesaggio di grande quiete.

Il nome attuale risale ai primi del Novecento, quando venne costruito il Rifugio Ninfa, adibito nel 1928 dal Corpo Forestale dello Stato come presidio a supporto di un vivaio di conifere.

Seppur modificato nel corso degli anni da interventi umani, il lago conserva l’atmosfera tipica di un piccolo specchio alpino, circondato da larici e abeti, con rive erbose che invitano alla sosta.

La vegetazione, piuttosto inconsueta per l’Appennino emiliano, testimonia l’opera di rimboschimento condotta durante il Novecento, quando la zona venne riqualificata dopo secoli di deforestazione.

In estate, il Lago della Ninfa è una meta ideale per una camminata rigenerante, ma è anche molto frequentato in inverno, essendo parte del comprensorio sciistico del Cimone.

Un itinerario tra storia medievale, paesaggio e silenzio

Il percorso consigliato parte da Pievepelago, piccolo centro dell’Alta Val di Scoltenna, e segue un itinerario misto tra ciclabile, mulattiere e strade forestali.

Uscendo dal centro del paese si imbocca una pista pedonale che costeggia il torrente Scoltenna, fino a raggiungere il Ponte della Fola, una struttura in pietra a due arcate asimmetriche, dalla tipica forma a schiena d’asino.

Ph.: da rifugiolagodellaninfa.it

Si tratta di un’opera di epoca medievale, forse costruita su basi romaniche, e rappresenta un unicum nella regione: è infatti l’unico ponte in pietra a doppia arcata dell’Emilia-Romagna.

Da qui, il tracciato prende a salire con decisione lungo una vecchia mulattiera, che conduce all’abitato di Pezzole, un piccolo borgo rurale immerso nei boschi.

Questo tratto è tra i più impegnativi dell’intero itinerario, sia per la pendenza che per le condizioni del fondo, a tratti sconnesso: per questo è sconsigliato l’uso della mountain bike o del cavallo.

Superato Pezzole, si prosegue prima su strada asfaltata secondaria, poi su strade forestali che attraversano ambienti sempre più aperti e panoramici.

Tra radure e tratti in quota, si raggiunge prima la stazione sciistica de Le Polle, e infine quella del Passo del Lupo, a 1.525 metri, considerata la principale porta d’accesso al comprensorio del Cimone, il più grande di tutto l’Appennino settentrionale.

Verso il Lago della Ninfa tra larici, fioriture e giardini botanici

Nei pressi del Passo del Lupo, poco prima della meta finale, si incontra una tappa di particolare interesse naturalistico: il Giardino Botanico Esperia, fondato nel 1950 su iniziativa della Società Naturalistica Modenese come centro erboristico sperimentale, e trasformato a partire dagli anni Ottanta in giardino ecologico-didattico.

Oggi si estende su circa due ettari di terreno e ospita oltre 250 specie vegetali provenienti non solo dall’arco alpino, ma anche da regioni extraeuropee: tra le più caratteristiche si segnalano piante originarie dell’Himalaya, del Caucaso e del Tibet.

Ph.: da .cai.mo.it

Si tratta di un vero laboratorio a cielo aperto, pensato per la ricerca, l’educazione ambientale e la conservazione della biodiversità.

Il sentiero prosegue poco oltre fino al Lago della Ninfa, un tempo noto come Lago dei Budaloni.

Le sue rive ospitano zone erbose ideali per la sosta, e nelle giornate estive si riflettono nell’acqua i profili scuri dei larici e i contorni delle piste da sci, oggi in riposo. L’atmosfera è silenziosa, spesso interrotta solo dal fruscio del vento o dal canto degli uccelli.

Il luogo è accessibile anche da Sestola con percorsi più brevi e comodi, ma chi sceglie di affrontare il trekking da valle vivrà l’esperienza con uno sguardo diverso, più lento e consapevole, e potrà cogliere la varietà paesaggistica e storica che caratterizza l’intero itinerario.

Un percorso che, in poche ore di cammino, racconta la stratificazione di natura, cultura e intervento umano sull’Appennino emiliano.

 

 

Informazioni utili

Località di partenza: Pievepelago (m 720)
Località di arrivo: Lago della Ninfa (m 1500 ca)
Dislivello totale: +780 metri circa
Tempo di percorrenza:
– Solo andata: 3h 15min circa
– Totale andata e ritorno: 5h 30min – 6h (con soste)
Lunghezza complessiva: 12 km circa
Difficoltà: E (Escursionistico).

Il tratto Pievepelago–Pezzole è piuttosto ripido e sconnesso: richiede buon allenamento e passo sicuro.

Pagina dedicata al Lago della Ninfa dall’ente turistico modenese

Il sito ufficiale del Giardino Botanico Esperia

Il sito del Rifugio Lago della Ninfa

 

 

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