Dolomiti meravigliose a settembre: le spettacolari Torri del Vajolet
Settembre è il momento ideale per camminare sulle Dolomiti in Val di Fassa, tra rifugi, laghi e montagne bellissime, lontani dalle folle estive
Dolomiti a settembre: Val di Fassa, Torri del Vajolet tra rifugi e panorami
Le Torri del Vajolet sono un vero spettacolo della natura in Val di Fassa.
La valle, cuorepulsante delle Dolomiti, è una valle che sembra uscita da un racconto antico.
Si estende per una ventina di chilometri verso nord-est, incastonata tra i gruppi montuosi più celebri al mondo: la Roda di Vael e il Catinaccio con le loro sagome inconfondibili, le maestose cime del Sassolungo, l’imponente bastione del Sella e la Marmolada, la Regina delle Dolomiti, che con il suo ghiacciaio domina l’orizzonte.
Settembre è forse il mese più affascinante per esplorare la Val di Fassa: i sentieri sono tranquilli, le giornate ancora lunghe e il clima ideale per camminare.
Ph.: Gettyimages/Catalin Grigoriu
Al mattino l’aria è fresca, mentre il sole autunnale regala una luce più morbida, esaltando ogni sfumatura delle rocce dolomitiche.
Qui il trekking non è solo sport, ma esperienza sensoriale: il passo si accompagna al silenzio, al profumo resinoso dei boschi, al fruscio del vento che corre sulle creste.
Non è un caso che questa valle, a partire dalla fine dell’Ottocento, sia diventata una delle mete più amate dagli alpinisti di tutto il mondo.
Le guglie che sembrano impossibili, le torri slanciate e le pareti verticali hanno sfidato generazioni di arrampicatori, scrivendo pagine memorabili della storia dell’alpinismo.
Ancora oggi le Dolomiti fassane attirano scalatori che si mettono alla prova sulle vie storiche e sulle linee più recenti, mentre gli escursionisti possono avvicinarsi a questi giganti attraverso sentieri spettacolari che attraversano valloni, forcelle e terrazze panoramiche.
Enrosadira: il tramonto che accende le Dolomiti
C’è un momento che ogni viaggiatore sogna di vivere tra queste montagne: quello in cui il sole cala dietro le creste e le rocce si accendono di un rosso intenso, quasi ardente. È il fenomeno dell’Enrosadira, che in Val di Fassa si manifesta in tutto il suo splendore.
Al tramonto, le pareti del Catinaccio, le Torri del Vajolet e i bastioni del Sassolungo si tingono di tonalità calde, in un gioco di luci che dura pochi minuti ma resta impresso nella memoria come un’apparizione magica.
Questa esperienza, che si può ammirare da molti punti della valle, diventa ancora più emozionante se si trascorre la giornata tra i rifugi in quota, lungo sentieri che conducono nel cuore delle Dolomiti.
Uno degli itinerari più belli parte dal Rifugio Antermoia, incastonato vicino all’omonimo lago, a quota 2497 metri. Dal rifugio, il sentiero 584 sale al Passo Antermoia, a 2726 metri, punto panoramico che domina le vallate circostanti.
Qui lo sguardo spazia sul Catinaccio d’Antermoia, le cui pareti si innalzano verticali, per poi seguire il percorso che scende sul versante occidentale fino al Passo Principe, dove sorge un piccolo rifugio accogliente.
Da questo punto, per chi cerca emozioni più forti e ha esperienza e attrezzatura, parte una spettacolare via ferrata che conduce alla cima del Catinaccio, toccando quota 3002 metri: un’esperienza riservata agli alpinisti, ma che regala viste incomparabili sull’intero arco dolomitico.
Cuore del Catinaccio: tra le Torri del Vajolet e i rifugi storici
Dal Passo Principe, il trekking prosegue lungo il sentiero 584, che affronta un tratto iniziale ripido prima di scendere dolcemente nella Val del Vajolet.
Qui, a 2243 metri, si trovano i rifugi Vajolet e Preuss, due tappe che evocano storie leggendarie e pionieri dell’alpinismo.
Ph.: Gettyimages/FotoGablitz
È in questo angolo di Dolomiti che Paul Preuss e Tita Piaz hanno scritto capitoli indimenticabili, aprendo vie che sono diventate leggenda.
Di fronte si ergono le Torri del Vajolet, slanciate e verticali, simbolo indiscusso di questa parte di Dolomiti e meta ambita per generazioni di scalatori.
Fermarsi qui, magari per una pausa in rifugio, significa respirare l’atmosfera di un luogo che ha visto nascere il mito della grande arrampicata.
Per chi desidera proseguire, il segnavia 542 conduce in circa un’ora al Rifugio Re Alberto I, a 2621 metri, proprio sotto le Torri, in una posizione spettacolare che sembra sospesa tra cielo e roccia.
Da questo punto, l’Enrosadira al tramonto diventa un’esperienza indimenticabile: le Torri si colorano di rosso vivo e, man mano che cala la luce, virano verso il viola, mentre il silenzio avvolge la valle.
Tornando poi ai rifugi Vajolet e Preuss, si può seguire il sentiero 546 per scendere verso Gardeccia, dove si trova un altro rifugio accogliente, perfetto per chiudere la giornata con un piatto caldo e la vista sulle ultime luci che accarezzano le cime.
Immergersi nella natura delle Dolomiti
Il trekking tra Antermoia, Vajolet e Re Alberto non è soltanto un percorso ad anello tra rifugi: è un’immersione totale in un paesaggio che ha fatto la storia dell’alpinismo e che continua a incantare chiunque ami la montagna.
Settembre, con le sue giornate limpide e i boschi che cominciano a tingersi d’oro, è il momento ideale per intraprendere questa avventura.
Le temperature sono miti, i rifugi ancora aperti e la luce più morbida, capace di esaltare la straordinaria varietà cromatica delle Dolomiti.
Camminare qui significa lasciarsi sorprendere a ogni svolta: da un’improvvisa vista sulle guglie, dal profumo dei larici, dal richiamo di una marmotta che si nasconde tra le pietraie.
La Val di Fassa non è soltanto natura: è cultura, tradizione, storia viva.
È il sorriso di chi gestisce i rifugi, la cucina che profuma di piatti tipici, le leggende ladine che riecheggiano tra le rocce e trasformano ogni cima in un racconto.
Tornare a valle dopo un’esperienza così non è mai facile, perché queste montagne sanno lasciare un segno profondo in chi le attraversa.
Forse è per questo che chi viene qui, spesso, lo fa più di una volta: per ritrovare quella magia che appartiene solo ai Monti Pallidi, e che, stagione dopo stagione, continua a rivelare sfumature sempre nuove.
Informazioni utili
Il sito ufficiale del Rifugio Vajolet
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