Piemonte, autunno rilassante sui sentieri: 4 itinerari panoramici
In autunno si può scoprire un Piemonte più nascosto, tra colline che si accendono di rosso e montagne che iniziano a imbiancarsi: ecco 4 itinerari facili e spettacolari da godere per rilassarsi
Piemonte, 4 trekking panoramici da fare in autunno
In Piemonte l’autunno è la stagione del silenzio e dei colori che sfumano, il momento in cui la natura rallentae regala paesaggi più intimi, meno affollati.
In Piemonte, tra vallate alpine e dolci colline, le giornate ancora miti e la luce radente rendono le escursioni un’esperienza ancor più speciale.
Dalle colline del Roero ai boschi dell’Oasi Zegna, dai panorami lacustri del Cusio fino alle prime nevi che incorniciano l’Alta Valsessera, il Piemonte offre infiniti modi di vivere l’autunno.
Ecco quattro trekking ideali da fare a novembre, ognuno con la sua anima: dolce, silenziosa, panoramica.
1 – Oasi Zegna, il bellissimo Sentiero delle More
Camminare nella natura lungo i sentieri dell’Oasi Zegna è un modo per ritrovare sé stessi.
Antiche vie della transumanza e mulattiere immerse nei boschi raccontano la storia di una montagna viva, modellata dal tempo e dal lavoro dell’uomo.
In autunno, l’atmosfera si riempie di silenzio, il foliage esplode in mille sfumature e i sentieri diventano un rifugio naturale dove rigenerarsi.
Tra i percorsi più piacevoli e panoramici c’è il Sentiero delle More, un itinerario facile.
Circa due ore di cammino, dislivello di 175 metri, parte dal tornante di Bellavista, a quota 1000 metri, e raggiunge la località Oro.
Si cammina tra i dossi boscosi sul versante sud del Monte Rubello, seguendo una pista sterrata in dolce salita che regala ampie vedute sulla pianura e sulle colline biellesi.
Ph: Gettyimages/silvia cozzi
L’arrivo al pianoro dell’Oro è una piccola rivelazione: un luogo sospeso, quieto, tra boschi e pascoli, amato dai triveresi ma ancora poco conosciuto dai visitatori.
Si ascolta il fruscio delle foglie, il suono lontano del vento tra i faggi, e si riscopre quella sensazione di benessere profondo che solo la natura sa dare.
_La pagina ufficiale dell’Oasi
2 – Strada del Castellinaldo Barbera d’Alba, la magia del Roero
Nel cuore del Roero, a pochi chilometri da Alba, il borgo di Castellinaldo d’Alba domina dall’alto una distesa di vigne e boschi che si perdono all’orizzonte.
È da qui che parte la Strada del Castellinaldo Barbera d’Alba, un itinerario ad anello di circa 12 chilometri, pensato per scoprire il territorio con passo lento, tra storia, arte e natura.
Il percorso è ben segnalato con pannelli informativi e può essere affrontato in circa tre ore e mezza di cammino.
Si parte dalla piazza del municipio di Castellinaldo.
Sotto l’imponente profilo del castello medievale, oggi residenza privata, e si imbocca una strada sterrata che scende dolcemente tra i vigneti.
Il paesaggio cambia continuamente.
Tratti aperti e panoramici si alternano a sentieri che attraversano noccioleti, piccoli boschi e crinali dove il terreno sabbioso del Roero crea forme ondulate e colori caldi.
Ph: Gettyimages/e55evu
Lungo il cammino si incontrano cappelle campestri, antiche cascine e panchine giganti (le famose Big Bench) che invitano a fermarsi e guardare lontano.
Da qui, nelle giornate limpide di novembre, lo sguardo spazia dalle colline delle Langhe fino alle vette innevate del Monviso e del Monte Rosa.
Il sentiero prosegue poi verso Vezza d’Alba, attraversando il bosco di Cornarea, una riserva naturale di querce, carpini e tigli, habitat di caprioli e scoiattoli.
Poco oltre si rientra verso Castellinaldo chiudendo l’anello con una breve salita.
Un brindisi con un calice di Barbera d’Alba DOC in una delle cantine del borgo è la conclusione perfetta.
Un modo per celebrare non solo il vino, ma il territorio stesso — un equilibrio di gusto, luce e silenzio che fa del Roero un luogo unico da vivere a piedi.
_Tutti i dettagli sull’itinerario
3 – Lago d’Orta e Santuario della Madonna del Sasso, il Sentiero degli Scalpellini
Nel Cusio, il Lago d’Orta in autunno assume un fascino quasi mistico.
Le acque si fanno scure e immobili, i boschi si riflettono nel lago e l’aria profuma di legna bruciata.
Da Briallo, frazione di San Maurizio d’Opaglio, parte il Sentiero degli Scalpellini, un itinerario breve ma intenso che conduce fino al Santuario della Madonna del Sasso, arroccato su una rupe panoramica.
Il tracciato, ben segnalato con tacche bianco-rosse, sale regolare nel bosco per circa 240 metri di dislivello.
Era il cammino che un tempo percorrevano gli scalpellini diretti alle cave, e conserva un fascino autentico, tra antiche edicole votive e scorci improvvisi sul lago.
Ph: Gettyimages/afinocchiaro
L’ultimo tratto, più ripido, porta al sagrato del santuario.
La vista è semplicemente straordinaria: il lago d’Orta, l’isola di San Giulio e, sullo sfondo, il profilo del Mottarone e delle Alpi Pennine.
È una camminata ideale per le giornate limpide d’autunno, quando la luce del pomeriggio trasforma il lago in uno specchio dorato.
4 – Anello dei Forti del Colle di Tenda, Valle Vermenagna
Sospeso tra Piemonte e Francia, il Colle di Tenda è un luogo di frontiera e di storia.
A oltre 1.800 metri di quota, le montagne delle Alpi Liguri custodiscono un affascinante sistema di fortificazioni militari costruite alla fine dell’Ottocento per difendere il Regno d’Italia.
Il percorso, lungo circa 14 chilometri per un dislivello di 620 metri, parte dallo Chalet Le Marmotte sopra Limone Piemonte (CN) e si snoda tra alture erbose e antiche strade militari.
Dopo un breve tratto in direzione del Rifugio Don Barbera, si imbocca la pista sterrata che attraversa il confine e raggiunge il primo dei tre bastioni: il Forte Tabourde (1.982 m), ormai in rovina ma in posizione panoramica sulla Valle Roya.
Da qui, un sentiero dolce e panoramico entra nel vallon Framoursoure, un piccolo gioiello naturale incastonato tra rododendri e prati d’altitudine.
La salita prosegue verso il Forte Pépin (2.263 m), meglio conservato e ancora maestoso con le sue mura di pietra.
Poco sopra si tocca la Cime de Pépin (2.344 m), il punto più alto dell’escursione, con una vista amplissima che spazia dalle Marittime al Marguareis e fino al Monviso.
Ph: Gettyimages/Luca Prestia
Il ritorno avviene passando per il Becco Rosso (2.214 m), dove una croce lignea segna il confine italo-francese.
Da qui, un sentiero scende verso il poderoso Forte Centrale, costruito nel 1881.
Un’imponente struttura in pietra e mattoni, oggi semidiroccata ma ancora capace di trasmettere l’eco della sua storia militare.
L’anello si chiude scendendo nuovamente verso il Colle di Tenda e il parcheggio di partenza.
In novembre, quando i pendii iniziano a imbiancarsi e l’aria è lim pida, l’escursione offre contrasti straordinari: il bianco della neve sulle cime, il rosso dei rododendri secchi e il giallo dei larici che punteggiano il versante piemontese.
È un itinerario che unisce paesaggio, memoria e silenzio, ideale per chi ama i luoghi di confine, sospesi tra due mondi.
_Tutti i dettagli sull’itinerario
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