Trekking nel mistero delle antiche tagliate etrusche

18 marzo 2020 - 0:04

Un weekend nel mistero e nella natura delle antiche cave etrusche.
E’ la proposta
dell’associazione TrekkingInsieme per
il 21, 22 e 23 Maggio.
La
proposta,che potete vedere dettagliata nel pdf allegato a fianco, ci farà immergere nel millenario
mondo degli antichi e misteriosi abitatori dell’Etruria, tra luoghi e
fatati e per foruna ancora incontaminati. Ma cosa sono le cave?
Si
tratta di un labirinto di camminamenti rupestri lunghi e
profondi,tracciati scavando per circa venti metri la roccia, lunghi
circa un chilometro e larghi tre metri: sembrano degli enormi corridoi
che s’addentrano all’interno della roccia.
Tra Pitigliano, Sorano e Sovana le
cosiddette “tagliate”sono circa una cinquantina. Quale mistero si
nasconde in questi colossali corridoi? Perchè sono stati realizzati?
Forse
percorsi sacri, forse realizzati per difesa, comunque percorsi
estremamente interessanti perchè grazie alla particolare escursione
termica si è naturalmente realizzato nel corso degli anni un prezioso
orto botanico naturale.
Per alcuni studiosi sono nate originariamente
in un contesto di culto della terra,
dove in primo piano vi era l’utilizzo dell’acqua, per poi divenire dei
percorsi sacri e funerari, utilizzati per delle speciali processioni e
per altre cerimonie connesse al culto dell’oltretomba.
A Sovana si trova la Via Cava San Sebastiano, una delle più
grandi tagliate della zona che si sviluppa in altezza. Scavati nel tufo
compaiono spesso i tagli per lo scolo delle acque, realizzati lungo le
pareti. Non mancano tabernacoli medievali con immagini sacre, tra cui la
Madonna, che servivano a proteggere i viandanti dal diavolo che,
secondo la tradizione popolare, spesso vagava in queste zone.
Nella
vicina Via Cava del Covone una
croce uncinata: una svastica, il sole ruotante, il simbolo della vita.
Accanto la scritta che rimanda al Dio Etrusco Veltha.
Pitigliano
è nota anche come la Piccola Gerusalemme, in quanto già in epoca
feudale ha ospitato una rilevante comunità ebraica (attualmente composta
da poche persone). Una storia esemplare di integrazione da scoprire e
riproporre. Quell’esempio di integrazione si ritrova ancora nel Ghetto con la Sinagoga, dove molte
coppie, provenienti da ogni parte del mondo, vengono a sposarsi.
Sorano è il più antico dei borghi del
tufo, un nido d’aquila arroccato su un alto sperone di roccia vulcanica
chiamato Sasso Leopoldino, in
precario equilibrio tra roccia e fitta vegetazione. L’aspetto di alcune
parti dell’antica città è quello di un paese abbandonato: l’erosione
progressiva del masso tufaceo sul quale sorge, gli smottamenti e le
frane hanno indotto gli abitanti a lasciare le belle case medievali, i
vicoli tortuosi, le logge aperte su spettacolari panorami.
Il Masso Leopoldino rappresenta uno degli
elementi più caratteristici di Sorano. Posto su uno scoglio a
strapiombo sul fiume Lente, si pensa sia stato un luogo privilegiato fin
dall’epoca tardo etrusca. Il Masso veniva utilizzato per la sua
posizione strategica già dal Medioevo e probabilmente la sua sommità fu
fortificata con alcune opere difensive già prima del IX secolo. La Rocca
venne tenuta in funzione almeno fino a quando, nel corso del Trecento,
iniziò la costruzione del primo nucleo della “Fortezza Orsini”.
.Piccola
meraviglia architettonica, il borgo di Sovana
si trova in un territorio dolcemente ondulato e inciso da profonde
gole, le vie cave, con le antiche tombe e le necropoli splendide
testimonianze dell’età etrusca. Sembra impossibile che un borgo così
piccolo, attraversato da una sola strada, sia stato un tempo una città,
sede principale di una vasta contea, luogo natale di un Papa.
Fuori
dalle rotte del turismo di massa, nel cuore della Maremma grossetana (o
Alta Maremma), esiste un paese di origini etrusche, Pitigliano, che sorprende il
viaggiatore fin dal suo arrivo: le sue case a strapiombo sul sottostante
sperone di tufo offrono un formidabile colpo d’occhio. Pitigliano è un
pò di tutto: Città del Tufo, Città del Vino e dell’Olio, e pure uno del
Borghi più belli d’Italia.
Sotto gli Aldobrandeschi e poi gli Orsini
diviene una sorta di capitale della zona, subentrando nel 1410 a
Sovana. Proprio la Fortezza Orsini accoglie il visitatore, con la sua
mole fortificata quattro-cinquecentesca cui mise mano Antonio da
Sangallo il Giovane. Il cuore del rione Capisotto, il più antico di
Pitigliano, è costituito dalla chiesa
di Santa Maria
(o di San Rocco), documentata già nel 1274 ma
ricostruita alla fine del XV secolo da Giovanni Dalmata.
A destare
particolare interesse è il sottosuolo
del paese
che è un’autentica seconda città, attraversata da
vicoli intercomunicanti, pozzi su più livelli, tombe e colombari. E’ in
uno di questi ambienti che abbiamo scovato il museo della civiltà giubbonaia, museo privato dove sono
raccolti rari oggetti locali, attrezzi agricoli e domestici: una
raccolta ricchissima di cose incredibili, un tempo di uso quotidiano,
saltate fuori dal passato di questa città. Gli altri gioielli del paese
sono l’Acquedotto seicentesco e la Fontana medicea a cinque archi. Un
museo un po’ insolito è quello archeologico Alberto Manzi, “il maestro
d’Italia”. È all’aperto e consente di immergersi nella storia dei luoghi
e delle vicende degli etruschi.

Informazioni e contatti

Associazione Trekkinginsieme
Tel.:
06.47927445 – 347.7224115 (Mauro Bocchetti) / 06.7013694 – 347.0766616
(Chiara Dora Leonzio) / 06.47925408 (Mara Scotto)