Labirinti e giardini misteriosi, i segreti della Via Francigena Toscana

18 maggio 2022 - 8:59

Numerosi simboli di pellegrinaggio e spiritualità popolano il tratto toscano della Via Francigena. Tra i boschi e le città, si trovano simboli, racconti e leggende, circondati da un’atmosfera mistica e misteriosa.

La Via Francigena è una via di pellegrinaggio che ha secoli di storia, durante i quali si sono susseguiti fatti e accadimenti che hanno lasciato le tracce del loro passaggio,

Simboli,racconti e leggende, ma anche luoghi colmi di fascino, circondati da un’atmosfera mistica e misteriosa.

Da Pontremoli fino a Radicofani, lungo tutto il tragitto di questa antica direttrice europea, è possibile incontrare labirinti allegorici ed enigmatici giardini, che parlano di viaggi e spiritualità.

 

Il labirinto, simbolo del pellegrino

Il significato dei labirinti che si incontrano in alcuni luoghi (meta o passaggio dei pellegrini) è ancora avvolto dal mistero: l’allegoria sembra riferirsi al mito di Teseo che, intrappolato in un dedalo di gallerie insieme al Minotauro, si salva grazie al filo di Arianna.

Il simbolo del labirinto evoca il percorso lungo e tortuoso che i viandanti medievali dovevano affrontare nei loro pellegrinaggi verso Roma, la Terra Santa o i reliquiari conservati nelle chiese, confidando nel potere della propria fede.

Sulle pietre del Duomo di San Martino a Lucca è inciso uno dei labirinti più noti del percorso: lo si trova su una delle arcate che introducono nella chiesa, ed è accompagnato da una misteriosa scritta in latino, probabilmente allegorica, forse riferita alla ricerca dell’uscita dall’oscurità.

A Pontremoli, conservato tra le rigogliose terre della Lunigiana, si trova un secondo labirinto: l’incisione, ben protetta all’interno della Chiesa di San Pietro, è sormontata dalle figure di due cavalieri in lotta tra loro. Il Museo di San Caprasio ad Aulla ne ospita una fedele riproduzione.

Diverso è invece il Labirinto del Pellegrino di Capannori. Si tratta di un percorso che si estende nel parco del Museo Athena, dove ci si muove tra pali di legno disposti a formare il disegno di una capasanta, la conchiglia simbolo della Via Francigena.

 

Boschi e giardini, tra natura e spiritualità

Attraversando la Via Francigena Toscana ci si imbatte in maestosi paesaggi naturali, che spaziano dalle montagne alle colline, dal mare alla pianura.

Alcuni angoli di natura, però, mostrano le tracce dell’intervento dell’uomo: in equilibrio tra ambiente e cultura, tra esoterismo e geometrie, questi giardini conservano un fascino mistico che ben si sposa con l’esperienza del cammino.

Il Bosco Isabella di Radicofani ne è uno dei maggiori esempi. Il giardino, creato sul finire dell’Ottocento per volere di Odoardo e Isabella Luchini, prende vita tra gli alberi e le pietre, e la natura è stata lasciata libera di crescere rigogliosa.

Ad uno sguardo attento, tutto nel bosco è simbolico e misterioso, dalla piramide in pietra alle composizioni naturali di alberi, rocce e piante, progettate in gruppi di tre.

Negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia, invece, l’intrico del bosco lascia spazio a curate siepi e viali.

Il giardino rinascimentale, rigorosamente all’italiana, è il regno della geometria, dell’ordine e dell’equilibrio, tra cui ci si muove seguendo sentieri contornati di alberi secolari.

 

Percorsi naturali e sotterranei

Lungo i 380 km della Via Francigena Toscana ci si imbatte in una varietà di luoghi e paesaggi, in cui si nascondono dei veri gioielli della natura e, talvolta, dell’ingegneria.

È il caso dei Bottini di Siena, un intrico di gallerie sotterranee create nel Medioevo per garantire l’approvvigionamento idrico della città, che si estendono come un labirinto per oltre 25 km.

A Montaione, non distante dal tracciato ufficiale dell’antica via, si trova la Selva di Camporena, un bosco spirituale attraversato da un intreccio di sentieri immersi nel verde e nel silenzio; qui, nel folto degli albero, si erge San Vivaldo, la Gerusalemme di Toscana.

 

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