La via di pellegrinaggio alla Madonna Nera di Viggiano

20 maggio 2017 - 13:15

UNA VIA DELLA FEDE SULLE ALTURE DELLA BASILICATA

Le compagnie di pellegrini quando salgono alla sacra montagna percorrono un lungo itinerario di fede costellatoda segni e ritualità che si perpetuano da millenni.

La teca contenente l’immagine del busto della Madonna Nera viene portato a spalla da dodici portatori che si alternano durante l’ascensione. Tanti fedeli, come puro atto di devozione, salgono verso il santuario a piedi scalzi e perpetuano il gesto di girare per tre volte intorno alla cappella prima di entrare in ginocchio, recitando preghiere al cospetto della sacra immagine e toccando l’urna della Madonna con rami o fiori raccolti nel bosco.

Dalla Basilica mariana si imbocca il viale di Corso Vittorio Emanuele II, alla rotatoria si prende a sinistra la strada comunale Madonna di Viggiano. Dopo il primo spiazzo (m 880), oltrepassata la statua della Madonna, si attraversano campi coltivati e masserie isolate che costellano l’orizzonte; in prossimità di un ponte (m 806) con torre, si supera un curvone (m 822, fonte) e si guadagna quota lasciandosi alle spalle un piedistallo in pietra (m 928) dove durante la tradizionale processione si poggia la teca della Madonna per darsi il cambio. Dopo una lunga serie di tornanti, a quota 1283, presso un bivio, si lascia la strada comunale per un sentiero che si stacca a sinistra in ripida salita. Al bosco, sempre più rado, si sostituiscono praterie d’altura, sferzate dai venti, e si calca il brullo costone Sud della montagna fino a guadagnare la verde radura di Piazzale Bonocore (m 1490), sotto la cima. Dalla radura si prende la traccia a Nord-Ovest, si attraversa una piccola boscaglia e si esce nuovamente allo scoperto affrontando le ultime asperità dei tornanti in quota che lasciano scorgere panorami mozzafiato sulla Val d’Agri e le montagne circostanti. L’ultimo tratto del viale è caratterizzato da un lastricato con muretti in pietra.

Il Santuario (m 1725) che si erge sulla Piana Bonocore (m 1700) risale, forse, all’XI secolo in seguito alla caduta della vicina Grumentum. Il simulacro della Vergine fu nascosto proprio nella cattedrale di Grumentum e da qui trasferito in cima al Monte Viggiano per evitare che venisse distrutto dai saraceni. La leggenda invece narra che alcuni pastori, attratti da insoliti fenomeni luminosi, rinvennero intatto il simulacro, subito trasportato a Viggiano e custodito nella cappella di Santa Maria Fuori le Mura, da allora detta del Deposito. Fu da questo momento che ebbe così vita il duplice pellegrinaggio: la prima domenica di Maggio il simulacro viene ricondotto in cima al monte (il luogo del ritrovamento) dove fu edificata una primitiva cappella, la prima domenica di settembre il simulacro viene ricondotto nella Basilica di Viggiano.