Val Masino bellissima: tre itinerari spettacolari tra autunno e inverno

25 novembre 2025 - 19:30

La Val Masino conserva un fascino particolare anche a stagione avanzata: ecco tre itinerari adatti al periodo di fine autunno, tra foreste selvagge, la prima neve e terrazze panoramiche sopra i duemila metri

Lo spettacolo della Val Masino alle porte dell’inverno

La Val Masino, con la vicina Valle di Mello, offre un ventaglio di escursioni che rimane fruibile anche nellesettimane che precedono l’inverno.

Mentre le quote più elevate iniziano a imbiancarsi, molti percorsi a mezza quota sono ancora percorribili.

Purché si tenga conto di condizioni meteo più variabili, giornate brevi e possibili tratti ghiacciati al mattino.

È un periodo ideale per camminare con maggiore tranquillità e muoversi in un contesto ambientale già improntato al silenzio invernale.

Ecco 3 itinerari che richiedono buon allenamento, equipaggiamento adeguato e attenzione al fondo dei sentieri.

Per scoprire alcuni dei luoghi più caratteristici della valle prima dell’inverno.

1 – Dai Bagni di Masino al Rifugio Omio

L’escursione al Rifugio Omio è una delle salite più note della Val Masino e permette di raggiungere un punto panoramico privilegiato sulle Alpi Retiche.

Il punto di partenza si trova nella località Bagni di Masino, area termale storica oggi chiusa, situata poco sopra il paese di San Martino.

Si arriva fin qui percorrendo la strada della Val Masino che sale dalla Valtellina: superati Cataeggio, Filorera e San Martino si raggiunge il parcheggio a pagamento, dove è possibile lasciare l’auto e imboccare subito il sentiero.

L’inizio dell’itinerario si sviluppa tra alcune baite e piccoli nuclei abitati.

Dopo pochi metri si incontra la diramazione per il Rifugio Gianetti, ma per il Rifugio Omio si prosegue diritti, entrando nella parte iniziale della Val Porcellizzo.

Ph: Rifugioomio.it

Si attraversa un primo ponticello in pietra che consente di superare uno dei torrenti che scendono impetuosi dalla valle, seguito poco dopo da un secondo ponticello, questa volta in legno.

Qui compaiono le indicazioni per l’Alpe Merdarola, che non vanno seguite: la traccia principale continua invece in leggera pendenza attraverso un prato ampio che introduce al bosco.

Da questo punto la salita assume un ritmo più costante.

Il sentiero è evidente e ben mantenuto, ma a fine autunno possono comparire tratti scivolosi, radici umide e occasionali lingue di ghiaccio nelle zone meno esposte al sole.

L’ambiente rimane fitto per un buon tratto, fino a raggiungere il Pian del Fango, una radura naturale che offre un primo scorcio più ampio sulla Val Porcellizzo e sulle cime che la dominano.

Nei giorni limpidi, da qui è possibile intuire la posizione del Rifugio Gianetti, incastonato in alto tra le pareti del Cengalo e del Badile.

Proseguendo la salita, il bosco si dirada gradualmente e lascia spazio a un paesaggio più aperto: è l’ingresso nella Valle dell’Oro, ampia e luminosa, caratterizzata da prati e ruscelli.

Il percorso attraversa un torrente e poi si impenna leggermente, seguendo i risalti erbosi che conducono alla parte alta della valle.

In questa fase l’ambiente diventa più severo, ma la traccia rimane chiara e ben segnata anche nei periodi di fine stagione.

Il Rifugio Omio compare infine su un pianoro a quota 2100 metri, raggiunto dopo circa 930 metri di dislivello complessivo.

Anche se la struttura è chiusa in autunno, l’area circostante rappresenta un punto panoramico di grande interesse.

Da un lato si domina la Val Masino con i suoi versanti boscosi, dall’altro si osservano le creste che circondano l’alto bacino della Val Porcellizzo e le montagne che delimitano il confine naturale con la Svizzera.

Il rientro avviene lungo lo stesso itinerario.

Importante prestare attenzione ai tratti più ripidi, che nelle ore pomeridiane possono ghiacciarsi rapidamente.

Un equipaggiamento adeguato e la gestione dei tempi di luce sono fondamentali per affrontare questa escursione in sicurezza durante le ultime settimane d’autunno.

_Il sito ufficiale del Rifugio Omio

2 – Salita all’Alpe Pioda da San Martino

L’itinerario che conduce all’Alpe Pioda è una delle escursioni più accessibili della Valle di Mello.

Adatto anche a chi dispone di mezza giornata o a famiglie con un minimo di abitudine al cammino.

La partenza avviene nei pressi dell’abitato di San Martino, cuore della valle e punto di riferimento per chi desidera addentrarsi verso la Val di Mello.

Ph: Gettyimages/Naeblys

Dopo aver superato il centro abitato, si raggiunge un’area di parcheggio da cui si imbocca la mulattiera principale che entra nel fondovalle.

Il primo tratto è largo e pianeggiante, frequentato anche da chi passeggia verso il campeggio o le strutture ricettive della zona.

Oltre questo punto, la mulattiera prosegue tra prati aperti e fasce boscate, sempre con una buona segnaletica e con il supporto di pannelli didattici utili a riconoscere le specie vegetali più comuni della valle.

Man mano che ci si addentra, compaiono alcune deviazioni per itinerari secondari diretti alle valli laterali.

Restando sul tracciato principale si raggiunge un’area caratterizzata da grandi blocchi di granito, modellati nel tempo dall’azione dell’acqua e del gelo.

Qui il sentiero inizia a prendere quota con maggiore decisione, mantenendo però pendenze regolari e senza tratti impegnativi.

L’ambiente è vario: si alternano brevi salite nel bosco, tratti più umidi dovuti al deflusso delle acque e zone aperte dove l’esposizione aumenta e il fondo tende ad asciugarsi più rapidamente.

Proseguendo si giunge alla zona di Cascina Piana, un antico insediamento agricolo oggi trasformato in un piccolo agglomerato di rifugi e agriturismi.

È un punto caratteristico della Val di Mello, ideale per una breve pausa prima dell’ultimo tratto verso l’alpeggio.

Da qui il sentiero si restringe leggermente e sale con pendenza costante lungo il versante sinistro idrografico, guadagnando quota tra radure e bosco rado.

Il dislivello totale varia a seconda del punto esatto di partenza, oscillando tra i 225 e i 636 metri, ma la progressione rimane sempre agevole.

L’arrivo all’Alpe Pioda avviene in uno spazio ampio e aperto, dove si incontrano le baite tipiche dell’alpeggio e un’ampia distesa prativa che permette di godere di un colpo d’occhio molto esteso sulla valle.

Le pareti che delimitano la Val di Mello appaiono da qui in tutta la loro verticalità, mentre il fondovalle si apre verso sud, disegnando con chiarezza la struttura della valle.

È un luogo ideale per osservare le prime luci o i colori del tardo pomeriggio, ma a fine autunno è importante monitorare i tempi di luce, perché le ombre arrivano presto e il rientro deve essere programmato con attenzione.

Il ritorno avviene lungo la stessa traccia, con la possibilità di fare una breve sosta nei pressi di Cascina Piana o nelle aree più aperte del fondovalle prima di tornare a San Martino.

_Qualche info sull’itinerario

3 – Da Valbiore all’Alpe Granda

Il terzo percorso si sviluppa nella parte alta della Val Masino.

La partenza si trova a Valbiore, località della Valle di Preda Rossa raggiungibile percorrendo la strada che da Filorera sale verso la piana glaciale.

L’accesso è regolato da ticket, acquistabile presso il distributore automatico posto poco sopra la chiesetta di San Gaetano: un dettaglio utile da considerare nella pianificazione dell’uscita, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza.

Si parcheggia nei pressi del ponte sul torrente che scende dalla Valle di Preda Rossa, dove inizia la parte a piedi dell’escursione.

I primi minuti si percorrono lungo la carrareccia che punta verso destra e poi curva gradualmente a sinistra, seguendo il profilo del versante.

Ph.: Gettyimages/Moiola Domenico

A breve distanza compare il cartello che segnala la deviazione per l’Alpe Granda, da cui si lascia la strada sterrata per prendere il sentiero vero e proprio.

La prima parte del percorso si sviluppa con un traverso ampio e costante all’interno del bosco, in direzione sud e poi sud-ovest.

L’ambiente è ombroso, caratterizzato da larici e abeti, e a fine autunno può presentare tratti umidi o un po’ scivolosi, mentre nei pochi punti dove la luce filtra con più decisione il terreno tende ad asciugarsi rapidamente.

La traccia è comunque evidente e ben mantenuta, con alcuni gradini naturali e brevi rampe che spezzano la monotonia della salita.

Dopo aver seguito il traverso, il sentiero raggiunge l’area prativa della località Taiada, un punto particolarmente panoramico sulla Val Masino.

I prati si aprono inaspettati dopo il bosco, offrendo un primo colpo d’occhio sulle cime che delimitano il versante opposto e sulle vallate secondarie che si diramano verso nord.

Qui compaiono alcune baite in pietra, tipiche degli alpeggi della zona, disposte nella parte bassa del pendio.

Superate le prime costruzioni si sale con maggiore decisione, seguendo il margine dei prati fino a raggiungere una traccia che rientra nel bosco.

Il sentiero riprende a salire con alcuni tornanti regolari, affrontando l’ultimo tratto del dislivello.

È una parte più ripida ma mai eccessivamente impegnativa, adeguata anche a chi non è abituato a lunghe escursioni.

Il bosco si dirada gradualmente e anticipa l’arrivo all’Alpe Granda, posta su un ampio ripiano panoramico.

L’alpeggio si trova sul bordo nord-orientale della conca, non lontano dal rifugio che porta lo stesso nome, raggiungibile attraversando gli ultimi prati in leggera salita.

Nei pressi si incontrano un piccolo baitello e una vasca in cemento utilizzata un tempo come abbeveratoio.

L’arrivo all’Alpe Granda offre una vista molto ampia sulla Val Masino e sul profilo della Valle di Mello, che da qui appare come un corridoio naturale incorniciato da pareti granitiche che ne rivelano la struttura verticale.

Il ritorno avviene lungo lo stesso percorso, con tempi contenuti e un dislivello di circa 480 metri.

Si può completare l’escursione in mezza giornata, lasciando ampio margine per gestire la luce ridotta del periodo.

_L’Alpe Granda sul sito ufficiale dell’Ente turismo

 

 

Scopri gli altri itinerari e percorsi in Lombardia

 

Seguici sui nostri canali social! 
Instagram –  Facebook – Telegram