Lazio, camminare vista mare: 3 itinerari da fare in autunno
Nel Lazio l’autunno è la stagione ideale per camminare lungo la costa: meno caldo, colori intensi e panorami sul Tirreno che non stancano mai lo sguardo. Dal Parco del Circeo ai promontori di Gaeta e Minturno, tre itinerari rilassanti vista mare
Camminare sul mare nel Lazio: 3 itinerari da fare in autunno
L’autunno, lungo il litorale laziale, è un momento di pace e luce.
Le spiagge si svuotano, la macchiamediterranea si tinge di colori caldi, e i sentieri tornano a essere regno del silenzio e del vento.
Camminare in questa stagione significa riscoprire un mare diverso: non più quello affollato e rumoroso dell’estate, ma un orizzonte limpido che accompagna il passo tra boschi di lecci, scogliere e antichi eremi affacciati sul blu.
Il Lazio, spesso associato solo ai suoi borghi o alla capitale, custodisce invece una rete di percorsi costieri sorprendenti, dove la natura e la storia si incontrano a pochi metri dal mare.
Dal Monte Circeo, simbolo del mito di Ulisse, fino alle falesie di Gaeta e alle colline del Monte di Scauri, ogni tappa regala panorami che sanno di sale e leggenda.
1 – Monte Circeo, il sentiero del Picco di Circe
Tra le mete più celebri del Lazio, il Monte Circeo rappresenta l’incontro perfetto tra leggenda e natura selvaggia.
Qui, secondo il mito, Ulisse avrebbe incontrato la maga Circe, che trasformò i suoi compagni in animali prima di lasciarsi sedurre dal fascino dell’eroe greco.
Ancora oggi, percorrendo i sentieri che si inerpicano sul promontorio, si ha la sensazione di camminare dentro un racconto antico, sospeso tra mare e cielo.
Il punto di partenza ideale è Torre Paola, ai margini del Parco Nazionale del Circeo, dove il mare lambisce le dune e il profumo della macchia mediterranea avvolge l’aria.
Il sentiero inizia dolce, tra pini e corbezzoli, ma presto si fa più ripido e ombroso, salendo lungo il versante nord della montagna.
A ogni tornante si aprono scorci sempre più ampi sul Lago di Paola, un lungo specchio d’acqua costiero separato dal mare da una sottile lingua di sabbia.
Ph: Gettyimages/Paolo Graziosi
Man mano che si guadagna quota, la vegetazione si dirada e il panorama diventa spettacolare.
Dalla cresta del Circeo, il mare appare come un tappeto immobile di luce, e la vista si estende fino alle Isole Pontine, Terracina e, nelle giornate più limpide, al profilo lontano del Vesuvio.
La vetta del Picco di Circe, a 541 metri, è un balcone naturale sul Tirreno, dove il vento racconta storie antiche e il silenzio è rotto solo dal richiamo dei gabbiani.
L’autunno è il momento ideale per affrontare questo itinerario. Le temperature sono miti, la luce limpida e dorata, e il profumo del bosco si mescola a quello del mare.
Anche il bosco, infatti, si trasforma: i lecci scuriscono, i funghi spuntano tra le radici, e il verde intenso della macchia risalta contro l’azzurro del cielo.
_ Qualche info sul sito ufficiale del Parco
2 – Monte Orlando e il Parco di Gaeta
Sul promontorio che chiude a sud il Golfo di Gaeta, Monte Orlando si innalza come un balcone roccioso sospeso tra cielo e mare.
Il monte, che raggiunge poco più di 170 metri di altezza, è interamente compreso nel Parco Regionale Riviera di Ulisse, un’area protetta che custodisce pinete, falesie calcaree e resti archeologici di epoca romana e borbonica.
Il percorso più affascinante comincia dal Santuario della Montagna Spaccata, una delle mete simbolo di Gaeta.
Secondo la tradizione, la montagna si sarebbe divisa in tre fenditure al momento della morte di Cristo.
Oggi i visitatori possono scendere una lunga scalinata scavata nella roccia per entrare nella suggestiva fenditura principale, dove le pareti sembrano toccarsi e lasciare filtrare solo un filo di luce.
Ph: Gettyimages/ueuaphoto
Dal santuario, il sentiero si inoltra nel parco attraversando un ambiente di grande varietà.
La macchia mediterranea domina con il suo profumo di rosmarino, lentisco e cisto, mentre le pinete offrono tratti d’ombra che si alternano a radure panoramiche.
Lungo il cammino si incontrano resti di antiche fortificazioni borboniche, casematte e bastioni costruiti tra il XVIII e il XIX secolo per difendere il golfo.
Da questi punti strategici lo sguardo si apre verso l’azzurro intenso del mare e le linee armoniose della costa, fino al promontorio di Sperlonga e alle isole pontine che si stagliano lontane all’orizzonte.
Proseguendo, si arriva al Mausoleo di Lucio Munazio Planco, un monumento romano del I secolo a.C. che domina la sommità del monte.
La struttura circolare in pietra, perfettamente conservata, testimonia la lunga storia di questo luogo, frequentato e venerato sin dall’antichità.
_ La pagina ufficiale del Parco
3 – Monte di Scauri, sulle tracce della Riviera di Ulisse
Nel cuore meridionale del Lazio, dove le montagne si avvicinano al mare e la macchia mediterranea si fa più fitta e odorosa, si trova il Monte di Scauri, una piccola altura che custodisce tutto il fascino della Riviera di Ulisse.
Pini contorti dal vento, antiche torri costiere, sentieri che si affacciano su un mare sorprendentemente limpido.
L’escursione parte dalla località Monte d’Oro, alle spalle di Marina di Minturno, e si snoda su un percorso ad anello che alterna tratti ombreggiati da ulivi e lecci a panoramiche terrazze affacciate sul Tirreno.
Poco alla volta, il sentiero sale dolcemente, fino a rivelare il Golfo di Gaeta e la distesa del mare che si apre all’improvviso.
Ph: Gettyimages/Laz@Photo
Lungo la salita si incontrano i resti delle torri di avvistamento costiere, come la Torre Scauri o la Torre di Mola, costruite tra il XVI e il XVII secolo per difendere la popolazione dalle incursioni dei pirati saraceni.
Oggi le loro rovine, avvolte da rampicanti e da cespugli di mirto, si stagliano come guardiani silenziosi del paesaggio.
Da questi punti, la vista spazia fino al Monte Petrella, alle colline aurunche e, nelle giornate limpide, fino alle isole di Ventotene e Ponza.
Il sentiero naturalistico del Monte d’Oro, pur non presentando particolari difficoltà, offre un’esperienza immersiva e multisensoriale.
Il profumo delle erbe aromatiche accompagna ogni passo: il timo e il lentisco si mescolano al sale portato dal vento, mentre i pini marittimi proiettano ombre leggere sui tratti di terra rossa.
_ Il sito ufficiale del Parco regionale Riviera di Ulisse
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