Romania, catturato cucciolo dell’orsa che ha ucciso un italiano

14 luglio 2025 - 12:28

Impaurito e disidratato, è stato catturato uno dei cuccioli dell'orsa abbattuta per avere ucciso un motociclista italiano in Romania: le prime immagini dal Santuario di Zărnești, dove si trova al sicuro

Catturato uno dei cuccioli dell’orsa abbattuta che ha ucciso il motociclista italiano

È stato catturato il primo dei tre cuccioli dell’orsa abbattuta dopo averucciso il motociclista italiano Omar Farang Zin nei Carpazi rumeni.

Il piccolo orso, di circa cinque mesi, è stato individuato e sedato dalle squadre forestali nella zona montuosa vicino alla Transfăgărășan, la spettacolare strada panoramica dove si era consumata la tragedia.

Debole, spaventato e in stato di forte denutrizione, il cucciolo è stato trasferito al centro di recupero AMP Libearty di Zărnești, uno dei principali santuari per orsi orfani in Romania.

“Era molto provato, disidratato e sotto shock”, hanno riferito i veterinari che lo hanno preso in cura.

Le autorità rumene hanno confermato che le operazioni di cattura sono state difficili a causa del territorio impervio e delle condizioni di salute precarie dell’animale.

La ministra dell’Ambiente rumena, Diana Buzoianu, ha espresso soddisfazione per il salvataggio, pur evidenziando che “la missione non è ancora conclusa” poiché altri due cuccioli risultano ancora dispersi e in pericolo.

 

La tragedia del motociclista e l’abbattimento dell’orsa: cosa è accaduto

Il salvataggio del cucciolo è l’ultimo capitolo di una vicenda drammatica iniziata lo scorso 3 luglio.

Quel giorno, Omar Farang Zin, motociclista italiano di 48 anni originario di Samarate (Varese), è stato ucciso da un’orsa mentre percorreva la Transfăgărășan, considerata una delle strade di montagna più belle d’Europa.

Secondo quanto ricostruito dalle autorità rumene, il motociclista si era fermato insieme ad altri compagni di viaggio per fotografare un’orsa con i suoi cuccioli.

Nonostante i ripetuti avvertimenti sulla pericolosità degli orsi e i cartelli che vietano di avvicinarsi o nutrirli, l’uomo si sarebbe avvicinato troppo al branco.

L’orsa, percependo una minaccia per i propri piccoli, lo ha attaccato violentemente e trascinato in un burrone per circa 60 metri.

Il corpo di Farang Zin è stato ritrovato privo di vita. Subito dopo, le autorità forestali hanno deciso di abbattere l’orsa responsabile dell’aggressione, provocando proteste da parte di associazioni animaliste e ambientaliste.

 

Il destino incerto degli altri cuccioli

Dopo l’abbattimento della madre, i tre cuccioli sono rimasti da soli in un ambiente ostile. I piccoli orsi, incapaci di procurarsi cibo in autonomia, rischiano di morire di fame o di essere predati.

Nonostante la cattura del primo esemplare, due cuccioli restano ancora dispersi e le operazioni di ricerca proseguono in condizioni difficili.

Il Ministero dell’Ambiente rumeno ha sottolineato che ogni ora che passa riduce le possibilità di salvarli.

Le prime immagini del cucciolo nel Santuario degli Orsi di Zărnești

Squadre di veterinari, forestali e volontari stanno perlustrando la zona, ma la fitta vegetazione e le montagne rendono estremamente complicato localizzare i cuccioli superstiti.

A complicare ulteriormente la situazione si aggiungono i vincoli burocratici. La Direzione Forestale di Argeș ha sollevato dubbi interpretativi sull’ordinanza che autorizzava la cattura dei cuccioli solo nelle prime 24 ore dopo l’abbattimento dell’orsa.

Questo avrebbe ritardato gli interventi di soccorso, causando ulteriori polemiche e accuse di inefficienza da parte di organizzazioni ambientaliste e cittadini.

Intanto, il primo cucciolo trasferito al centro di Zărnești riceverà cure veterinarie specializzate. Secondo gli esperti, vista la giovane età e la lunga esposizione senza madre, sarà quasi impossibile reinserirlo completamente in natura.

Il centro prevede di farlo crescere in un ambiente protetto, dove potrà vivere insieme ad altri orsi orfani recuperati in passato.

 

Continuano le polemiche sulla convivenza tra predatori ed esseri umani

La vicenda dell’orsa e dei suoi cuccioli ha acceso un acceso dibattito in Romania e anche in Italia.

Da un lato, c’è chi punta il dito contro l’imprudenza dei turisti che si avventurano troppo vicino agli animali selvatici per ottenere foto spettacolari da condividere online.

Dall’altro, emerge la difficoltà delle autorità nel gestire la coesistenza tra esseri umani e grandi predatori, soprattutto in zone frequentate dal turismo.

Organizzazioni come l’Enpa hanno definito “inaccettabile” l’abbattimento dell’orsa, sottolineando come la vera responsabilità vada ricercata nei comportamenti scorretti dei visitatori, che spesso abituano gli animali alla presenza umana offrendo cibo e incoraggiando situazioni di pericolo.

Anche il Wwf ha ribadito che gli orsi non devono essere visti come attrazioni turistiche, ma rispettati come simboli della biodiversità.

La ministra Buzoianu ha annunciato che il governo rumeno intende avviare un piano di sensibilizzazione e prevenzione per i visitatori delle aree montane.

L’obiettivo è ridurre il rischio di nuovi incidenti, regolamentare meglio la frequentazione delle strade panoramiche come la Transfăgărășan e rafforzare la sorveglianza.

Al centro resta la sorte dei due cuccioli ancora dispersi. La loro cattura e il trasferimento al centro di Zărnești rappresentano la priorità delle prossime settimane.

Molti sperano che possano sopravvivere e, anche se non torneranno mai completamente liberi, ricevere almeno un futuro dignitoso lontano dai pericoli della foresta.

 

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