Camminare in alta quota migliora l’ossigenazione del sangue

30 dicembre 2025 - 10:44

Passare alcuni giorni in montagna, camminando e facendo escursioni, può migliorare l’efficienza dei globuli rossi e la capacità del sangue di trasportare ossigeno. Una ricerca scientifica conferma ciò che molti appassionati di sperimentano sul proprio corpo

Chi ama la montagna lo racconta spesso: dopo qualche giorno passato a camminare in quota ci si sente più energici, leggeri, vitali. Non è solo una percezione soggettiva.

Unaricerca scientifica ha analizzato cosa accade davvero al nostro sangue quando trascorriamo alcuni giorni in alta montagna, confermando che l’organismo si adatta in modo sorprendente.

Il legame tra montagna, cammino e benessere

Molte persone scelgono di trascorrere del tempo nei boschi e in montagna per recuperare energie fisiche e mentali, ritrovando una sensazione di equilibrio e serenità.

Questo bisogno, così diffuso tra gli appassionati di trekking, ha attirato nel tempo anche l’interesse della comunità scientifica.

Una ricerca condotta dall’Altitude Research Center e citata dalla rivista Science ha analizzato gli effetti di alcuni giorni trascorsi in alta quota sull’organismo umano, concentrandosi in particolare sul comportamento dei globuli rossi e sulla capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti.

Le credenze popolari e l’idea del “sangue purificato”

Alla base dello studio c’è una convinzione antica e molto radicata nelle popolazioni di montagna: l’idea che l’alta quota “purifichi il sangue”.

In termini scientifici, questa credenza è spesso stata tradotta come una possibile accelerazione dell’eritropoiesi, ovvero la rigenerazione dei globuli rossi.

Queste convinzioni nascono dall’osservazione delle capacità di adattamento degli alpinisti, che riescono a muoversi e performare in ambienti poveri di ossigeno.

Benefici delle montagne invernali – Foto Getty Images

Per molti anni si è pensato che questo adattamento fosse legato soprattutto a un aumento del numero dei globuli rossi o a una loro rigenerazione più rapida.

Per verificare cosa accade realmente nel nostro organismo, i ricercatori hanno selezionato 21 volontari e li hanno portati a 5.260 metri di altitudine, sulle montagne della Bolivia, nel massiccio della Chacaltaya.

Durante il periodo in quota, le condizioni del sangue dei partecipanti sono state monitorate quotidianamente.

Dopo una settimana in alta montagna, i volontari sono stati riportati a bassa quota e sottoposti a esami approfonditi, con particolare attenzione ai globuli rossi e alle loro caratteristiche.

Globuli rossi: non più numerosi, ma più efficienti

I risultati dello studio hanno in parte smentito le convinzioni più diffuse.

Non è stata infatti riscontrata una vera e propria rigenerazione dei globuli rossi: non si sono osservati aumenti nella loro produzione né una riduzione del loro ciclo di vita.

È emersa però una scoperta significativa. I globuli rossi, pur restando gli stessi, migliorano la loro funzionalità in alta quota.

Con l’aumentare dell’altitudine, diventano più efficienti nel trattenere e trasportare l’ossigeno ai tessuti.

Dopo un’ulteriore settimana, nuovi esami hanno confermato un miglioramento ancora più marcato della capacità di trasporto dell’ossigeno.

In sostanza, dopo alcuni giorni in montagna, i volontari avevano sangue non “nuovo”, ma più performante.

Un adattamento che rende il cammino più facile

Per completare lo studio, i ricercatori hanno voluto capire se questi cambiamenti avessero effetti concreti sull’adattamento alla montagna.

Dopo una settimana a bassa quota, il gruppo è stato nuovamente riportato sulla cima boliviana.

La seconda ascensione si è rivelata nettamente meno faticosa rispetto alla prima, segno che l’organismo si era adattato meglio alle condizioni di ridotto apporto di ossigeno.

Perché pochi giorni in montagna fanno la differenza

Lo studio ha dimostrato scientificamente ciò che molti escursionisti e amanti dell’outdoor sperimentano da tempo: trascorrere alcuni giorni in montagna, camminando e vivendo l’alta quota, può migliorare la qualità del nostro sangue e la capacità di ossigenare l’organismo.

Non si tratta di trasformazioni immediate o miracolose, ma di un adattamento progressivo che rende il corpo più efficiente e reattivo.

Un motivo in più per scegliere la montagna e il cammino non solo come esperienza di viaggio, ma come vera e propria pratica di benessere.

La montagna continua a rivelarsi un ambiente capace di dialogare in profondità con il nostro corpo.

Camminare in quota non significa solo attraversare paesaggi spettacolari, ma anche attivare meccanismi di adattamento che migliorano il nostro equilibrio fisico.

Un invito a rallentare, salire di quota e lasciare che sia il passo, un giorno dopo l’altro, a fare il resto.

 

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