Camminare fa dimagrire davvero? Perché il passo conta più della fatica

24 dicembre 2025 - 14:59

Camminare a ritmo costante è spesso sottovalutato, ma può essere uno degli strumenti più efficaci per perdere peso. La scienza mostra perché l’intensità moderata, se mantenuta nel tempo, favorisce il consumo di grassi e migliora il benessere generale

È una delle domande più comuni tra chi si avvicina al trekking o vuole rimettersi in movimento: per dimagrire serve davvero spingersi allo sfinimento?

La risposta, supportatadalla ricerca scientifica, ribalta un luogo comune molto diffuso e restituisce valore a un gesto semplice e quotidiano: camminare.

Camminare o correre: una falsa contrapposizione

Da anni si discute se, per perdere peso, sia meglio correre o camminare. In realtà la distinzione è meno netta di quanto sembri.

Qualsiasi attività fisica comporta un consumo calorico e contribuisce al dimagrimento, ma il modo in cui il corpo utilizza le energie cambia in base all’intensità dello sforzo.

Negli esercizi ad alta intensità, come la corsa sostenuta, l’organismo tende a bruciare principalmente carboidrati.

Al contrario, durante attività più moderate e prolungate, il corpo attinge in misura maggiore alle riserve di grasso.

Perché gli sforzi moderati bruciano più grassi

Quando l’intensità dello sforzo aumenta, il metabolismo si orienta verso fonti energetiche rapide.

Questo comporta anche un altro effetto collaterale: dopo attività molto intense, il senso di fame tende ad aumentare, spingendo spesso a reintegrare rapidamente le calorie perse.

È il motivo per cui allenamenti estremi, seguiti da abbondanti pasti, difficilmente rappresentano una strategia efficace per chi vuole dimagrire in modo equilibrato e duraturo.

La ricerca sull’andatura “sciogli-grasso”

Uno studio condotto dal team di Claudio Maffeis, docente di clinica pediatrica presso l’università di Verona, ha analizzato il comportamento metabolico di ragazzi in lieve o grave sovrappeso.

I risultati hanno mostrato che, per persone non allenate, l’andatura più efficace per bruciare grassi è una camminata costante a circa 4 chilometri all’ora.

A questa velocità, il 40% delle calorie consumate deriva dai grassi.

Aumentando il passo, questa percentuale diminuisce progressivamente: già a 6 km/h il contributo dei grassi scende sotto il 20%.

Un dato che conferma come la costanza e la moderazione siano più importanti dello sforzo estremo.

Camminare: una scelta sostenibile per il corpo

Per chi riprende a muoversi dopo un periodo di inattività, la camminata rappresenta una soluzione accessibile, sicura e sostenibile.

Non richiede prestazioni atletiche elevate, riduce il rischio di infortuni e può essere praticata con continuità.

È proprio questa continuità, più che l’intensità, a fare la differenza nel tempo.

I benefici che vanno oltre il peso

I vantaggi del camminare non si limitano al dimagrimento.

La camminata regolare ha effetti positivi sull’apparato cardiovascolare e contribuisce al benessere mentale, rivelandosi un valido alleato anche nella lotta alla depressione.

Muoversi a passo lento, soprattutto in ambiente naturale, aiuta a ritrovare un equilibrio tra corpo e mente, migliorando la qualità della vita complessiva.

Una conclusione che ribalta il mito

La scienza lo conferma con chiarezza: per perdere peso non servono necessariamente sforzi estremi.

Camminare con regolarità, a un ritmo adeguato e sostenibile, è una delle strategie più efficaci e durature per prendersi cura del proprio corpo.

Un gesto semplice, quotidiano, alla portata di tutti, che restituisce valore al movimento lento e consapevole.

 

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