Camminare nei boschi aiuta la salute mentale: ecco la forestoterapia

16 ottobre 2025 - 17:33

La forestoterapia è una pratica nata in Giappone che si sta diffondendo anche in occidente. Vediamo di cosa si tratta e perché sta diventando una vera e propria cura per i disturbi psichici

Il bagno nella foresta, una terapia diffusa dal Giappone alla Scozia

Il bosco è come una cura senza bisogno di medicine: lo sostenevano gli antichi giapponesi, ma oggiquesta pratica torna ad essere prescritta da medici e psicologi.

Passare del tempo in mezzo alla natura aiuta a ritrovare la calma e la serenità, è inoltre un ottimo modo per potenziare le terapie tradizionali.

Il contatto con gli alberi rilassa – Foto Getty Images

Infatti camminare nelle foreste aiuta ad essere più aperti e crea un’atmosfera molto positiva per i pazienti e per gli operatori.

Lo sanno bene in Giappone, dove esiste la millenaria pratica dello Shirin-yoku

Ma lo sanno anche in Scozia dove dal 2007 si propone con successo una tipologia di “terapia naturale” sui pazienti con disabilità intellettiva e relazionale, sotto la guida del dott Kevin Lafferty, responsabile della Forestry Commission Scotland,

Il programma scozzese di terapia nella foresta

Il programma, attivo in nove contee e sviluppato in più di 200 corsi, si serve del patrimonio boschivo scozzese per potenziare gli effetti di trattamenti sanitari.

Si svolgono esercizi fisici, passeggiate nella natura, ma anche attività come costruzione di ripari per gli uccelli e corsi di scultura nel legno.

Non mancano poi i falò e i corsi di fotografia naturalistica. Il programma si sviluppa in dodici sessioni della durata di tre ore, una volta a settimana.

Attività nei boschi – Foto Getty Images

Ogni escursione è coordinata da guide appositamente istruite e formate per garantire il giusto supporto ai pazienti.

Durante le escursioni nei boschi, le differenze tra i partecipanti si annullano e tutti insieme si impegnano nello svolgimento collettivo di  diverse attività.

Si accende il fuoco con il solo uso di ciò che la natura mette a disposizione e si impara a trovare cibo, come frutti e bacche, e a distinguere ciò che è commestibile da quello che non lo è.

Allo stesso modo si stimolano i pazienti a riconoscere la vegetazione e a comprendere le piante tipiche di ogni ecosistema, in questo modo si possono fare attività terapeutiche in un ambiente decisamente più familiare rispetto ad un ospedale o ad una clinica.

La forestoterapia: una realtà sempre più diffusa, anche in Italia

Il programma, ispirato a simili esperienze già sperimentate in Canada e Australia, sta avendo successo e destando interesse anche in altri paesi europei.

La Forestry commission scotland calcola una spesa di circa 50 sterline a paziente per ogni giornata passata nei boschi, a fronte di un 70% di soddisfazione e miglioramento nella salute mentale dei partecipanti.

Hugh McNish, coordinatore del programma per la commissione, sostiene che il punto di forza del programma stia nel suo modello facilmente esportabile all’estero.

Non solo: secondo McNish i corsi nella natura potrebbero apportare benefici alla salute mentale di una parte molto più ampia della popolazione.

Il beneficio riguarda anche i pazienti che soffrono di demenza senile a chi ha problemi di obesità, passando per i chi è sottoposto a programmi di disintossicazione.

Anche in Italia i centri di terapia forestale sono oggetto di ricerche e attività, come nel caso di questa iniziativa CNR-CAI o di questo consorzio tra enti pubblici, privati e università con centri dislocati in varie parti d’Italia.

 

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