Solo hiker wearing professional walk across foggy mountain. Young tourist traveling along rocky track
L’autunno è forse la stagione più affascinante per chi ama camminare in montagna. I boschi si accendono di rosso e oro, il sole filtra tra le foglie ormai rade, l’aria si fa tersa e i sentieri si svuotano.
È il momento in cui la natura rallenta, invitando a un ritmo più calmo e a un contatto più profondo con l’ambiente.
Ma è anche una stagione di transizione, in cui le condizioni cambiano rapidamente: le giornate si accorciano, il vento diventa più tagliente, la nebbia sale dai fondovalle e le prime gelate mattutine rendono i passi più incerti.
Per godersi al meglio l’autunno in montagna serve un abbigliamento pensato per adattarsi ai contrasti: caldo e traspirante, leggero ma protettivo, capace di mantenere il corpo asciutto anche tra un raggio di sole e un improvviso scroscio di pioggia.
Quando le temperature oscillano tra pochi gradi all’alba e venti o più nelle ore centrali del giorno, la soluzione migliore resta sempre la più semplice: vestirsi a strati.
Ph: Gettyimages/Pheelings Media
Il sistema a tre strati, se scelto con criterio, permette di regolare la temperatura corporea e proteggersi dalle intemperie senza mai sudare o sentire freddo.
L’importante è poter togliere o aggiungere rapidamente uno strato: lo zaino autunnale deve lasciare spazio per riporre la giacca o il pile man mano che la giornata si scalda.
Il clima autunnale è spesso mutevole: un’escursione può cominciare con il cielo limpido e concludersi immersi nella foschia.
Per questo motivo, l’abbigliamento deve offrire protezione dinamica.
Le giacche antivento con trattamento idrorepellente (DWR) sono perfette per contrastare vento e piogge brevi, mentre i pantaloni tecnici idrorepellenti tengono lontana l’umidità delle erbe bagnate e del sottobosco.
Nei tratti più esposti o ventosi, la differenza la fanno materiali e dettagli: cuciture termosaldate, cappuccio regolabile, chiusure a velcro su polsi e caviglie, zip di ventilazione sotto le ascelle.
Ph: Gettyimages/gopfaster
In autunno il vento accentua la sensazione di freddo anche con temperature moderate: è il cosiddetto effetto windchill.
Una protezione adeguata evita che la pelle si raffreddi troppo rapidamente e consente di mantenere un passo costante, senza bisogno di continue soste per aggiustare l’abbigliamento.
Sono i dettagli a determinare la differenza tra una camminata piacevole e un’escursione faticosa. In autunno, gli accessori “minori” diventano fondamentali.
Un cappello leggero, in pile o lana merino, trattiene il calore disperso dal capo e protegge orecchie e fronte dal vento di cresta.
I guanti softshell, sottili ma isolanti, permettono di mantenere le mani calde e asciutte anche durante l’uso dei bastoncini o nelle soste in quota.
Lo scaldacollo multifunzione è forse il capo più versatile di tutti: può essere indossato come fascia, berretto improvvisato o maschera contro il vento freddo.
Sono accessori che occupano pochissimo spazio e pesano pochi grammi, ma la loro assenza si sente subito appena cala il sole o la temperatura scende sotto i dieci gradi.
Chi frequenta regolarmente i sentieri d’autunno lo sa bene: basta dimenticare un paio di guanti per trasformare una giornata perfetta in un’esperienza scomoda e frettolosa.
Meglio tenerli sempre a portata di mano, nelle tasche esterne dello zaino o in un sacchetto impermeabile dedicato.
Oltre agli strati principali e agli accessori, anche i capi “secondari” giocano un ruolo essenziale.
I pantaloni tecnici autunnali dovrebbero offrire una buona resistenza al vento e un trattamento idrorepellente: non servono imbottiture, ma un tessuto elasticizzato che permetta libertà di movimento e si asciughi in fretta.
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Le calze tecniche meritano un’attenzione particolare: un modello con un mix di lana e fibre sintetiche assicura traspirazione, calore e comfort, evitando vesciche o piedi freddi.
In caso di pioggia leggera o fango, le ghette diventano preziose: proteggono le caviglie e impediscono che l’acqua entri negli scarponi.
Ogni capo deve rispondere a una logica: leggerezza, protezione e rapidità di asciugatura. In autunno, più che in qualsiasi altra stagione, la capacità di adattarsi è la chiave.
In autunno, il terreno cambia di continuo: sentieri coperti di foglie che nascondono radici viscide, salite fangose dopo una pioggia notturna, pietraie gelate nelle prime ore del mattino. Per questo, la scelta delle calzature è decisiva.
Uno scarpone con buona rigidità torsionale e una suola scolpita a tasselli profondi garantisce grip anche sui fondi più umidi, mentre la presenza di una membrana impermeabile e traspirante permette di attraversare erba bagnata o piccoli ruscelli senza ritrovarsi con i piedi zuppi.
È importante controllare anche lo stato della suola: un battistrada consumato aumenta il rischio di scivolate, soprattutto quando la condensa del mattino rende i sassi simili a specchi.
Chi affronta escursioni brevi, su sentieri ben tracciati, può optare per una scarpa da trail con buona aderenza; per le uscite più lunghe o su terreni tecnici, meglio un classico scarpone alto che protegga caviglie e talloni.
A fine giornata, uno degli errori più comuni è ritrovare guanti e scaldacollo umidi e inutilizzabili. Per evitarlo, conviene adottare poche, semplici abitudini:
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Piccoli accorgimenti che fanno la differenza nelle giornate in cui la pioggia dura più del previsto o la nebbia penetra ovunque.
Uno degli aspetti più complessi dei trekking autunnali è la termoregolazione: si parte al freddo, si suda in salita, ci si raffredda velocemente in cresta o durante la pausa pranzo.
Per evitare sbalzi termici, conviene adottare una logica semplice ma efficace: agire prima di avere freddo e prima di sudare troppo.
In salita, aprire per tempo le zip di ventilazione o togliere il mid layer aiuta a mantenere asciutto il primo strato, che altrimenti si raffredda non appena ci si ferma.
Durante le soste, invece, è utile indossare subito uno strato caldo — anche una micro–piuma compressibile va benissimo — per evitare la dispersione di calore.
Tenere a portata di mano un guscio leggero permette di proteggersi rapidamente se il vento cambia direzione o la nebbia si alza all’improvviso.
Sono accorgimenti semplici, ma fanno la differenza tra una camminata fluida e una serie di continui cambi di temperatura che affaticano inutilmente.
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