Trekking d’autunno: come vestirsi per nebbia, vento e prime gelate

L’autunno regala paesaggi spettacolari e giornate perfette per camminare, ma anche un clima mutevole che richiede attenzione all’abbigliamento: dal guscio antivento ai guanti softshell, ecco come scegliere capi e accessori tecnici per restare asciutti, caldi e comodi durante i trekking autunnali.

19 novembre 2025 - 12:00

Trekking d’autunno: come vestirsi quando comincia a fare freddo

L’autunno è forse la stagione più affascinante per chi ama camminare in montagna. I boschi si accendono di rosso e oro, il sole filtra tra le foglie ormai rade, l’aria si fa tersa e i sentieri si svuotano.

È il momento in cui la natura rallenta, invitando a un ritmo più calmo e a un contatto più profondo con l’ambiente.

Ma è anche una stagione di transizione, in cui le condizioni cambiano rapidamente: le giornate si accorciano, il vento diventa più tagliente, la nebbia sale dai fondovalle e le prime gelate mattutine rendono i passi più incerti.

Per godersi al meglio l’autunno in montagna serve un abbigliamento pensato per adattarsi ai contrasti: caldo e traspirante, leggero ma protettivo, capace di mantenere il corpo asciutto anche tra un raggio di sole e un improvviso scroscio di pioggia.

Vestirsi a strati: la regola base dei trekking autunnali

Quando le temperature oscillano tra pochi gradi all’alba e venti o più nelle ore centrali del giorno, la soluzione migliore resta sempre la più semplice: vestirsi a strati.

Il sistema a tre strati, se scelto con criterio, permette di regolare la temperatura corporea e proteggersi dalle intemperie senza mai sudare o sentire freddo.

  • Primo strato (base layer): a contatto con la pelle, deve garantire traspirazione. Meglio scegliere tessuti tecnici o lana merino, che assorbono l’umidità e la trasferiscono verso l’esterno, lasciando la pelle asciutta anche durante la salita.
  • Secondo strato (mid layer): serve a trattenere il calore. Un pile leggero o una giacca softshell rappresentano il compromesso ideale: offrono isolamento termico e una discreta resistenza al vento, senza appesantire.
  • Terzo strato (shell): lo strato esterno deve proteggere da pioggia, vento e nebbia. In autunno non serve un guscio rigido invernale: una giacca impermeabile leggera o un antivento idrorepellente sono sufficienti per respingere la pioggia fine e il freddo improvviso di quota.

L’importante è poter togliere o aggiungere rapidamente uno strato: lo zaino autunnale deve lasciare spazio per riporre la giacca o il pile man mano che la giornata si scalda.

Proteggersi da nebbia, vento e pioggia leggera

Il clima autunnale è spesso mutevole: un’escursione può cominciare con il cielo limpido e concludersi immersi nella foschia.

Per questo motivo, l’abbigliamento deve offrire protezione dinamica.

Le giacche antivento con trattamento idrorepellente (DWR) sono perfette per contrastare vento e piogge brevi, mentre i pantaloni tecnici idrorepellenti tengono lontana l’umidità delle erbe bagnate e del sottobosco.

Nei tratti più esposti o ventosi, la differenza la fanno materiali e dettagli: cuciture termosaldate, cappuccio regolabile, chiusure a velcro su polsi e caviglie, zip di ventilazione sotto le ascelle.

In autunno il vento accentua la sensazione di freddo anche con temperature moderate: è il cosiddetto effetto windchill.

Una protezione adeguata evita che la pelle si raffreddi troppo rapidamente e consente di mantenere un passo costante, senza bisogno di continue soste per aggiustare l’abbigliamento.

Cappello, guanti e scaldacollo: gli alleati discreti del comfort

Sono i dettagli a determinare la differenza tra una camminata piacevole e un’escursione faticosa. In autunno, gli accessori “minori” diventano fondamentali.

Un cappello leggero, in pile o lana merino, trattiene il calore disperso dal capo e protegge orecchie e fronte dal vento di cresta.

I guanti softshell, sottili ma isolanti, permettono di mantenere le mani calde e asciutte anche durante l’uso dei bastoncini o nelle soste in quota.

Lo scaldacollo multifunzione è forse il capo più versatile di tutti: può essere indossato come fascia, berretto improvvisato o maschera contro il vento freddo.

Sono accessori che occupano pochissimo spazio e pesano pochi grammi, ma la loro assenza si sente subito appena cala il sole o la temperatura scende sotto i dieci gradi.

Chi frequenta regolarmente i sentieri d’autunno lo sa bene: basta dimenticare un paio di guanti per trasformare una giornata perfetta in un’esperienza scomoda e frettolosa.

Meglio tenerli sempre a portata di mano, nelle tasche esterne dello zaino o in un sacchetto impermeabile dedicato.

I dettagli che contano: pantaloni, calze e protezioni

Oltre agli strati principali e agli accessori, anche i capi “secondari” giocano un ruolo essenziale.

I pantaloni tecnici autunnali dovrebbero offrire una buona resistenza al vento e un trattamento idrorepellente: non servono imbottiture, ma un tessuto elasticizzato che permetta libertà di movimento e si asciughi in fretta.

Le calze tecniche meritano un’attenzione particolare: un modello con un mix di lana e fibre sintetiche assicura traspirazione, calore e comfort, evitando vesciche o piedi freddi.

In caso di pioggia leggera o fango, le ghette diventano preziose: proteggono le caviglie e impediscono che l’acqua entri negli scarponi.

Ogni capo deve rispondere a una logica: leggerezza, protezione e rapidità di asciugatura. In autunno, più che in qualsiasi altra stagione, la capacità di adattarsi è la chiave.

Scegliere le calzature giuste per terreni bagnati e foglie scivolose

In autunno, il terreno cambia di continuo: sentieri coperti di foglie che nascondono radici viscide, salite fangose dopo una pioggia notturna, pietraie gelate nelle prime ore del mattino. Per questo, la scelta delle calzature è decisiva.

Uno scarpone con buona rigidità torsionale e una suola scolpita a tasselli profondi garantisce grip anche sui fondi più umidi, mentre la presenza di una membrana impermeabile e traspirante permette di attraversare erba bagnata o piccoli ruscelli senza ritrovarsi con i piedi zuppi.

È importante controllare anche lo stato della suola: un battistrada consumato aumenta il rischio di scivolate, soprattutto quando la condensa del mattino rende i sassi simili a specchi.

Chi affronta escursioni brevi, su sentieri ben tracciati, può optare per una scarpa da trail con buona aderenza; per le uscite più lunghe o su terreni tecnici, meglio un classico scarpone alto che protegga caviglie e talloni.

Come conservare gli accessori asciutti nello zaino

A fine giornata, uno degli errori più comuni è ritrovare guanti e scaldacollo umidi e inutilizzabili. Per evitarlo, conviene adottare poche, semplici abitudini:

  • Riporre cappello, guanti e scaldacollo in sacchetti impermeabili separati, preferibilmente nelle tasche interne dello zaino.
  • Tenere un piccolo cambio asciutto, soprattutto per mani e testa, se si prevede pioggia o nebbia intensa.
  • Lasciare arieggiare gli accessori durante le soste, evitando di chiuderli in comparti umidi.

Piccoli accorgimenti che fanno la differenza nelle giornate in cui la pioggia dura più del previsto o la nebbia penetra ovunque.

Gestire la termoregolazione nelle giornate più variabili

Uno degli aspetti più complessi dei trekking autunnali è la termoregolazione: si parte al freddo, si suda in salita, ci si raffredda velocemente in cresta o durante la pausa pranzo.

Per evitare sbalzi termici, conviene adottare una logica semplice ma efficace: agire prima di avere freddo e prima di sudare troppo.

In salita, aprire per tempo le zip di ventilazione o togliere il mid layer aiuta a mantenere asciutto il primo strato, che altrimenti si raffredda non appena ci si ferma.

Durante le soste, invece, è utile indossare subito uno strato caldo — anche una micro–piuma compressibile va benissimo — per evitare la dispersione di calore.

Tenere a portata di mano un guscio leggero permette di proteggersi rapidamente se il vento cambia direzione o la nebbia si alza all’improvviso.

Sono accorgimenti semplici, ma fanno la differenza tra una camminata fluida e una serie di continui cambi di temperatura che affaticano inutilmente.

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