Camminare nella neve

18 marzo 2020 - 10:16

12 ciaspole a confronto.

Eccellenti le condizioni atmosferiche del test, con una giornata di sole e temperatura “primaverile”, e quelle morfologiche, con piani, salite e discese ottimali per la pratica del camminare; abbiamo “ciaspolato” su neve morbida e battuta,, mentre il ghiaccio ha “latitato”. Attenzione, però: le “ciaspole” non sono attrezzi da estremo, e ben difficilmente sugli itinerari predisposti per questa attività si trova ghiaccio (al massimo qualche tratto “duro”, che tutte le racchette sono in grado di superare grazie agli accorgimenti per il grip); di fronte a terreni ghiacciati, soprattutto se in pendenza, sempre necessari i ramponi!
Le valutazioni che seguono – ECCELLENTE / OTTIMO / BUONO / SUFFICIENTE / INSUFFICIENTE – sono quelle compilate dal sottoscritto, che grandi linee coincidono con le valutazioni generali degli altri tester. Oltre alle caratteristiche tecniche, il giudizio finale tiene conto della disponibilità di accessori ritenuti indispensabili, come la borsa, e soprattutto il prezzo… considero molto poco intelligente spendere, per un paio di racchette da neve anche se costruite in leghe aliene, cifre vicine alle 600.000 vecchie lirette! Ci si può divertire in sicurezza con molto meno.
Si riconferma la supremazia di TSL, il più affermato produttore del mondo di “ciaspole” insidiata da vicino da SALEWA con attrezzi molto innovativi; nel gruppo di eccellenza anche due modelli dell’italianissima BALDAS, poi seguono, senza infamia e senza lode, alcuni modelli tra cui spiccano, in negativo, i prodotti americani e canadesi, sicuramente validi sulle nevi polverose del Grande Nord ma poco efficaci sui pendii delle nostre montagne.
Curioso come gli attrezzi più costosi (con prezzi assolutamente ingiustificabili) siano tutti agli ultimi posti come prestazioni; inoltre, non hanno neppure accessori utili come ad esempio la borsa per trasporto.

Complice qualche stagione invernale non particolarmente ricca di precipitazioni, l’artificiosità della neve prodotta dai cannoni, la ressa sulle piste da sci, impianti di risalita sempre più mastodontici che filtrano e allontanano l’atmosfera della montagna, anche molti “sciatori pentiti” alternano alla frenesia di discese sempre più omologate il fascino della scoperta di territori, a due passi da piste e funivie, dove ascoltare il silenzio di un bosco innevato, seguire le tracce della volpe e del capriolo, affrontare una cresta che sembra perdersi nel cielo.
Pare inventata per questo, l’Alpe di Siusi, paradiso alpino a mezz’ora da Bolzano, immenso altipiano incorniciato dalle vertiginose pareti dello Sciliar, del Sassopiatto e del Sassolungo.
Complice una giornata strepitosa, sulla neve dell’altipiano un gruppo di giornalisti, grazie all’organizzazione e al coordinamento di Uta Radakovich, “motore pensante” in forza ad Alto Adige Marketing che si occupa della promozione del territorio altoatesino, ha avuto la possibilità di provare, in condizioni reali, le racchette da neve che si possono trovare nei negozi italiani in questi giorni. Spiccava, tra “tecnici” veri e presunti, una “grande firma” del giornalismo di Montagna in evidente imbarazzo con quelle strane appendici ai piedi. Testimonianza che tra teoria e pratica ci sono ancora alcuni passettini fondamentali da affrontare… ma questa è un’altra storia!
Non poteva mancare, come nella migliore tradizione valligiana, una conclusione “godereccia” a base di sauna finlandese, e abbondanti libagioni di prodotti tipici innaffiati dai leggendari vini di questo frammento di Alpi benedetto dalla natura.
Dopo una giornata di scarpinate nella neve, l’accoglienza del Wellness Residence Schgaguler a Castelrotto ha concluso, nel migliore dei modi, questo appuntamento con le “ciaspole”.
Le ragioni del successo di questa attività sportivo-ricreativa nella neve sono molteplici, e tutte positive: a differenza dello sci, non arreca all’ambiente alcun danno; l’assoluta facilità di utilizzo, che non richiede particolari abilità tecniche, consente a tutti la scoperta dell’ambiente invernale in montagna; infine, sempre maggiore è il numero di quanti, per “combattere” lo stress della quotidianità, durante le vacanze praticano attività “lente” come il camminare.
In quest’ottica, assumono sempre maggior importanza anche i piccoli centri invernali, che nel recente passato non hanno potuto dotarsi, per evidenti limiti delle risorse finanziarie, di grandi e costose infrastrutture; finora lasciate ai margini del mercato dal turismo “industriale” dei megaimpianti di risalita e caroselli sciistici, queste località si propongono come nuovi “eldorado” dello sport ricreativo e dell’avventura a misura d’uomo, ognuna col proprio carico di culture e tradizioni locali, da proteggere e promuovere senza bisogno di stravolgere l’ambiente, e ricorrere a enormi finanziamenti per che non hanno alcuna certezza di essere recuperati nel tempo.
Una interessante caratteristica di questa attività riguarda il potenziale bacino di utenza, praticamente illimitato: dai bambini di pochi anni ai “senior” – quei nonni esausti di rimanere, spesso al freddo e all’ombra, al fondo delle piste da sci ad aspettare i piccoli “campioncini” – passando attraverso tutte le categorie di sciatori (e non) curiosi di provare emozioni diverse nel palcoscenico della montagna invernale.

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