Ciociaria, Terra di santi

18 marzo 2020 - 10:21

I luoghi della fede

, anche grazie alla natura contemplativa
che li avvolge, si rivelano essere un mezzo particolarmente attrezzato
per promuovere il riscatto della realtà fisica. È soprattutto grazie
alla contemplazione di questi luoghi mistici ricolmi di storia e arte,
se oggi riusciamo a riscoprire il piacere della pura contemplazione del
mondo materiale con le sue impreviste corrispondenze psico-fisiche. Per
questo motivo, attraversare la storia sacra della Ciociaria significa,
più che mai, calarsi in una gratificante dimensione di natura
turistico-contemplativa. In questa provincia alle porte di Roma, il
turismo religioso si inserisce perfettamente in quello che è stato uno
degli esempi più illuminanti del cammino tortuoso della fede lungo i
secoli; un cammino sulle cui tracce è facile rinvenire i tesori, i
luoghi, le vicissitudini e le speranze, di un popolo.

Le abbazie

La nostra mistica trasvolata sui luoghi di culto della Ciociaria, parte
dalle alture dominate da uno dei luoghi simbolo della cristianità
mondiale: l’Abbazia di Montecassino. Inizialmente, un forte senso di
smarrimento ci accompagna fra i tre grandi chiostri rinascimentali e
tra le navate della prestigiosa chiesa; un senso di profonda angoscia
che ci rimanda a quel tragico 15 febbraio del 1944 quando, sulle alture
di Montecassino, furono lasciate cadere oltre 450 tonnellate di bombe
che provocarono danni gravissimi. Il monastero e la basilica furono
ridotte a macerie e solo le mura esterne, la scala d’ingresso e parte
della torretta resistettero alla furia dell’attacco. Oggi, quasi per
ricompensare mille anni di cultura e di lavoro benedettino, l’intero
complesso è stato magistralmente ricostruito nel pieno rispetto delle
forme originali. Per la parte pittorica si è preferito, invece, seguire
una strada diversa: una serie di affreschi è stata, infatti, eseguita
da Pietro Annigoni, uno dei più celebri pittori del XX secolo. Lasciamo
il convento benedettino e, seguendo una splendida strada tortuosa,
arriviamo nel territorio di Collepardo tra i rilievi e i fitti boschi
che circondano la Certosa di Trisulti, un grandioso esempio di
residenza abbaziale i cui lavori di costruzione iniziarono intorno al
1204, per volontà del Papa anagnino Innocenzo III. Superato il portone
d’ingresso con il bassorilievo raffigurante San Bartolomeo, circondati
da un mistico silenzio, ci intratteniamo per qualche istante a meditare
incantati dalla bellezza intatta delle facciate medioevali dei palazzi
e dalla magnificenza neoclassica della Chiesa, e della piazza
principale del monastero. Le affascinanti vetrinette arricchite da
antichi recipienti, gli stucchi e i pomposi affreschi realizzati dal
pittore Manco, saturano invece l’atmosfera della bellissima farmacia
storica posta all’interno del complesso. Ci spostiamo nel comune di
Veroli ed ecco l’imponente e solitaria Abbazia di Casamari. Il nome è
di chiara origine latina e rimanda dunque alla Casa di Mario, vale a
dire, alla residenza di Caio Mario il celebre condottiero romano che
nacque proprio in questa zona. Il complesso abbaziale è dominato da un
amplissimo ingresso ad arco, che contiene due archi goticheggianti
affiancati. È evidente l’influsso gotico, in una versione tutta
italiana, nella quale l’arco a sesto acuto non giunge mai alle altezze
vertiginose degli edifici gotici dell’Europa centro-settentrionale.
Sempre a Veroli, è possibile visitare Santa Maria Salome: una chiesa a
tre navate costruita nel 1209 quando, secondo le cronache, furono
ritrovati i resti della santa donna (madre degli apostoli Giacomo e
Giovanni, suocera di Pietro e Andrea) che ebbe il merito di far
arrivare in Italia, un pezzo della Croce di Cristo. “Sacri resti”che,
secondo la tradizione, sono ancora conservati in uno degli ultimi
gradini della chiesa.

Chiese e santuari

Nonostante la presunta presenza degli apostoli Pietro e Paolo in
molte città ciociare, bisognerà attendere la libertà di culto concessa
ai cristiani da Costantino (313 d.C.) e, verso la metà del V secolo, la
decisione di Papa Leone Magno di istituire varie diocesi nel Lazio
meridionale, per registrare la costruzione delle prime grandi
cattedrali ciociare. Cattedrali che inizialmente si andarono a
sovrapporre, architettonicamente e quindi anche religiosamente, alle
vecchie costruzioni di impianto pagano. È il caso della Cattedrale di
San Domenico di Sora, realizzata sui resti della villa agreste di
Cicerone e caratterizzata, al suo interno, da tre monumentali navate,
divise da sedici colonne tutte disuguali e provenienti proprio da
edifici pagani. Sui resti di un tempio pagano eretto in onore della dea
Mefiti, sorge anche il Santuario della Madonna di Canneto di
Settefrati, una chiesa d’impianto medievale, meta di un pellegrinaggio
oceanico di fedeli che, annualmente (dal 18 al 22 agosto), raggiungono
la splendida Valle di Comino per rendere omaggio alla Madonna Nera.
Fedeli che confluiscono a migliaia anche a Supino per far visita al
Santuario di San Cataldo, una delle migliori realtà architettoniche
dell’arte barocca del Lazio meridionale. Su un gradino della scalinata
della Chiesa di Santa Maria della Libera di Aquino, ecco la
caratteristica Tabulae Lusorie, un gioco con pedine molto di moda tra i
romani. La chiesa, edificata nel 1125 per volere di due nobildonne,
Ottolina e Maria, sorge nei pressi dell’antica Via Latina e vicino
all’Arco di Marcantonio, quasi a voler contrassegnare, con la sua
presenza, il tangibile passaggio di consegne tra le due civiltà. A
Cervaro furono una serie apparizioni mariane ad incoraggiare, sugli
spazi occupati da una vecchia cava di “piperni”, la costruzione del
Santuario della Madonna de’ Piternis, un luogo di culto che ha subito
diversi interventi architettonici nel corso dei secoli. Un imponente
fascio di luce passa attraverso l’enorme rosone di maestranza
borgognone, fino ad illuminare i suggestivi particolari della Chiesa di
Santa Maria Maggiore di Alatri ed il prezioso gruppo ligneo della
Madonna di Costantinopoli. Una massiccia costruzione completata da un
elegante campanile merlato, dove romanico e gotico si fondono tra loro,
fino a dar vita ad un toccante e particolarissimo gioco di stili.
Terminiamo il nostro tour, immergendo lo sguardo nel romanico campano
della facciata della Cattedrale di Anagni e tra gli splendidi affreschi
che animano la cripta della “Cappella Sistina del Duecento”. Una
basilica che raggiunse notevole prestigio soprattutto intorno al XIII
secolo, quando la città di Anagni si trasformò, grazie ai quattro
pontefici cui diede i natali (Innocenzo III, Bonifacio VIII, Gregorio
IX, Alessandro IV), nella città dei papi.

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