“La sapienza è migliore dei coralli” ebbe a dire una volta il ricco e saggio re Salomone. Nell’antichità al corallo era assegnato un valore paragonabile all’oro e all’argento. Romani e Greci pensavano che fosse nato dalle gocce di sangue della testa recisa di Medusa, mantenendo così i prodigiosi poteri della Gorgone.
Il corallo vanta una storia antichissima, dove un insieme di leggende, in occidente come in oriente, ne esalta le presunte virtù terapeutiche e scaramantiche. Per il suo valore apotropaico, sarà il Cristianesimo paradossalmente a fare del corallo parte integrante della sua simbologia: grani di paternostri, crocefissi, ostensori, fasce battesimali e ornamenti per i Santi diventeranno oggetti privilegiati in cui il rosso ramoscello marino assumerà una definitiva consacrazione come simbolo del sangue di Cristo.
Per molti secoli studiosi e botanici restano incerti se collocarlo nel regno vegetale o in quello minerale. Solo nel XVIII secolo si è arrivati a capire che il corallo, come lo conosciamo noi, è la secrezione calcarea prodotta da microrganismi del regno animale, detti coralli, simili a piccoli polipi, come guscio protettivo.
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