Le paludi di Federico II

18 marzo 2020 - 10:16

Parliamo di Gargano. Ovviamente, lo facciamo a modo nostro. Evitando di parlare di mare e di celebrate coste, di spettacolari promontori e caratteristici borghi. Lo spazio è poco e, questa volta, descriveremo un Gargano diverso, più “piccolo” e meno conosciuto, nascosto tra le pietre e i boschi, ma non per questo meno affascinante. Un Gargano verde, protetto dall’omonimo Parco Nazionale, dove è conservato quello che si può considerare uno dei più importanti monumenti alla vita e alla biodiversità, la foresta umbra, e dove esistono zone umide capaci di ospitare un’incredibile fauna, simbolo di quella presente su tutto il territorio nazionale, ma anche nel Mediterraneo. Le zone umide nelle vicinanze di Manfredonia sono state uno dei motivi che hanno portato all’istituzione del Parco Nazionale più di due lustri fa. Un connubbio di acque dolci, salmastre o salate, di ambienti naturali e artificiali (per esempio le vasche di colmata dell’antico lago Salso), in cui la vita è fortemente condizionata dalle caratteristiche chimiche e morfologiche – come ad esempio la profondità e la salinità delle acque – che suscitano notevole interesse da parte di studiosi o semplici appassionati, dal momento che risultano essere tra le più importanti, per la varietà di ambienti e per la posizione altamente strategica situata lungo le rotte migratorie degli uccelli acquatici tra il continente africano e l’Europa centro-orientale. L’aspetto più tipico della palude Frattarolo e del lago Salso, ex riserva di caccia della Daunia, oggi sottratta alle doppiette e destinata alla tutela di piante e animali, sono i canneti, in particolare la “cannuccia di palude”, insieme alla lisca maggiore e alla lisca a foglie strette. Su di esse, spesso, cresce il vilucchio bianco, mentre al di sopra svettano i vistosi fiori del giaggiolo acquatico. Negli ambienti naturali alimentati dalle numerose risorgive, dove però si trovano anche le zone più soggette a prosciugamento (e quindi con elevata concentrazione salina), si trova la tipica vegetazione alofila, cioè amante del sale.

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