Ostuni, Gesti e riti nel tempo

18 marzo 2020 - 10:25

Lo sguardo scorre tra uliveti e fichi d’india, qualche trullo qua e là
fino al colle tempestato da bianche abitazioni intonacate a calce e
divise da strette, anzi, strettissime strade, tanto che ad Ostuni va
messo in conto di doversi muovere a piedi. Il litorale adriatico,
costellato dai complessi turistici, dista pochi minuti di macchina; le
spiagge possono però attendere poiché nella “città bianca”, una festa
ad agosto affascina quanto uno scorcio improvviso di paesaggio sul
mare. Nel cuore di questo solare e inimitabile esempio di architettura
mediterranea, la cittadinanza di Ostuni, in occasione della cavalcata
in onore di Sant’Oronzo, ripropone una delle tappe fondamentali della
sua storia: verso la metà del XVII secolo, in Puglia, come del resto in
tutta Italia, il flagello della peste decimava la popolazione.
L’epidemia del crudele morbo risparmiò solo la Terra d’Otranto e la
gente accreditò la miracolosa circostanza al protettore Sant’Oronzo,
celebrato in tanti centri del Salento, a partire dal suo capoluogo,
Lecce, dove il Santo nacque. Oronzo, educato e cresciuto in una
benestante famiglia pagana, in età adulta si convertì al Cristianesimo,
dedicando spirito e corpo all’evangelizzazione nel Salento, durante
l’impero di Nerone, oppressore dei cristiani; per questo venne
perseguitato dai Romani finché, dopo essersi rifugiato per un certo
periodo in una grotta presso Ostuni, venne catturato e decapitato a
Lecce dai legionari nell’anno 68.
Ogni anno ad agosto gli ostunensi solennizzano così Sant’Oronzo.
La processione alla quale prende parte il Vescovoè solo una parte della
festa articolata in più fasi, e si dipana lungo le strette vie del
rione “Terra”, mettendosi in moto da uno dei monumenti più noti della
Puglia, la Cattedrale, capolavoro dell’architettura gotico-romanica
costruita nella seconda metà del XV secolo […]

L’articolo completo è a pagina 36 del nuovo numero di Viaggia l’Italia

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