Teva Karnali: un sandalo senza paura

18 marzo 2020 - 10:16

Primi di aprile; mi arriva da Artcrafts, che distribuisce in Italia le calzature Teva, l’ultima novità in fatto di sandali da trekking, mentre sto partendo per un reportage in Guadalupa, isola di rocce e vulcani nel cuore del mare caraibico. Quale migliore occasione di questa, per mettere alla prova sul peggior terreno possibile questo Karnali, che a guardarlo, corazzato come un guerriero antico, sembra non aver paura di nulla?

TEVA, punto di arrivo
Quando 25 anni fa Mark Thatcher, esperta guida fluviale del Colorado, decise che ne aveva abbastanza di scarpe sempre bagnate e scivolose ai piedi, probabilmente non pensava che avrebbe inaugurato una nuova filosofia nelle scarpe per l’outdoor, e un nuovo modo di camminare.
Per la sua attività, tra boschi e fiumi della natura americana, Mark ideò una calzatura polivalente innovativa: il sandalo sportivo. Fino ad allora, i sandali erano semplicemente “ciabatte da mare” o calzature alla moda per le ragazze, mentre le scarpe da escursionismo si identificavano con i tradizionali scarponi, pesanti, strutturati, eccellenti sui sentieri impervi della montagna ma poco pratici per camminare sui prati e sulla sabbia, saltare dentro una canoa immergendosi nell’acqua fino alla caviglia, scendere al volo per riprendere magari a camminare sulle roccette di qualche passaggio impegnativo…
L’idea di Mark, semplice e geniale,  fu di coniugare la praticità di una calzatura aperta come il sandalo, con una struttura contenitiva del piede che evitasse alla scarpa di sfilarsi anche nelle situazioni più impegnative, e, soprattutto, dotata di una suola strutturata, come quella degli scarponi da montagna, in grado di offrire il massimo grip e prestazioni su qualsiasi tipo di terreno.
Prime impressioni
Abituati a sandali che, pur avendo ottime suole con un grip eccellente quasi ovunque, sono poco più di una suola con un nastro contenitivo, calzare il Karnali fa… impressione! Per solidità, abbinata a una piacevole sensazione di protezione quasi totale nonostante l’ottima areazione.
La prima, grande differenza con calzature di questa tipologia è la parte centrale, rigida, che copre tutta la zona dell’arco plantare; un supporto che dà una sensazione di robustezza e quasi totale assenza di torsione laterale; questo consente di appoggiare il piede anche solo sul bordo esterno, mantenendo un’ottima stabilità.
Il piede è infatti fasciato e mantenuto sull’asse della calzatura dalla struttura esterna e dal sistema Wraptor, che si dimostra subito molto efficace. L’intersuola in EVA assorbe in modo ottimale asperità e sconnessioni del terreno.
L’altra, immediata differenza con la maggior parte dei sandali da trekking è il puntale protettivo, che offre grande sicurezza alla camminata su qualsiasi terreno, e un’ottimo supporto sul tallone. La sensazione è quella di avere ai piedi una solida scarpa da trekking, ma l’effetto “sandalo”, cioè l’areazione e la freschezza delle estremità inferiori, è addirittura amplificata dai canali di drenaggio che permettono la ventilazione anche della pianta del piede.
Un’altra caratteristica del sistema di chiusura Wraptor è l’adattabilità ad ogni piede, agendo con regolazioni sia sull’avampiede, con tre punti di tensione, che sul collo e tallone; la fascia centrale, partendo dalla parte posteriore della scarpa e passando tra suola e intersuola, permette una perfetta avvolgenza della scarpa senza punti di frizione e compressioni.  

La prova sul campo
Da Basse Terre, antica capitale della Guadalupa, immersa nelle luci e nella vegetazione tropicale, esaltata dal verde delle piantagioni di canna da zucchero, salire sul cratere del vulcano La Soufriere significa attraversare un’incredibile varietà di fasce ambientali e climatiche, su terreni che cambiano in modo drtastico ad ogni passo della salita. Perennemente avvolta nelle nuvole, la cuspide sommitale del vulcano contrasta in modo paradossale con le temperature e l’atmosfera della costa; in una manciata di minuti, è possibile passare dall’afa del sole a picco sul mar caraibico a un’insidiosa, perenne pioggia battente e fredda che rende viscide e insidiose le pietre ricoperte di muschio.
I Karnali che indosso, dimostrano nella parte bassa dell’escursione tutti i pregi della protezione anteriore: il sentiero penetra nella rigogliosa vegetazione caraibica, che ingombra la via di salita. La struttura del sandalo impedisce che rametti, sassolini e altri “oggetti indesiderati” penetrino tra scarpa e pianta del piede. Il vantaggio dell’areazione garantita dai canali di drenaggio si fa subito piacevolmente sentire, mitigando la calura. Le prestazioni dell’intersuola rigido, invece, le ho potute apprezzare nella parte alta del trekking, sulle pietre laviche rese estremamente sdrucciolevoli dalla pioggia perenne; appoggio preciso anche sul fianco, rullata stabile e progressiva, grip eccellente della suola anche sui muschi che, con la suggestiva amplificazione creata dalla nebbia e dai fumi del vulcano, trasformano questo sentiero in un ambiente misterioso e, a tratti, pauroso. Il sole e le luci dei Caraibi sembrano mille miglia lontani! Il sistema wraptor si dimostra ottimo mantenendo il piede sempre in asse anche nei passaggi più impegnativi, ben supportato dalla parte posteriore che sostiene il tallone.
Cammino senza peoccuparmi di saltare le pozze d’acqua che ingombrano il sentiero, ci passo direttamente dentro. Tanto, l’acqua non è in grado di fermarsi uoriuscendo velocemente dai canali di drenaggio.
Impressionante lo scenario della cima, anticipato da un  frastuono cupo che aumenta ad ogni passo: da bocche colorate di gialli fluorescenti, con violenza inaudita gas venefici e vapore raccontano la vita del vulcano. Parole furiose, che raccontano la forza della Natura. Da ascoltare senza pretendere di capire.  

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