
Val Bormida, la valle di Napoleone

Regione: Liguria / Piemonte
Provincia: Savona / Alessandria
Lunghezza dell’itinerario: 153 chilometri
Il nostro viaggio parte nel savonese e più precisamente da Bardineto dove troneggiano i ruderi del castello Del Carretto: il borgo è piccolo e conserva una sua originalità che stuzzica la nostra voglia di visitarlo e percorrere le stradine del suo bel centro storico.
Dopo una breve sosta a Calizzano e una passeggiata nel centro del paese, ci spostiamo subito alla volta del luogo dove si combattè la prima battaglia della campagna del 1796: Cairo Montenotte. Non appena giungiamo in prossimità del paese non possiamo fare a meno di sollevare la nostra testa per ammirare i ruderi dei tre palazzi degli Scarampi che dominano tutto il centro storico.
Il castello venne distrutto nel XVII allorquando il duca di Savoia entrò in guerra contro la Repubblica di Genova: la città fu devastata dalle cannonate sarde e dai saccheggi dei soldati. Per accedere alle viuzze del centro storico dobbiamo oltrepassare la maestà di porta Soprana, il simbolo della città di Cairo Montenotte. Questa costruzione, dai toni austeri, rappresenta il centro dell’antica cinta muraria che circondava la città; gli fa da specchio, dal lato opposto della città, Porta Sottana che apriva la strada in direzione di Alba e Cortemilia.
Dopo aver ammirato Palazzo Scarampi, sede prestigosa in cui soggiornò anche il re di Spagna Filippo V (1702), si prosegue verso nord est per apprezzare la bellezza naturale dei dintorni di Cairo. I boschi di Montenotte racchiudono al loro interno la splendida Riserva Naturalistica della Rocca dell’Adelasia.
La riserva boschiva dell’Adelasia rappresenta in modo significativo le peculiarità forestali della Val Bormida dove coabitano elementi tipici dell’ambiente mediterraneo con quelli dell’ambiente padano e continentale. Seguendo idealmente il borbottio dei cannoni francesi ci dirigiamo verso la seconda meta “napoleonica”: Millesimo.
Di una certa attrattiva è il Pontevecchio o Gaietta: è uno dei pochi esempi in Italia di ponte fortificato e si trova citato nell’atto di fondazione del borgo datata 1206. A richiamare la presenza napoleonica in città c’è il Palazzo Comunale: nella sala consiliare si trova l’altare presso il quale, il 17 agosto 1809, Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, presiedette alla Santa Messa.
Come la vicina Cairo, anche Millesimo, ha visto la presenza del marchesi del Carretto: il castello, insieme ai fortilizi di Cengio, Cosseria e Roccavignale, costituiva un quadrilatero a protezione della via tra Piemonte e Liguria attraverso le Langhe. Per coloro che desiderano visitare i luoghi di culto due sono i siti da non perdere: Santa Maria Extra Muros e il Santuario del Deserto.
Il Santuario, l’edificio religioso più importante della Val Bormida, fu oggetto di violento saccheggio da parte delle truppe francesi le quali rubarono la Corona della Madonna e razziarono tutti gli ex voto d’argento. Dopo una passeggiata in centro, è d’obbligo una visita a Villa Scarsella dove ha sede il museo napoleonico e, perché no, una gustosa pausa gastronomica in uno dei ristoranti tipici, magari degustando un piatto a base di tartufo al quale la città dedica addirittura una “Festa Nazionale del Tartufo”.
Per tutti gli amanti dei funghi Millesimo è un vero e proprio centro d’eccellenza: nelle aree boschive di Bric Tana e nella Valle dei Tre Re si scatena la stagionale caccia al porcino più bello. Puntiamo a nord: la polvere della cavalleria austriaca in ritirata ci guida verso Mombasiglio dove merita assolutamente la visita il castello con annesso il museo napoleonico.
Dopo brevi tratti di strada puntiamo decisamente verso nord est fino a raggiungere il traguardo del nostro viaggio, vale a dire Marengo. Sulla strada che conduce nell’alessandrino le tappe sono molte e sarebbe troppo lungo elencarle tutte. Basta ricordare che questa è una zona ricca di storia, ma non solo: ottimi vini e prodotti tipici invitano sicuramente a numerose soste.
Arriviamo finalmente nei dintorni di Alessandria e, con un salto temporale, ci ritroviamo nella piana di Marengo. Osserviamo in silenzio la spianata che si para davanti a noi, chiudiamo gli occhi per un istante e potremo sentire ancora le urla dei sergenti francesi che ordinavano ai fanti di allinearsi e prepararsi per l’attacco. Dall’alto di Torre Garofoli lo sguardo del Primo Console scrutava con apprensione l’orizzonte seguendo le manovre dei suoi soldati.
In quei drammatici momenti non vi era tempo per pensare al cibo, tuttavia Bonaparte, colto da una fame insopportabile, chiamò a rapporto il suo cuoco, Dunand, e gli ordinò di preparare qualcosa di gustoso.
Lo chef, a corto di vettovaglie, dovette improvvisare: da qui nacque il mito del “pollo alla Marengo” una ricetta che ha fatto il giro del mondo e che ancora oggi è al centro di alcune dispute circa gl’ingredienti usati. Centro della visita al campo è il Parco della Villa di Marengo, sede dell’ex museo della battaglia e oggi luogo di culto per i molti appassionati di storia militare napoleonica.
Il museo, chiuso da anni in seguito ai danni causati da una scossa di terremoto e ora in fase di restauro, ha le sale spoglie: i cimeli della battaglia sono invece conservati presso il Museo Civico del Comune di Alessandria a Palazzo Cuttica. In questa zona, oltre al celeberrimo “pollo alla Marengo”, si possono assaporare vini rinomati come il Dolcetto il cui gusto, ricco e corposo, fece dimenticare a Bonaparte il suo amato Chambertin.
L’Alta Val Bormida e la piana di Marengo rappresentano un felice connubio tra arte, storia e natura: oltre alle località toccate in questo itinerario, ogni piccolo paese nasconde segreti e ricchezze che valgono sicuramente una sosta.
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