Nicolò Balini, youtuber-viaggiatore: come fare di una passione un lavoro

Punto di riferimento per chi ama esplorare il mondo, Nicolò ha realizzato il sogno di molti: trasformare la passione per i viaggi in un lavoro. Vediamo in questa intervista come ha fatto, quali consigli dà a chi vuole provarci e ascoltiamo il racconto delle sue peripezie in giro per il pianeta

9 febbraio 2024 - 9:00

Balini, un viaggiatore instancabile in giro per il mondo

Ha iniziato il suo tour in torno al globo nel 2012 grazie al canale HumanSafari diventando, nel corso degli anni, un punto di riferimento per il settore travel di YouTube Italia e per moltissimi viaggiatori e appassionati.

A partire dal 2018, assieme ad altri collaboratori, ha deciso di mettere insieme SiVola organizzando e coordinando viaggi di gruppo alla scoperta di paesi più e meno conosciuti, sempre alla ricerca di curiosità, stranezze e, soprattutto, disagio.

 

Il tutto sempre filmando, instancabilmente, in prima persona e arrivando a visitare ben 115 paesi.

Si tratta di Nicolò Balini, il quale ha deciso di scambiare quattro chiacchere assieme a noi per raccontarci qualcosa in più su di lui e sul mondo dei viaggi.

 

Innanzitutto, quando hai deciso che avresti cominciato a fare questo lavoro?

“Quando si è iniziata a intravedere la possibilità di trasformare la propria presenza sul web in un lavoro ho deciso di provarci.

In principio non pensavo sarebbe diventato il mio impiego principale ma col tempo ho ritenuto che fosse meglio mollare tutto il resto e dedicarmici appieno, credo fosse il 2014 o il 2015″.

Quando, invece, è arrivato per te il momento di creare una startup nel settore travel, ovvero SiVola?

“SiVola, che da tempo ormai non consideriamo più una startup, è nata come idea molto embrionale nel 2018.

Tuttavia ci abbiamo messo molto tempo a strutturare il tutto per prepararci al lancio a inizio 2020.

Proprio quando è arrivata la pandemia insomma”.

Com’è cambiato il tuo lavoro prima e dopo SiVola?

“Con SiVola ho smesso di collaborare con altre realtà che mi sfruttavano alla grande per dedicarmi a qualcosa di mio e dedicare il mio tempo e ciò che ho costruito per fare le cose come si deve.

Però ho anche molte più cose da fare e a cui pensare”.

Credi che il mercato turistico sia in aumento, specie dopo il periodo della pandemia?

“Il turismo in Italia sta avendo un nuovo boom, la nostra crescita è sempre maggiore e sono nate anche tante altre realtà, tre anni di chiusure hanno fatto venire tanta voglia di viaggiare”.

Qual è il viaggio più assurdo che tu abbia mai fatto fino ad ora?

“Ne ho fatti tanti di viaggi assurdi, strani, scomodi e avventurosi.

Il mio preferito rimane quello in Georgia del Sud e quello in Antartide.

Tuttavia, anche il fatto di ritrovarsi nel mezzo di un ciclone a Socotra, lontanissimi dalla civiltà, è stato piuttosto assurdo.

E poi, guardare un gorilla di montagna faccia a faccia nella foresta impenetrabile dell’Uganda, oppure andare in Vespa (d’epoca) dal mio paesino al punto più a ovest dell’Europa continuativa, il Cammino di Santiago, il Bhutan.

È davvero molto difficile sceglierne uno”.

Tra le tante difficoltà e situazioni che tu hai affrontato, quale credi sia stata la più complessa?

“Forse perdersi tra le montagne dell’Albania lungo strade impraticabili servendosi dell’auto meno adatta a quella situazione e rischiando continuamente di finire di sotto nel tentativo di liberarsi dalla terra che affossava le gomme.

Quello è stato un viaggio complicato ma una famiglia di contadini, che viveva lontana dalla civiltà, ci ha salvato almeno per quella notte.

Poi, sicuramente ce ne sono state altre ma questa è la prima che mi viene in mente.

Il ciclone citato prima alla fine era molto peggio, ma l’abbiamo affrontato bene perché, avendo trovato una baracca in cui ripararci, non siamo volati via con il vento”.

Quali sono le cose assolutamente essenziali da portare sempre con sé prima di affrontare un lungo viaggio?

“Salviettine umidificate perché all’estero non c’è il bidet, per il resto dipende sempre dal viaggio”.

Fino ad oggi dovresti aver fatto visita a circa 115 paesi, quali sono quelli mancanti che dovresti e vorresti assolutamente vedere e raccontare?

“Ho dei paesi del sudest asiatico che mi mancano, ma tre di questi (Singapore, Brunei e Malesia) li visiterò a breve.

Mi piacerebbe esplorare le isole del Pacifico e dei Caraibi che ancora non ho visto.

Oltre a tanti posti in Africa e Sudamerica, alcune parti di Cina e India e stati dell’Asia Centrale come Turkmenistan o Kirghizistan”.

Qual è il trekking più bello che consiglieresti a tutti di fare?

“Per me il più bello è stato il Cammino da San Jean Pied de Port a Santiago con l’aggiunta di Muxia e Finisterre, ma è veramente lungo.

Tempo permettendo mi piacerebbe anche fare il Kungsleden e il PCT ma la vedo un po’ impossibile.

Quindi, direi che una Via Degli Dei è un buon compromessone soprattutto è il cammino dove si mangia meglio”.

Perché, dal tuo punto di vista, viaggiare è così importante?

“Viaggiare è importante per me, ma uno può anche vivere serenamente senza uscire dal proprio paesino per quanto mi riguarda.

Poi è chiaro che si tratti di un’esperienza di vita se fatta in un certo modo, ti apre la mente, ti educa al rispetto nei confronti del mondo e di chi lo abita, ti fa apprezzare ciò che vai a cercare e anche ciò che già ti circonda.

Io non so se riuscirei a vivere senza, forse sì, ma preferirei non doverlo fare”.

C’è qualche nuova destinazione in programma per il prossimo futuro?

“Stiamo lavorando a un bel viaggio in Mongolia, meta che sogno da tempo.

Ma prima si torna in Cina per esplorarla meglio, sudest asiatico e forse qualche altro posto strano e sporco di quelli che piacciono a me, dove si nasconde il disagio giusto che ti svolta il viaggio e lo rende indimenticabi

Chi è interessato può seguire le avventure di Nicolò su questa pagina Instagram

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