Quando il buon vecchio Anticiclone delle Azzorre stende la sua ala sull’Europa e il clima diviene mite, stabile e soleggiato, scatta il momento delle grand courses: i grandi itinerari di alta montagna delle Alpi.
Ce n’è per tutti i gusti e le difficoltà, da quelli riservati agli alpinisti più preparati ed esperti a quelli alla portata degli escursionisti con la giusta esperienza e il giusto allenamento, lungo i quali le difficoltà tecniche si risolvono spesso in una semplice (benché magnifica!) “pascolata” sul ghiacciaio.
Questa semplicità non deve trarre in inganno: il pascolo su cui zompettate allegramente è uno dei più complessi (e potenzialmente pericolosi) terreni d’alta montagna.
Il ghiacciaio, soprattutto quello facile, sul quale si cammina in piano o su pendenze che non hanno nulla a che fare con l’arrampicata, non è un prato di margherite: sotto la superficie nevosa si nascondono le trappole micidiali dei crepacci e una banale scivolata può comportare seri danni, anche soltanto per l’effetto “carta vetrata” della neve dura…
a) Conoscere i rudimenti della tecnica del “cramponage”, cioè di come si cammina utilizzando ramponi e piccozza. Che sia cosa banale e che viene da sé lo pensano solo quelli che non lo hanno mai fatto, o che lo hanno sempre fatto male!
b) Conoscere (o essere in cordata con qualcuno che conosce) l’ambiente glaciale, così da poter valutare gli eventuali pericoli e scegliere il percorso migliore e più sicuro da seguire. Non è detto, infatti, che quello tracciato da chi vi stava davanti lo sia. Poi, statene certi, basta un quarto d’ora di bufera per non avere più nessun itinerario da seguire!
c) Procedere in cordata, in modo che il compagno o compagni possano arrestare l’eventuale scivolata o caduta in crepaccio ed intervenire per il recupero e l’autosoccorso. Ovviamente il presupposto è la conoscenza della tecnica di progressione e delle manovre corrette, senza la quale procedere legati si può rivelare un trappolone micidiale per tutti i membri della cordata.
Occorre l’esperienza diretta, magari non maturata alla garibaldina, che, se va bene, quando sei vecchio puoi dire al tuo socio “ma ti ricordi che cavolate che abbiamo combinato all’inizio…”, se va male… saranno gli altri a ricordarsi di te…
Molto meglio, per la salute e il risparmio di tempo e fatica, affidarsi a chi vi può insegnare in sicurezza come si va su ghiacciaio, quali sono le tecniche e come si usato correttamente le attrezzature. I corsi di alpinismo del CAI e le Guide Alpine sono i referenti giusti ai quali rivolgersi per questa formazione. Poi repetita iuvant: ogni tanto dedicare un ripassino alle manovre di corda e autosoccorso non fa certo male!
Vista la premessa, in questo articolo eviteremo accuratamente di descrivere per filo e per segno attrezzature e tecniche dell’escursione su ghiacciaio. Preferiamo buttare lì qualche piccolo accorgimento, giusto per mettervi in guardia (con un pizzico di ironia) dagli errori più frequenti e dalle cose da non fare.
Alpinismo su ghiaccio e misto (Manuale CAI)
La progressione su ghiaccio (dispensa CAI-SEM)
La progressione su ghiaccio della cordata (dispensa CAI-SEM)
I consigli di Petzl per la progressione su ghiaccio