Vestirsi per il trekking: 3 mosse per stare bene rispettando l’ambiente

Vestirsi per il trekking è un'arte che si apprende col tempo e l'esperienza. Vediamo 3 criteri fondamentali che devono guidare nella scelta dell'abbigliamento, per sentirsi a proprio agio outdoor e non far danni all'ambiente.

28 luglio 2022 - 7:30

Abbigliamento per il trekking: vestirsi bene per stare bene e rispettare l’ambiente

 

La scelta dell’abbigliamento è un aspetto fondamentale per ogni escursionista.

Godersi il proprio trekking significa innanzitutto avventurarsi sui sentieri solo con il massimo comfort addosso.

Vediamo allora come vestirsi per camminare scegliendo cosa indossare in modo da non creare danni non solo a noi stessi, ma anche all’ambiente che ci circonda.

1 – Vestirsi a strati

Come già detto più volte, le caratteristiche tecniche dei tessuti devono essere compatibili tra loro, perché altrimenti i pregi di uno o dell’altro collidono e rendono inutile spendere anche delle belle cifre per avere poi dei prodotti che non funzionano.

Di importanza primaria la filiera dei capi, dalla pelle al guscio esterno, che devono tutti essere in grado di trasferire verso la superficie esterna l’umidità corporea e il sudore.

Altrettanto importante la stratificazione, chiamata “filosofia della cipolla”, che significa preferire più capi leggeri, da indossare uno sull’altro all’occorrenza, piuttosto che singoli capi pesanti.

Questa modularità, favorita oggi dall’estrema leggerezza dei singoli capi, è in grado di far fronte a qualsiasi tipo di “tsunami” in cui doveste incorrere durante le vostre escursioni.

Altro punto fondamentale per l’affardellamento dello zaino è la distanza che si intende percorrere.

La logica è inversamente proporzionale alla distanza.

Più sarà lunga la nostra escursione, maggior attenzione dovremo porre alla scelta degli equipaggiamenti più leggeri a parità di prestazioni.

Qualche chilo in più in una gita giornaliera è tollerabile, ma su un trekking di due settimane può diventare un problema.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, tenete presente che, grazie ai moderni tessuti ad asciugatura rapida, in un lungo trekking potete anche lavare magliette e capi intimi in un ruscello!

Il primo segreto è evitare, nei limiti del possibile, di sudare, nonostante il caldo e l’attività fisica.

Cercare sempre di partire “leggeri”, accettando l’aria fresca della mattina piuttosto che trovarsi inzuppati di sudore dopo cento metri di cammino.

2 – Capi intimi: la seconda pelle

 

Fino a qualche tempo fa, l’abbigliamento tecnico per l’outdoor riguardava soprattutto la “carrozzeria” esterna.

Maglie, pantaloni e giacche dalle prestazioni superlative venivano vanificate da mutande, calze e magliette di cotonaccio che si imbevevano di sudore come spugne.

Ci costringevano ad interrogarci sul motivo dell’acquisto di una giacca himalayana da millanta euro, che non portava alcun sollievo al sentirsi addosso una maglia fradicia.

Oggi anche questo problema è debellato, anche se a costo di qualche decina di euro per avere il privilegio di indossare intimo “tecnico”… ma non si può chiedere tutto, anche che il comfort sia economico!

L’obiettivo dei capi “a pelle” più attuali è quello di mantenere il più possibile le condizioni ottimali del corpo nelle situazioni più diverse.

Caldo, freddo, secco, umido: in ogni situazione il capo si comporta e reagisce proprio come ulteriori strati di pelle sul corpo.

Mantenendo sempre asciutto il contatto con la pelle, i capi realizzati con queste tecnologie proteggono le parti più delicate, come la schiena, da colpi d’aria e di freddo che, soprattutto in montagna, rappresentano un pericolo per la salute.

Segnaliamo anche tessuti sintetici, come la fibra X-Static (realizzata accoppiando argento puro alla fibra tessile) con funzione antibatterica nel sottomanica, rete sul retro e sui fianchi e materiali Interlock per una rapida asciugatura.

Batteri, ammoniaca e proteine denaturate presenti nel sudore contribuiscono in maniera significativa alla formazione di odori nei prodotti di maglieria e abbigliamento vario.

L’argento presente nella fibra provoca la riduzione immediata degli odori.

 

3 – Rispetto per l’ambiente

L’attenzione all’ambiente è un altro punto fermo ormai inderogabile per qualsiasi azienda impegnata nel mondo dell’outdoor.

La mission delle aziende leader nella produzione, importazione e distribuzione di articoli per l’outdoor dovrebbe essere quella d’investire in ricerca, tecnologia e innovazione.

La finalità: realizzare prodotti in grado di garantire comfort, sicurezza e performance.

Nel pieno rispetto della natura e della salute, infatti, scarpe, pantaloni e giacche, ma anche zaini, sacchi a pelo e tende, sono realizzati e trattati con sostanze chimiche pericolose.

Così nel caso dei perfluorocarburi (PFC) e polifluorurati, dichiarati tossici e cancerogeni, banditi dalle proprie produzioni dai maggiori brand di abbigliamento al mondo.

Ad esempio, torniamo alla nostra biancheria intima.

Ci sono aziende che per le T-Shirt tecniche utilizzano elementi naturali come il cotone.

Questo deve provenire da coltivazioni biologiche controllate, dove sono assolutamente vietati pesticidi, fertilizzanti chimici e defolianti, che potrebbero inquinare l’acqua potabile.

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