Camminando sui sentieri di crinale del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano, fra il Passo del Lagastrello e le alte cime del Monte Sillara (il più elevato della zona con i suoi 1861 metri di quota), del Marmagna (m 1852) e dell’Orsaro (m 1831), in quella che è giustamente nota come la zona dei Cento Laghi, lo sguardo infila come su una collana una moltitudine di perle d’alta quota delle più diverse dimensioni: dal minuscolo Lago Martini al grande Lago Santo, le cui acque, assieme a quelle dei Lagoni e del Lago Scuro, alimentano il torrente Parma. Molti di questi specchi d’acqua sono uno scrigno di biodiversità tenuto sotto stretta osservazione da ricercatori e scienziati.
Seguendo il sentiero con il segnavia nr 707 si contorna il lago dove arriva anche il segnavia nr 707a da Pratospilla. Si costeggia in alto la conca del Lago Verde, arrivando alla base di una valletta erbosa che si risale fino al ripiano di Capanna Cagnin (m 1601). Il sentiero rientra nella boscaglia di bassi faggi contorti, uscendo definitivamente sulle praterie superiori in corrispondenza di alcune grandi placche. Ancora poche svolte e si arriva al piccolo Lago Martini (m 1714), dove si trova il bivio col sentiero che si utilizzerà al ritorno.
Breve risalita fino Passo Giovarello a quota 1754, sulla linea del crinale principale che separa l’Emilia dalla Toscana. Seguendo fedelmente la cresta a destra, si oltrepassano le prime due elevazioni dei monti Bragalata e Losanna. Dal successivo Passo di Compione, si sale sulla vetta del Monte Sillara (m 1861, cappelletta in pietra). Per il rientro ci si può abbassare sul versante parmense piegando poi a destra verso i laghi Sillara. La comoda traccia non segnalata prosegue verso i laghi di Compione rimontando poi ad un piccolo intaglio. In quota ci si raccorda infine al Lago Martini chiudendo l’anello.