Abruzzo, la Linea Gustav: pedalare sulle tracce della storia

Un itinerario a tappe in mountain bike che segue il tracciato della Linea Gustav, la fortificazione creata dalla Germania nazista in Italia per fermare l'avanzata degli americani. Un itinerario attraverso borghi e vallate dell'Appenino abruzzese tra storia, cultura e paesaggi suggestivi

3 maggio 2022 - 11:33

Un percorso a piedi o in mountain bike, su sentieri che furono teatro dei sanguinosi scontri tra alleati e tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale.

La Linea Gustav fu una linea fortificata difensiva creata dalla Germania nazista in Italia per fermare l’avanzata degli americani. Venne approntata nel tardo autunno del ’43 tra Gaeta, in provincia di Latina, e le foci del fiume Sangro, a sud di Pescara, attraverso borghi e vallate dell’Appenino centro-meridionale.

Oggi è possibile ripercorrere il tracciato di questa linea fortificata che aveva separato in due in Italia e che in quegli anni è stata testimone di cruente battaglie e di crudeli attacchi alle popolazioni civile.

Su questa linea gli alleati si bloccarono fino al maggio del 1944, quando si svolse la decisiva battaglia di Montecassino e l’esercito alleato conquistò la vetta del monte, aprendosi la strada per Roma.

La sua posizione strategica sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche di Abruzzo e Lazio.

Oggi è possibile ripercorrere la tracce di quella terribile pagina di storia, godendo dei panorami e della natura di questa regione verde.

 

Prima Tappa: da Torino di Sangro a Sant’Eusanio del Sangro

  • Lunghezza del percorso: 27 km
  • Dislivello: + 100 metri – 120 metri
  • Difficoltà:  Media +
  • Quota massima: 129 metri s.l.m.
  • Fondo: Misto: 25% asfalto, 75% sterrato ben battuto / sentiero

La partenza dell’itinerario ciclabile ha luogo poco fuori dal centro di Torino di Sangro, sulla sommità della collina dove è costruito il Sangro River War Cemetery. Qui riposano le spoglie di oltre 2600 soldati del Commonwealth britannico che caddero in guerra durante la battaglia del fiume Sangro.

Gli Alleati combatterono duramente contro i tedeschi per sfondare la Linea Gustav e numerosissime furono le vittime. Alle porte del cimitero, si imbocca un piccolo sentiero che porta alla Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro, l’area protetta si sviluppa intorno alla foce del fiume Sangro per 175 ettari.

Dopo essersi lasciati alle spalle i suggestivi paesaggi della foce del Sangro si comincia la cavalcata verso l’entroterra. Attraverso coltivi, vigne e oliveti si imbocca via Lungo Argine per 1.2 km e successivamente via Tratturo del Mulino.

Si transita presso i ruderi del Mulino Grande di Fossacesia per poi proseguire lungo la ferrovia. Si comincia poi la salita verso il Castello di Septe di Mozzagrogna. Dopo averlo superato, proseguendo per circa 1 km, si entra nel comune di Lanciano.

Si imbocca poi un sentiero lungo il Sangro che si addentra nel SIC “Bosco di Mozzagrogna”, l’ultima area verde “superstite” della storica Selva di Septe e Piazzano. Lungo le rive del fiume questo bosco ripariale di pioppi e ontani neri dà freschezza anche a una piccola comunità di lontre.

Dopo aver superato un sottopasso sulla SP Lanciano-Atessa, il percorso continua per 2 km. Si oltrepassa una breve deviazione tra coltivi e calanchi, dopodiché si pedalano gli ultimi 2 km ormai già all’interno della Riserva Naturale Regionale del Lago di Serranella.

L’invaso nasce artificialmente alla confluenza tra i fiumi Sangro e Aventino e costituisce un’area umida ricca di biodiversità: sono oltre 25 le specie vegetali che crescono negli ambienti acquatici, ma la vera ricchezza dell’area è quella avifaunistica, con circa 218 specie di uccelli in transito o nidificanti registrati.

Ci troviamo, qui, all’interno di un’Oasi del WWF che nasce proprio per preservare quello che è uno dei più importanti luoghi di sosta per gli uccelli migratori nell’area.

Proprio qui, in questa oasi naturale, termina la nostra prima tappa, con lo sguardo rivolto verso le montagne della Majella che, via via, si fanno sempre più vicine.

 

Seconda tappa: da Sant’Eusanio del Sangro a Gessopalena

  • Lunghezza del percorso: 23 km
  • Dislivello: + 550 metri
  • Difficoltà: Media
  • Quota massima: 646 metri s.l.m.
  • Fondo: misto: 60% asfalto, 40% sterrato

Si riparte dalla Riserva del Lago di Serranella, il sentiero sterrato passa per la chiesa di San Francesco, in località Guarenna di Casoli: una vera terrazza sul punto in cui i confluiscono il Sangro e l’Aventino.

Da Selva di Altino si imbocca via Mattioli e poi, a destra, via Benedetto Croce, per transitare su un percorso alternativo alla strada più trafficata.

Si arriva poi in prossimità del torrente Rio Secco e si prosegue sulla sua sponda fino al fondovalle, si attraversa un lungo rettilineo di 2 km in contrada Vicenne di Casoli fino a incontrare una edicola votiva.

Inizia quindi una salita di 2,5 km verso Casoli che, oltre a custodire un elegante Castello Ducale, è tristemente nota per essere sede di un campo di internamento operativo per tre anni dal 1940 al 1943, durante il periodo fascista.

Una volta lasciata l’ultima abitazione alle proprie spalle, si prende il sentiero nel SIC “Ginepreti a Juneperus Macrocarpa”, un’area coperta perlopiù da ginepreti.

Il SIC comprende anche le Gole del Rio Secco, un torrente che scorre tra pareti rocciose verticali di arenaria, le quali rendono il paesaggio ancor più scenografico.

La nostra meta è ormai vicina, dopo pochi chilometri si arriva a Gessopalena, un piccolo borgo di origine medievale che guarda dal basso il versante orientale della Majella.

Gypsum lo chiamavano i latini, gesso ai giorni nostri. Un borgo di pastori e agricoltori, che vivevano a stretto contatto con pascoli e boschi, ai quali si univano i cavatori e i venditori di gesso.

Di fianco all’abitato si ammirano ancora i resti del centro medievale tutto costruito sul suo crinale roccioso: distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è composto oggi solo da ruderi, ed è conosciuto come la piccola Pompei abruzzese.

 

Terza tappa: da Gessopalena a Montenerodomo

  • Lunghezza del percorso: 17 km
  • Dislivello: + 520 metri
  • Difficoltà: Media
  • Quota massima: 1.130 metri s.l.m.
  • Fondo: Misto: 75% asfalto, 25% sterrato ben battuto/sentiero

Oltrepassata la contrada Atriena si seguono le indicazioni per Sant’Agata.

Qui, durante l’occupazione tedesca, avvenne un tragico eccidio dove trovarono la morte 42 persone per mano delle truppe naziste. Oggi, un monumento in pietra rimane a memoria imperitura di quei giorni sventurati.

Tornati indietro di circa 300 metri, si imbocca il sentiero che porta a Torricella Peligna, si sale poi verso il centro della cittadina, che sorge tra le valli dei fiumi Sangro e Aventino.

I palazzi ottocenteschi del paese si affacciano sul corso principale che conduce alla scalinata della Chiesa di San Giacomo dell’XI secolo.

Poco distante, a tre chilometri dal paese, sorge il santuario della Madonna del Roseto, una chiesa rurale del 1500, manifestazione dell’architettura rinascimentale.

Transitando per piazza Ettore Troilo, si possono anche vedere due monumenti che celebrano i cittadini torricellani morti in guerra con la Brigata Maiella, la brigata partigiana che tanto combatté per la liberazione, dall’Abruzzo fino all’Emilia Romagna e al Veneto

Proseguendo, dopo Fallascoso, si arriva a Iuvanum. Su ciò che resta della città romana edificata in questa località nel II secolo a.C. è possibile osservare due templi e un teatro sanniti, l’antico foro, la basilica e l’ara sacra.

Il Museo Archeologico e della Storia e Trasformazione del paesaggio, ubicato nell’acropoli, raccoglie tutto il materiale archeologico qui rinvenuto e consente di conoscere le modalità di interazione fra l’uomo e il paesaggio circostante attraverso una serie di pannelli esplicativi e percorsi tematici ed etno-storici.

Si prosegue fino a Montenerodomo, il punto più elevato della Linea Gustav, a oltre 1.100 metri d’altezza.

Nel centro del paese ci si può fermare in piazza Benedetto Croce, dove è allestita una mostra fotografica permanente che testimonia la distruzione di Montenerodomo per mano degli occupanti tedeschi.

Da qui, ormai nel Parco Nazionale della Majella, si può ritornare verso la costa seguendo l’itinerario del “Sentiero della Libertà” .

 

Informazioni utili:

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_ Visita il sito ufficiale della Rete Ciclabile dei Trabocchi:

_ Scarica la mappa ufficiale delle Rete Ciclabile dei Trabocchi:

La lecceta Torino di Sangro 

_ Il sito ufficiale della Linea Gustav

 

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